Spurs-Grizzlies, si comincia

Manu Ginobili, ancora grande protagonista nei playoff?

Adesso finalmente è ufficiale: dopo una lunga attesa che dura sin dagli albori della franchigia un tempo conosciuta come Vancouver Grizzlies ora, Aprile 2004, il sogno è diventato realtà : i Memphis Grizzlies raggiungono per la prima volta i playoff, al termine di una stagione tanto sorprendente quanto esaltante.

Ci arrivano dopo una regular season da 50 vittorie, inutile dire miglior risultato di sempre, e con un piazzamento buono, il sesto, che anche se non darà  alla squadra del Tennessee il fattore campo nel primo turno dimostra come la post-season sia stata guadagnata con pieno merito.

I primi avversari degli “orsi” in una serie storica per loro saranno addirittura i campioni in carica, i San Antonio Spurs del due volte MVP Tim Duncan, che in stagione regolare vantano un 3-1 negli scontri diretti.

Certo è stato un accoppiamento severo per i ragazzi di coach Hubie Brown, ma visto il livello della squadre in corsa per il titolo della Western Conference le possibilità  di avere un primo turno abbordabile erano pressoché nulle, come hanno dimostrato di sapere bene gli stessi Grizzlies insolitamente poco aggressivi nelle ultime partite valide per “scegliersi” una possibile avversaria.

La sfida si presenta come una delle più interessanti del primo turno, soprattutto perché mette di fronte due squadre dalla filosofia molto diversa, due allenatori, ma con Hubie Brown non potrebbe essere altrimenti, dalla gestione tecnica delle partite quasi agli antipodi, ed un confronto generazionale avvincente.

Infatti la franchigia resuscitata dal genio di Jerry West, che dopo il Three-Peat nella città  degli angeli ha raccolto, e vinto, un'altra sfida in quella di Elvis, si presenta al via di questa post-season senza particolari pressioni di pronostico, a maggior ragione contro una formazione in forma come San Antonio, e sappiamo bene quanto l'assenza di tensioni ed aspettative possa giovare ad un team in momenti così delicati.

In effetti però questo aspetto, peraltro rivedibile vista la grande curiosità  che ormai si è creata attorno ai ragazzi di Brown in tutto il mondo NBA, presenta anche il più classico dei “rovesci della medaglia”.

Infatti l'esperienza playoff dei Memphis Grizzlies si limita a qualche apparizione di Bonzi Wells e Bo Outlaw, mentre per quasi tutti gli altri la post-season, anche per motivi anagrafici, è sempre stata l'attrazione principale dei palinsesti televisivi di fine stagione.

Nell'analizzare la sfida si dovrà  quindi considerare l'impatto soprattutto psicologico che queste partite avranno nelle menti dei giocatori di Memphis, che comunque avranno dalla loro la leadership di una figura assai carismatica come Hubie Brown, vero e proprio artefice del “miracolo” Grizzlies, il quale grazie alla sua filosofia ed alle sue idee innovative proprio perché tradizionali ha portato una squadra ad uno dei miglioramenti più significativi da un stagione all'altra, meritandosi, a detta di molti, il premio di Coach of the Year.

Venendo agli aspetti più strettamente tecnici, il nodo gordiano per i Grizzlies sarà  sicuramente quello del ritmo a cui le partite, soprattutto quelle in casa Spurs, saranno condotte.

Se infatti Memphis riuscirà  ad innescare il suo micidiale contropiede le chances di passaggio del turno aumenteranno esponenzialmente, proprio in virtù dell'ineguagliabile batteria di atleti a disposizione di Brown.

Se invece, e questo sarà  ovviamente il principale game plan di San Antonio, le partite saranno giocate maggiormente con le difese schierate e con pochi possessi le possibilità  per Gasol e compagni si ridurranno considerevolmente.

Non è infatti un mistero che la difesa degli Spurs è da anni la più impenetrabile della lega, soprattutto sotto i tabelloni, e neppure il passaggio del testimone tra David Robinson e Rasho Nesterovic sembra aver indebolito gli speroni texani.

Se aggiungiamo che alla squadra campione del 2003 si è aggiunto quest'anno uno dei migliori difensori nei playoff degli ultmi 20 anni, Robert “Big Shot Rob” Horry, intuiamo come segnare alla difesa schierata di coach Popovich sia un'impresa.

Ritmi alti quindi per Memphis, e possibilità  per Jason Williams, decisamente più concreto del giocoliere a volte fine a stesso e quasi irritante dei tempi di Sacramento, di costruire canestri veloci (e facili) per le sue ali/guardie.

Ed una altro punto di estremo interesse sarà  proprio come riuscirà  la transizione difensiva degli Spurs, peraltro tra le migliori della lega insieme a quella dei Pistons, a limitare la strepitosa energia di giocatori come James Posey, Bonzi Wells e Stromile Swift.

Il primo, Posey, sta attraversando un momento di forma smagliante, ed ha trovato dopo il periodo di alti e bassi di Houston una ambiente perfetto a Memphis, dove si è intergrato alla perfezione in un sistema che sembra costruito appositamente per esaltare le sue doti tecniche ed atletiche.

L'indiziato numero uno per prendersi cura dell'ex Rockets è sicuramente Bruce Bowen, uomo chiave per il cammino nei playoff degli Spurs e candidato anche quest'anno al premio di “Difensore dell'Anno”.

Il problema però sarà  anche come si accoppieranno gli Spurs in tutte quelle situazioni di contropiede successive ad errori in attacco, errori che San Antonio dovrà  cercare di limitare per non concedere la possiblità  a Memphis di alzare il numero dei possessi.

Per fare questo Gregg Popovich si affiderà  al suo uomo-guida, Tim Duncan, che però non dovrà  commettere l'errore di fermare troppo la palla in isolamenti facendo perdere fluidità  ad un attacco non sempre scintillante, soprattutto quando Brown manderà  in campo la sua “unità  difensiva” composta da Bo Outlaw, Earl Watson e Shane Battier.

Per il primo, che nella rigorosa rotazione a 10 di Brown non è in quintetto, ci sarà  il compito di contenere Duncan nei momenti decisivi della partita, quando Pau Gasol non potrà  per questioni di necessaria lucidità  offensiva ma anche di oggettiva impossibiltà  tecnica seguire le orme dell'MVP 2002-2003.

Per Earl Watson, autentico maestro della pressione sulla palla, le consegne saranno quelle di limitare l'apporto offensivo di Tony Parker, ormai seconda punta ufficiale di San Antonio, ed impedirgli le tanto amate situazioni di goco a due con Duncan cercando di passare davanti su tutti i blocchi.

Interessante sarà  anche la scelta di Brown su Shane Battier, che nel caso neppure Outlaw dovesse riuscire a contenere Duncan potrebbe essere chiamato ad aiutare sul lungo, visto che un raddoppio big-on-big con Lorenzen Wright o Stromile Swift appare rischioso vista la grande capacità  di eseguire l'alto-basso di Duncan e Nesterovic.

Infine curiosità  anche per rivedere all'opera nei playoff, che già  lo videro grande protagonista nella cavalcata vincente della passata edizione, Manu Ginobili, utilizzato ultimamente come sesto uomo di lusso, anche nell'insolito ruolo di playmaker durante le pause di Parker.

Per quello che riguarda la difesa degli Spurs probabile staffetta Duncan-Horry su Pau Gasol, con il secondo favorito per la marcatura del catalano nei momenti chiave, e non da escludere un utilizzo dell'immarcescibile 40enne Kevin Willis per contrastare la prestanza fisica sotto canestro dei Grizzlies.

Adesso la parola passa al campo, per una serie che potrebbe anche risultare più equilibrata e lunga di quanto si possa prevedere.

Appuntamento per la prima palla a due per Sabato notte all'SBC Center di San Antonio, Texas.

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