Luol Deng a rimbalzo contro Romain Sato
I Duke Blue Devils raggiungono le Final Four 2004, confermando i pronostici e la testa di serie n.1 assegnata dal comitato all'inizio del torneo: letta così, si direbbe che il regional di Atlanta sia stato solo una serie di partite il cui esito finale era già scritto.
In realtà non è andata così, il bracket ritenuto il più equilibrato da molti esperti ha offerto tante partite avvincenti, non ultima la finale, nella quale Duke ha dovuto lottare fino all'ultimo per superare la squadra forse più in forma dell'ultimo mese, i Musketeers di Xavier.
Si viaggia sul filo dell'equilibrio fin dalla palla a due iniziale, con basse percentuali (sbagliati i primi 11 tiri, il primo canestro dopo 4 minuti), molti falli e difese che costringono gli attacchi a conclusioni spesso forzate.
Xavier non mostra nessun timore reverenziale e ribatte colpo su colpo alla maggiore stazza di Duke; nonostante il perdurante problema alle costole, Chris Duhon mette la museruola all'eroe della semifinale Romain Sato, costringendolo a 1-5 dal campo, ma come al solito ci pensa il compagno di reparto Lionel Chalmers a compensarlo con 13 punti all'intervallo. I Musketeers vanno al riposo in vantaggio per 30-28 grazie ad una tripla sulla sirena di Dedrick Finn, di ottimo auspicio ripensando alla vittoria su Mississippi State, quando Finn segnò allo scadere del primo tempo da metà campo.
Nel secondo tempo Duhon mette la museruola su Chalmers (solo 4 punti nella ripresa), ed allora è il centrone Anthony Myles a caricarsi sulle spalle i Musketeers, con ripetuti rimbalzi offensivi e canestri da sotto. Xavier è avanti 44-41 a 12 minuti dalla fine, quando nello spazio di sei secondi vengono fischiati quarto e quinto fallo a Myles: entrambi i falli avvengono su contatti con Shelden Williams senza palla, e di certo non trovano d'accordo Myles e la panchina di Xavier (a fine partita peraltro coach Matta ammette di non avere tolto dal campo tempestivamente Myles); l'uscita del centro sarà a posteriori una delle chiavi della partita.
Xavier non molla e si arriva a 3 minuti dalla fine sul 56-56; a 2:55 il fino allora disastroso J.J. Redick (3-13 fino ad allora) segna la tripla del vantaggio definitivo di Duke dopo un rimbalzo offensivo di Luol Deng, e meno di un minuto dopo è un tap-in di Deng a scavare il solco minimo ma sufficiente ai Blue Devils per portare in fondo il vantaggio. Finisce 66-63, per coach K arriva la decima partecipazione alle Final Four (e difficilmente sarà l'ultima").
Luol Deng viene eletto miglior giocatore del regional, scelta legittimata da 19 punti, 7 rimbalzi, 3 assist in 30 minuti e molte azioni decisive. L'anno scorso era ritenuto il secondo miglior giocatore delle high school dopo LeBron James, quest'anno molti lo hanno votato secondo miglior freshman dopo Chris Paul, intanto però i successi di squadra li porta a casa lui (ci sarebbe inoltre molto da ridire su chi gli ha preferito il pur valido Paul).
Oltre a Deng altra ottima prova di Shelden Williams (12 punti, 13 rimbalzi e 5 stoppate); in una partita nella quale il tiro da fuori non è risultato decisivo Duke ha fatto valere il peso sotto canestro. Più di una menzione si merita per l'ennesima volta Duhon, 40 minuti ed una difesa da manuale pur con i problemi fisici più volte menzionati.
A San Antonio Duke affronterà in semifinale UConn per una partita già definita come finale anticipata, e nella quale parte sulla carta leggermente sfavorita; ma può essere davvero sfavorita una squadra che ha oramai fatto delle Final Four l'obbiettivo minimo ogni anno?
Dall'altra parte 17 punti per Chalmers e 16 più 10 rimbalzi per Myles, con il rimpianto dell'uscita per falli prematura, specie se si pensa che le due azioni decisive sono nate da due rimbalzi in attacco di Duke. Per coach Matta ed i suoi Moschettieri un finale di stagione ammirevole ed esaltante, ma anche tanto amaro in bocca, ancora maggiore quando si arriva così vicini alla "terra promessa".