Nella partita con Boston, i Sixers hanno veramente toccato il fondo…
Dopo una settimana di grandi prove di squadra ed individuali, i Philadelphia 76'ers cadono proprio sul più bello, in uno scontro diretto praticamente senza domani, al Fleet Center contro i Celtics, un 65-89 che non lascia adito a dubbi sull' andamento della gara, con un ultramisero 27 per cento dal campo, un 62 per cento dalla lunetta (con solo 16 liberi tentati), e nonostante una serata non esaltante di Paul Pierce, 11 punti con 5 su 13 dal campo.
Si materializza quindi lo spettro della esclusione dai playoff, non ancora certa, ma assai probabile, soprattutto quando si continuano a sprecare occasioni d' oro senza neanche lottare, come è appunto accaduto sul parquet incrociato di Boston.
La settimana era cominciata estremamente bene, nei limiti del possibile, essendo le buone prestazioni della squadra “viziate”, secondo chi vi scrive, da una decisa presa di posizione dello spogliatoio bianco-rosso-blu nei confronti di Allen Iverson, seduto ancora una volta per un non ben precisato problema al ginocchio.
I Sixers infatti hanno inanellato una serie di gare caratterizzate dall' intenso fuoco della determinazione e dagli assoluti occhi della tigre, come a voler dimostrare a tutti che la squadra ce la poteva fare anche senza il suo leader, e per un pò qualcuno, me compreso, ci ha creduto. Vittoria superando i cento (non so da quanto tempo non accadeva) sui Mavericks al Wachovia Center, un 107 a 98 contro Nowitzki e compagni, squadra che non sta attraversando un gran momento ma che è pur sempre una delle mine vaganti della Western Conference, vittoria caratterizzata da un assolutamente insolito 54.5 per cento dal campo e da una prova magistrale di Kenny Thomas, quasi sempre da solo a tenere a galla tutta la baracca, sia offensivamente sia difensivamente, 27 punti, 13 rimbalzi e 7 assists, un vero e proprio dominatore, ben supportato da un sorprendente John Salmons da 21 punti con 8 su 12 dal campo e dai 19 punti di un altrettanto sorprendente Willie Green.
Per i Mavs ottimo Nowitzki con 30 punti, ma poco altro da parte di Finley, Nash (entrambi a 10 punti con un 8 su 28 combinato di percentuale dal campo) e Walker (9 punti con 3 su 9 totali). Vittoria nella gara casalinga successiva contro i Phoenix Suns, 99 a 94 con un grande Samuel Dalembert da 23 punti e 14 rimbalzi, con 19 punti di Eric Snow e con 18 punti di Willie Green, che insieme a John Salmons sono la vera rivelazione di questo ultimo scorcio di stagione.
Arrivano i momenti importanti, arrivano gli scontri diretti, arrivano i Cavaliers di LeBron James al Wachovia Center, praticamente non c' è domani, ci si gioca i playoffs. Esaltante vittoria 86 a 71, con un career-high di John Salmons da 22 punti, con Samuel Dalembert da doppia doppia con 12 punti e 10 rimbalzi, con una superiorità marcata a rimbalzo (53 a 40) e con un LeBron James tenuto a 16 punti, 7 assists e 5 palle perse. Si poteva sperare in una ennesima prova di solidità al Fleet Center, essendo anche quello uno scontro diretto in chiave playoff, invece è arrivata la implosione, 65 punti e 27 per cento dal campo, un vero e proprio crollo.
E' indubbio che la ormai mancata partecipazione ai playoffs (salvo miracoli) ha delle attenuanti, per tutta, e dico TUTTA la stagione non c' è mai stato il roster titolare al meglio. Vado a occhio, ma Iverson, Robinson, Coleman e Jackson, avranno giocato in media una quarantina di partite ciascuno, cioè metà stagione, e di certo senza praticamente metà squadra per metà stagione, arrivare a giocarsi i playoffs fino alla fine può anche essere considerato un buon risultato.
Molti di voi mi hanno scritto chiedendomi perchè sono stato così duro con Allen Iverson nel report precedente. Forse sono un viziato, forse mi sono abituato troppo bene a vederlo giocare infortunato e a dare sempre il 101 per cento per sè, per i Sixers, e PER VINCERE.
Quest' anno, e lo dico con la morte nel cuore, secondo me The Answer non si è comportato bene nei confronti dei Sixers, e nemmeno nei confronti dei suoi personali tifosi. Ci può stare fermarsi per un infortunio, ci può stare cercare di essere al meglio magari saltando qualche partita in più, ma il suo atteggiamento e il suo approccio mentale ai problemi è stato deleterio nei confronti della squadra.
Di certo non ha aiutato la vicenda Ayers, la vicenda Ford, la vicenda allenamenti saltati e la vicenda quintetto mancato, ma lui, in prima persona (e di conseguenza anche gli altri interessati, Ford e King in primis), è stato il primo ad alzare le barricate, a creare il muro contro muro. Io vorrei con tutte le mie forze che Iverson rimanesse ai Sixers, lo vorrei perchè nonostante i fatti mi stiano dando torto, sono ancora convinto che The Answer sia quell' uomo franchigia capace di portare i Sixers perlomeno ai vertici della Eastern Conference.
E poi abbiamo visto che basta poco, a livello di innesti, per diventare una squadra da titolo, anche contro le corazzate dell' Ovest, basti guardare i Pistons con Rasheed Wallace (e va bene così… senza parole) o i Pacers di Rick Carlisle. Quindi il pensiero va diretto diretto a Billy King e alla sua estate calda…