‘Mea culpa’ su Brad Miller

Tutti a dire che i Kings con Brad Miller erano stati fregati, siamo ancora sicuri ?

Nel mondo dell'ippica c'è un famoso detto in cui si ricorda che “per fare un uomo bugiardo ci vuole un cavallo”, nell'NBA una regola molto vicina a questa è che “per fare di un intenditore di basket un bugiardo ci vuole un draft”, ma per quanto riguarda il sottoscritto c'è addirittura voluto molto meno è bastato un semplice scambio, leggete qua:

“Riassumendo i Kings si sono ingolfati il salary cap per quasi un decennio con un giocatore che sai di sicuro non sarà  mai una stella, hanno rinforzato palesemente una diretta concorrente in uno scambio in cui c'è entrata solo perchè aveva ampio spazio di manovra salariale, il tutto per prendersi un giocatore di cui alla fine non avevano nemmeno bisogno, perchè i Kings avevano bisogno di un ottimo difensore, e Brad Miller in difesa non vale nemmeno la metà  di Pollard e Clark, ed in attacco con tutti gli attacanti che ci sono i suoi punti non hanno quasi nessuna rilevanza.”

Queste parole sono state il cuore di un articolo scritto dal sottoscritto (il cui testo integrale è reperibile qui) a seguito dello scambio a tre che portò Brad Miller a Sacramento la scorsa estate.

Ricordiamo innanzitutto i dettagli dello scambio, che coinvolse tre squadre di primissimo piano, ossia Kings Pacers e Spurs, ad oggi le due prime squadre dell'NBA e i Campioni in carica, quindi uno scambio destinato probabilmente a condizionare fortemente la lotta per il titolo. Lo scambio andato in porto per l'esattezza il giorno 24 luglio 2003 prevedeva Brad Miller ai Kings, Scot Pollard e Danny Ferry ai Pacers e Hedo Turkoglu e Ron Mercer agli Spurs, ma quello che fece scalpore era la cifra per cui Brad Miller aveva rinnovato con i Pacers per poi essere passato a Sacramento ossia 68 M$ per sei anni.

Da agosto ad oggi però di acqua sotto i ponti ne è passata molta, Brad Miller è andato per il secondo anno consecutivo all'All Star Game, solo che se lo scorso anno c'era andata con qualche dubbio, per di più in una Eastern Conference dominata dagli esterni, quest'anno c'è andato con pieno merito nella selezione dell'Ovest dove di lunghi ce ne sono tanti e forti. Ma soprattutto Brad Miller ha fatto si che i suoi Kings orfani per oltre quattro mesi del loro miglior giocatore Chris Webber, siano arrivati a fine marzo con il miglior record dell'ovest.

Tirare le somme adesso potrebbe essere troppo tardi, considerando che già  da novembre Miller ha offerto un rendimento eccellente, contornato da triple doppie rimbalzi e assist in quantità  industriale, ma anche presto visto che il suo contratto conta ancora sei lunghi anni prima della scadenza, e che per ora il tanto agognato anello i Kings non l'hanno ancora vinto.

Su Brad Miller probabilmente hanno inciso molto i pregiudizi sul suo passato cestistico, perchè se oggi l'NBA è aperta a giocatori da ogni provenienza, nel '98 quando Miller è uscito dal college era un giocatore molto grezzo senza un fisico atletico, assolutamente non pronto per l'NBA, un passaggio in Europa da noi a Livorno, e poi un lento rientro nella lega più bella del mondo, con un paio di stagioni incolori a Charlotte. In verità  però nel 2001 al suo primo anno ai Bulls era già  in ballottaggio per l'All Star Game e risultò il primo centro escluso. Dunque a grattare il fondo della pentola i motivi per cui si poteva credere in lui in fondo c'erano.

In questo contesto tutte le considerazioni fatte ad agosto potrebbero risultare folli, solo che le parole del sottoscritto non erano altro che una gocciolina nell'Oceano Pacifico, in quanto la quasi totalità  degli addetti ai lavori era concorde sul fatto che i Kings avessero preso una bella fregatura, adesso invece oltre al rendimento di Miller bisogna guardare con attenzione anche al resto dello scambio, Pollard ad Indiana era atteso come un lungo importante, visto che ad Ovest aveva spesso fatto ottime gare, invece ai Pacers è stato rilegato in fondo alla panchina da Jeff Foster, onesto comprimario che però essendo da molti anni nell'ambiente ha saputo capitalizzare al massimo la sua esperienza nell'ambiente.

A San Antonio invece si erano presi come detto Turkoglu e Mercer entrambi in scadenza, con la chiara intenzione di aggiungere maggiore pericolosità  offensiva ad un attacco molto sterile. La realtà  di oggi parla invece di cose molto diverse, Mercer non si è minimamente integrato nel sistema al punto che nonostante il suo enorme stipendio è già  stato tagliato senza nemmeno provare a portarlo ai playoff. Turkoglu è stato inserito a sorpresa in quintetto, con risultati discreti, solo che la sua promozione è costata il posto a Ginobili, che essendo free agents potrebbe a questo punto anche decidere di andarsene in estate senza la garanzia del quintetto.

Dunque le cose rispetto ad agosto sembrano essersi del tutto invertite, con i Kings che invece di essere i fessi della situazione sono stati i furbi, gli Spurs, che sembravano i furbi avendoci solo guadagnato mettendo in mezzo solo lo spazio salariale per far andare in porto lo scambio, ad oggi sono considerati quelli che hanno fatto si che i Kings potessero avere un All Star come Miller, mentre i Pacers rimangono più o meno sulle stesse posizioni non potendo fare molto di più, solo che il loro ex rischiano di ritrovarselo contro in una eventuale finale NBA.

Questa non è che l'ennesima dimostrazione del fatto che dare giudizi nell'immediato su uno scambio nell'NBA è semplicemente impossibile, in questo il sottoscritto non è che uno dei tanti che credendo Brad Miller un mezzo bidone, si sono scagliati contro i Kings la scorsa estate, con il passare del tempo e il cambiare delle cose non mi resta da fare che un enorme “mea culpa” sull'analisi a caldo della vicenda, ben sapendo che poi magari la storia cambierà  ancora i contorni di questo scambio, magari i Kings si sciolgono ancora come neve al sole ai playoff, come gli è successo lo scorso anni, e il basket “pratico” degli Spurs regala a Duncan e soci il terzo anello, magari con un ruolo da protagonista per Brother Hedo, oppure i Pacers abbattono il tabù dell'est e grazie anche alla difesa del basettone da Kansas vincono la finale, insomma ai playoff il verdetto.

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