DerMarr Johnson ha lottato per un posto nel roster dei playoffs ed ha fatto il career-high
"La stagione inizia adesso". Così Stephon Marbury dopo l'ultima gara di stagione regolare.
Frase sicuramente ad effetto e con un fondo di verità , visto che il playmaker e la grande maggioranza dei suoi compagni sono arrivati nella Grande Mela con netto ritardo rispetto all'avvio novembrino, ma la nuova (o presunta tale) "stagione" che vuol dire playoffs si prospetta corta ancorché amara.
Primo turno contro i New Jersey Nets, ovvero "The Lincoln Tunnel Series" , come già ribattezzata dai media newyorkesi. Ad un certo punto si era addirittura sperato di incontrare i cugini, quando sembrava che Jason Kidd non potesse essere della tenzone e con Kenyon Martin pure lui appiedato da un infortunio, ma ora sono i Knicks a dover contare i feriti.
Inutile in sede di report entrare nel dettaglio della serie, dato che se ne occuperà chi di dovere sulle pagine di Play.it USA nella sezione apposita. Qui ci limitiamo a raccontare le ultime partite di regular season e a discutere per l'ennesima volta della "Houston Saga".
Ci eravamo lasciati prima della settimana pasquale con New York attesa alla Conseco Fieldhouse di Indianapolis. Come da pronostico, i Knicks hanno fatto da vittima sacrificale ed i Pacers si sono imposti 107-86.
Polemiche a non finire come da tradizione per l'espulsione di Tim Thomas, reo di reiterate proteste dopo aver preso una gomitata in faccia da Scot Pollard non sanzionata dai grigi. Thomas, sentitosi già in precedenza non tutelato dagli arbitri, protesta vivacemente e si vede fischiare il primo tecnico. Nell'azione successiva, la terna arbitrale gli ravvisa un fallo offensivo e Tim sbatte nervosamente la palla a terra ed arriva così il secondo tecnico con la relativa espulsione.
Nel dopo gara critica apertamente l'operato dei fischietti ("Quando giochi 5 contro 8 è ovvio che tu non abbia chance di vittoria" dichiara tra le altre cose) ed il girno dopo gli viene appioppata una multa di 7000 dollari.
Tornando alla partita, Lenny Wilkens non è deluso dalla sconfitta: "Difensivamente stiamo giocando ad alto livello, ma ci sono state delle chiamate arbitrali discutibili. Thomas ha subito fallo parecchie volte senza che gli venisse fischiato fallo" ma credo che tutti gli allenatori, dopo una sconfitta, la pensano così".
Senza Thomas (16 punti per lui fino alla sua cacciata), i Pacers hanno avuto ancora più gioco facile arrivando anche a +28. Bene Mike Sweetney dalla panchina: 10 punti e 6 rimbalzi e Nazr Mohammed con un 20 più 9. Doppia-doppia di Marbury, 10 punti e 10 assists.
Successiva gara in casa contro i Chicago Bulls per avere la matematica certezza dell'approdo ai playoffs. Facile vittoria per 96-82.
Arriva nel secondo quarto l'allungo decisivo con 12 punti di Penny Hardaway (21 alla fine conditi da 7 rimbalzi) e con i Bulls che sbagliano 12 dei 13 tiri dal campo tentati. Poi nel terzo quarto New York va sul 70-42 mettendo in congelatore la partita. Steph fa 20+12, mentre Tim Thomas tira malissimo (3/13).
A Washington serve un supplementare per avere ragione dei padroni di casa. Con Marbury in panchina per tutto il quarto periodo e per tutto il supplementare, sono Mookie Norris e Frank Williams a chiudere l'incontro con gli ultimi 4 punti. Ma non sono solo questi i due gregari che fanno la differenza: DerMarr Johnson fa il suo career-high a quota 22, mentre Sweetney mette insieme una doppia-doppia con 15 punti (6/9 dal campo) e 12 rimbalzi, di cui 5 offensivi.
La classe operaia va in paradiso, insomma, come dicevamo nel titolo.
Che l'operaio a volte possa dire la sua tra le stelle viene confermato due giorni dopo a New Orleans, quando i Knicks battono gli Hornets 101-97.
Marbury ha mal di schiena e gioca solamente 12 minuti e così Norris ne mette 21 ben spalleggiato da Sweetney con il suo 16+9. Johnson si conferma in doppia cifra con 10. Alla fine, saranno 61 i punti che arrivano dalla panchina per gli ospiti.
I locali vanno avanti 81-71, poi 92-87, però New York recupera e un gioco da 3 punti di Sweetney e 7 punti consecutivi di Norris (tutti su assists di Williams) portano avanti i Knicks che non si guardano più indietro. Negli ultimi 4 minuti il parziale 14-5 dei Knicks è infatti devastante.
Wilkens risparmia i titolari e loda i gregari: "Ancora una volta i nostri ragazzi che escono dalla panchina sono stati grandi. Amo il modo in cui elevano il loro rendimento nell'ultimo periodo".
La vittoria a New Orleans lascia aperte le speranze di approdare al sesto posto, ma già durante il primo periodo dell'ultima gara stagionale contro i Cleveland Cavs arriva la notizia che gli Hornets stanno passeggiando in totale controllo della situazione a Washington e dunque un eventuale vittoria contro i Cavs sarebbe inutile.
Marbury gioca ugualmente 44 minuti, confermandosi l'uomo con più minuti di media giocati dell'intera NBA. 20+8 per lui e 12+12 per Kurt Thomas, ma Cleveland vuole chiudere con una platonica vittoria la sua stagione e vince 100-90.
New York chiude dunque l'annata regolare con un bilancio negativo che dice 39 vittorie e 43 sconfitte. Prima dell'arrivo di Marbury, la situazione era 14-21 e decimo posto nella eastern conference. Con Steph, il record è 25-22 e settima posizione" i detrattori sono serviti.
Passando alla "Houston Saga", prima della gara contro Cleveland il giocatore ha dichiarato che vuol far parte del roster per i playoffs, aggiungendo che: "Il ginocchio non è completamente guardito (e questo è un secolo che lo sappiamo, ndr), ma non è questo il punto: voglio giocare i playoffs. Ho aspettato tanto per rigiocarli, ma se non gioco oggi, non credo che ce la farò per gara-1. Comunque, dopo gara-1, se la squadra avrà bisogno di me, farò di tutto per esserci".
Dichiarazioni alla Willis Reed, da capitano e quindi tanto di cappello a H20, ma guardiamo in faccia alla realtà : qui non si tratta di entrare in campo, zoppicando, giocare un paio di minuti, gasare tutti e sedersi" no, qui il gioco perimetrale è del tutto assente senza di lui, mentre nel 1970 il gioco in post era garantito da altri giocatori quando il centro era assente.
Un medico specialista nella cartilagine del ginocchio sentito dal NY Post ha dichiarato che, se il dolore continua da febbraio dopo il periodo di riabilitazione di tre settimane a cui il giocatore si è sottoposto, significa che serve un'altra operazione, ma Houston ha già fatto sapere più volte che non vuole tornare sotto i ferri.
La sensazione, a tastare il polso all'ambiente, è che Houston non ce la farà e quindi le speranze di mandare a casa i Nets sono davvero poche, se non inesistenti. "Sono la peggior squadra che potesse capitarci al primo turno. Da sani, hanno "solamente" raggiunto due finali in due anni, mentre da infortunati hanno dimostrato di avere un grande cuore". Questo il pensiero di Isaiah Thomas.
Affascinante sarà comunque il duello tra Marbury e Kidd, una sfida che infiammerà l'America e che ci dirà forse in maniera definitiva chi è il playmaker più forte al mondo. Steph, scambiato dai Nets proprio per Jason con i Suns, ha già le idee chiare, soprattutto sull'ambiente: "A East Rutherford sarà come giocare in casa, perché molti nostri tifosi vivono in New Jersey. Io che ho giocato là so che è piuttosto fastidioso entrare sul proprio campo e sentire tifare per un'altra squadra".
Se bastasse il solo tifo per vincere, John Stockton, Karl Malone e Jeff Hornachek avrebbero dieci Anelli a testo, uno per dito"
Appuntamento al prossimo report per tirare le somme finali su questa stagione in bluarancio.