Complessivamente deludente la stagione di Aaron McKie
Ora che la stagione è definitivamente finita, con i Sixers matematicamente fuori dai playoffs, si possono tirare i primi bilanci veri della stagione, cosa è andato e cosa non è andato.
L'arrivo in pompa magna di Big Dog Robinson, l' estensione del contratto di Allen Iverson, la fine dell' era di Larry Brown e i nuovi traguardi da raggiungere con Randy Ayers, l' addio di Keith Van Horn (che ultimamente comunque lascia con l'amaro in bocca le ex-squadre), tutte cose che all' inizio della stagione facevano chiaramente pensare ai Sixers come protagonisti della corsa al titolo della Eastern.
Poi i tanti infortuni, il cambio dell' allenatore, la mancanza di mentalità vincente di squadra e del leader, gli infortuni del leader, i capricci del leader, le assenze agli allenamenti del leader, le parole grosse del leader e via dicendo, e la stagione è naufragata. Mi sento pronto a dare le pagelle ad ogni Sixer di quest'anno.
– AMAL McCASKILL, ZENDON HAMILTON e GREG BUCKNER: 6 POLITICO.
Essendo dei buoni mestieranti Nba (Buckner di certo un gradino più in alto, ma quest' anno viene giocoforza accomunato agli altri) hanno fatto il loro sporco lavoro come potevano, difendendo, infliggendo mannaiate e prendendo rimbalzi, senza mai incidere sulle partite, ma d' altronde non era certo compito loro.
– KYLE KORVER: 6
Quaranta per cento da tre, alcune buone prove, a tratti sembrava venir fuori come rivelazione, ma il suo gioco all' interno della riga dei tre punti, sia offensivo sia difensivo, non lo supporta ancora. Teniamoci qualche fiammata del rookie da Creighton, e speriamo possa migliorare.
– JOHN SALMONS e WILLIE GREEN: 7
Se non fosse stato per la loro tenacia, per la loro grinta e per la loro (per alcuni) sorprendente vena realizzativa, oggi staremmo parlando dei Sixers alla stessa stregua degli Hawks o dei Magic, invece che di una squadra che “ha sfiorato i playoffs senza la sua stella”. Nelle ultime partite grandi prove offensive, forse a voler dimostrare qualcosa a compagni di squadra e al reparto infortunati.
– SAMUEL DALEMBERT: 7.5
Esplosione dell' haitiano proprio nei tempi giusti e preventivati, otto punti, quasi otto rimbalzi e due stoppate e mezzo di media in stagione, con una intimidatoria e continua presenza sotto il tabellone. Se i Sixers sono rimasti in piedi fino all' ultimo è anche merito suo.
– DERRICK COLEMAN: 5
Non ce la fa più. Quest' anno ha dimostrato di non poter essere fisicamente un fattore. La tecnica rimane, e rimarrà anche quando avrà sessant' anni. 34 partite giocate, otto punti di media e una attitudine ormai andata.
– AARON McKIE: 5
L'ombra del giocatore che ha vinto ultra meritatamente il titolo di Sesto Uomo dell' Anno nel 2001. L' uomo da Temple quest' anno ha dimostrato una involuzione, soprattutto offensiva, senza precendenti, si è spesso tirato indietro quando era il momento di prendersi responsabilità realizzative senza Iverson, e ciò è male.
– MARC JACKSON: 6.5
Sfortunato l' ex giocatore dei Warriors. Nel suo momento migliore, coincidente con il momento migliore dei Sixers, si rompe un dito e sta fuori praticamente fino alla fine della stagione. La sorpresa positiva di Marc Jackson è stata la sua attitudine al rimbalzo e la sorprendente dedizione difensiva che ci ha messo, condita da qualche straordinaria prova offensiva. Forse poteva tornare più in fretta, ma nessuno può sapere i retroscena di questa e di altre storie di infortunio.
– ERIC SNOW: 6.5
Che dire del capitano? Partite scialbe, palle perse che sono costate la vittoria, ma forse L' UNICO che ha veramente sputato sangue su quel parquet, dieci punti e sette assists di media, senza infamia e senza lode, ma sempre il solito grande commovente guerriero.
– KENNY THOMAS: 6.5
Doppia doppia di media in stagione, partite da dominatore, grande intensità su entrambi i lati del campo. Forse ci siamo tutti dimenticati che a Houston non era altro che un buon comprimario e che solo a Phila ha trovato questo status. Nonostante ciò gli abbiamo chiesto molto, e gli chederemo ancora di più, ci ha abituato bene, e quando non domina lo troviamo deludente.
– GLENN ROBINSON: 6–
Stagione falcidiata dagli infortuni, alcuni seri alcuni al limite del fantasma, una ennesima prova di dubbia dedizione e applicazione, in senso “garnettiano”… 42 gare, 16 punti di media, ma mai una prova da dominatore. Quattro rimbalzi a partita, e dire che lo chiamavano Big Dog perchè “ringhiava a rimbalzo”…
– ALLEN IVERSON: 6
Ci vorrebbero 100.000 caratteri per entrare nel merito Iverson-2003-2004 e per cercare di capire o parzialmente spiegare l' andamento della stagione. Limitamoci alle cifre: 48 partite, 26.4 punti a gara, quasi 7 assists, 2.4 recuperi e 4.35 palle perse.
Provo a analizzare da vari punti di vista, ma per The Answer è stata una gran brutta stagione. Se ne vuole andare? Rimane? Arriva Maurice Cheeks? Non si sente tutelato?
Nessuno può saperlo, rimane il fatto che la stagione fallimentare dei Sixers è partita e scaturita da problemi che lo coinvolgevano. Aveva torto? Aveva ragione? Ormai non ha più senso giudicare, bisogna solo guardare avanti, soprattutto lui deve decidere se vuole rimanere a Philadelphia per vincere. Iverson vuole vincere, lo dice sempre. Che lo dimostri. Ai Sixers o da qualche altra parte. Ma che lo dimostri.
– RANDY AYERS: 5
Non ce l' ha fatta. Il discepolo di Larry Brown non è riuscito nell' intento di ereditare la macchina difensiva dei Sixers e farla funzionare come solo con Larry funzionava. In più non è riuscito a gestire i problemi di spogliatoio creatisi con il perdurare delle sconfitte.
– CHRIS FORD: 6.5
Voto un pò provocatorio. Non è simpatico, non ha un bel modo di fare, non è elastico, è un Celtic, tutte cose spiacevoli, ma con lui e senza Iverson i Sixers sono arrivati ad un tiro da tre di Gilbert Arenas dai playoffs, con giocatori senza nome e senza leader, solo con la voglia di andare avanti e di dimostrare qualcosa. Tutto questo è merito di Chris Ford, e di nessun altro. Ha saputo valorizzare giocatori come Green e Salmons, dandogli fiducia e responsabilità , e loro lo hanno ricambiato.
– BILLY KING: N.G.
Non ci sono elementi per esprimere un giudizio, aspettiamo la prossima estate e la stagione…