Cose turche ed è solo l’inizio

Buona difesa e 28 punti per Predrag Stojakovic

E' successo di tutto. I Sacramento Kings hanno battuto i Dallas Mavericks, 116-105, nel primo capito di un romanzo che si preannuncia lungo. Il classico basket da Kings-Mavs. Anzi: la partita dei Mavs per 36 minuti. Per tre periodi Dallas ha spinto sull'acceleratore, cercando il tiro, spesso dalla lunga distanza, nei primi secondi di ogni azione.

Ne è uscito un primo tempo da 65 punti (a 63), in cui i due rookie, Daniels e Howard hanno fatto i protagonisti con 11 punti a testa. Sacramento si è mantenuta a ruota. Grazie al tiro da fuori di Peja Stojakovich, all'energia di un Webber che, finalmente, ha cambiato passo, e alla difesa dei Mavs, porosa come non mai.

All'inizio del quarto periodo Adelman ha preso il rischio decisivo: fuori Divac e Webber. Dentro Miller e Peja Stojakovich da ala grande, a guardia di Nowitzky. Per qualche ragione il ritmo si è abbassato, il tedesco, 11-16 dal campo fino a quel momento, si è avvicinato al canestro, perdendo ritmo. Le palle rubate e l'energia di Christie e Bibby, un fantasma per gran parte della gara, hanno prodotto un primo strappo di 9-4, che si è allungato, con Webber di nuovo sul campo, fino a un 19-7 in 5 minuti, che ha virtualmente chiuso ogni discorso.

Due squadre che si sono affrontate con i loro punti di forza e le loro debolezze. Prima gli sconfitti: Dallas è rimasta in partita fino a che si sono tenuti sul 60% dal campo. Nel quarto periodo, Don Nelson ha cominciato senza Steve Nash, non particolarmente convincente, affidandosi al trattamento di palla degli esterni.

Risultato 3 rubate in serie di Christie, Bibby e Webber, per 6 punti fondamentali. "Abbiamo veramente giocato una brutta partita - ha detto l'allenatore texano - nel secondo tempo. Bisogna però dire che Sacramento ha giocato una delle sue partite migliori, di sicuro dal rientro di Chriss Webber". Fra i giocatori prevale la sensazione di aver perso un'occasione: "Volevamo portare via la prima gara - ha detto Antoine Walker, 9 punti con 3 su 11 - e lasciamo questo campo pensando che oggi c'era la possibilità  di farlo." "E' abbastanza dura - si affianca Nash, 13 punti e 8 assist - perché abbiamo tirato con grandi percentuali per gran parte della gara. Abbiamo però concesso troppi punti e troppi tiri semplici da sotto canestro."

Questo probabilmente il campanello d'allarme per il prosieguo: i Mavs, come ogni jump shootin team sono legati a doppio filo alla loro percentuale di tiro. Il gioco dei Kings ha più sbocchi ma è facilitato da due fattori: la small ball che in numeri significa 10 minuti complessivi per Najera, Bradley, Scott Williams e Danny Fortson, i giocatori che in modi diversi assicurano un po' di presenza sottocanestro. A maggior ragione se, la pressione sul pallone e la capacità  di mantenere contatto visivo con gli attaccanti lontani dalla palla rimarrà  modesta come in gara1.

Piccola, o grande rivincita per i Kings: “Negli ultimi giorni - è la parola di Christie, 21 punti, 11 assist e 8 rimbalzi - ho sentito descriverci come un giocatore non vorrebbe mai essere descritto. Questo ci ha dato una motivazione supplementare." Molto soddisfatto coach Rick Adelman: "Ho sempre saputo di avere - ha detto - una squadra intelligente che ha giocato il tipo di gara di cui avevamo bisogno per vincere." Il coach ha preso i suoi rischi ed ha avuto ragione: "Penso - ha tagliato corto - che semplicemente abbiamo giocato molto bene nel quarto periodo. Abbiamo messo energia sul campo e anche Webber, tornato in campo riposato ha dato contributo difensivo."

In realtà  rimane qualche punto interrogativo: Bibby 14 punti con 4 su 14 e 7 assist, è sembrato perso, senza energia e idee per molti minuti.

Finchè Bobby Jackson è in borghese, l'ex Grizzly è assolutamente imprescindbile. Ma deve dare di più. Divac, solo 19 minuti, 5 su 8 al tiro, ha fatto fatica al ritmo imposto dagli avversari, ed ha faticato ad imporre il fisico contro Nowitzky, impegnato da centro. Webber invece, al di là  del contributo offensivo, 26 punti, ha mostrato una mobilità  diversa. Non è diventato improvvisamente Garnett, ma non è nemmeno il disastro del finale di stagione regolare.

I due migliori della partita europei sono solo l'ultima stranezza di questo mondo particolare, chiamato Kings - Mavs. Dirk è sembrato onnipotente per larghi tratti della gara. Ha chiuso con 32. Peja ha fermato il suo avversario ed ha segnato 28 punti con 10-16 dal campo. Per il primo anno potrebbe trovarsi per molti minuti in campo senza il suo mentore Divac. Un motivo in più per dimostrare d'esser definitivamente cresciuto.

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