I titolari salgono sul podio

Shaq domina il centro dell'area… quando si è già  vista questa scena?

Lakers 83 @ Utah Jazz 88
Lakers 109 @ Boston Celtics 117
Lakers 86 @ Minnesota T-wolves 96
Lakers 88 @ Chicago Bulls 81
Orlando Magic 110 @ Lakers 113 dts
Lakers 106 @ L.A. Clippers 103
L.A. Clippers 100 @ Lakers 106
Milwaukee 103 @ Lakers 104 dts

Che bel solstizio di primavera quello che hanno vissuto i Lakers in questo scorcio di Marzo.

L'inverno è passato e nonostante la classifica non li veda primeggiare come più di qualcuno aveva pronosticato prima dell'inizio della stagione, le cose sembrano volgere decisamente al bello per i giallo viola.

Nel giro di pochi turni, la squadra di Los Angeles è passata dal quinto al terzo posto nella corsa ai play-off, ormai a un tiro di schioppo, accorciando a quattro le lunghezze che la separano dai sempre bellissimi Sacramento Kings, autori in settimana di una bella rimonta in casa della favorita ad Est, Indiana e ad una sola partita dai rivali di Minnesota, sempre una squadra impressionante a partire dal suo capitano e vero MVP in pectore della stagione.
Alle spalle dei giallo viola, si muove un terzetto di franchigie tutte in racchiuse nell'esiguo spazio di due vittorie e mezza.

I San Antonio Spurs, che hanno evidentemente patito l'assenza per qualche gara del loro faro e capitano, Tim Duncan, i sottovalutati Dallas Mavericks, che nonostante non sembrino brillare quanto la versione 2003 potrebbero proprio per questo essere ancora più pericolosi in fase play-off e i Memphis Grizzlis, vera sorpresa della stagione.

Il loro 2004 è stato una vera fonte di bel gioco e di entusiasmo per i tifosi e non sarà  affatto facile andare nella loro tana in fase di post season.
Ma bisogna tornare in California.

Bisogna farlo per ricordare che questa scintillante metà  di marzo non era proprio partire con buoni auspici. L'infortunio a Kobe Bryant, che rischiava di minare le aspettative finalmente vicine di vedere tutti in campo i fab four tanto agognati da Jack Nickolson e compagnia.

La sconfitta con Utah, nella partita più fisica che i Lakers avessero giocato dall'inizio dell'anno, un antipasto di play-off condito con la straordinaria determinazione che solo Kirilenko sa mettere in mostra.

La seconda sconfitta in tre gare proprio contro i T-Wolves, una delle rivali più accreditate, è inutile ricordarlo, proprio nella serata del rientro ufficiale della formazione titolare sul parquet.

Nell'occasione da segnalare che non è stato il primo quintetto a perdere il confronto, piuttosto è stata la seconda batteria di Minnesota a scardinare le riserve Lakers con una prestazione al limite dell'ubriacante.
Qui finiscono le cattive notizie.

Si, perché da questo momento la formazione di Phil Jackson ha cominciato a riequilibrare il proprio gioco, apparentemente immemore delle polemiche che squassavano fino a pochi giorni prima le pareti dello spogliatoio.
Prima una vittoria contro i Bulls, poi la sfida stellare fra Kobe e T-Mac, culminata in supplementare che ha fatto brillare gli occhi agli manti della pallacanestro d'attacco.

Le due sfide contro i Clippers, seppure non proprio insormontabili in quanto a difficoltà  hanno portato nei Lakers la convinzione di poter accendere la luce del miglior gioco nei momenti più importanti della gara, con un Bryant che spalla o non spalla ha sempre guidato l'attacco del punto di vista statistico ed uno Shaq imperioso a rimbalzo e sempre più nella mentalità  da primavera.

La riprova è arrivata solo 24 ore fa, quando i Bucks hanno fatto visita allo Staples Center e si sono trovati ad affrontare al seguito di un Van Horn da 32 punti, un O'Neal in forma scintillante autore, tanto per accaparrarsi il premio di miglior giocatore della settimana ad Ovest, di una gara da 26 rimbalzi, 31 punti e 7 stoppate.

Al di là  delle statistiche però, sono due in particolare i motivi per sorridere in casa Lakers. Il ruolo di ala piccola sta man mano riscivolando nelle mani di Rick Fox.

Il numero 17, co-capitano del roster angelino è rientrato quasi in punta di piedi, senza mai fornire prestazioni numeriche di rilievo in questi mesi, ma sempre di più la sua precisione nei passaggi, in particolare nel cuore dell'area, dove staziona un numero 34, i suoi modi spicci in difesa e la sua sana strafottenza hanno ristabilito un feeling con il gioco, là  dove George non riesce mai ad incidere e dove Walton, che pure sta disputando una più che diligente stagione da rookie con giocate, specie di passaggio anche decisive, ancora manca di personalità .

Per il ruolo di ala grande il discorso è ancora più importante.
Dopo mesi di sofferenza, con polemicuccia indirizzata allo staff medico, Karl Malone ha ripreso il suo posto e il suo peso è giusto dirlo, è già  tornato a farsi sentire. Nulla da dire, quarant'anni possono pesare in positivo quando sono racchiusi nella corazza che mostra l'ex Jazz e quando si mostrano in giocate d'esperienza e di classe per almeno trenta minuti a serata.

Il meglio della settimana: in una settimana che porta in dote un bilancio di cinque vittorie in fila, non è difficile trovare una nota lieta. Quella dei Lakers ultima versione è più cerebrale che fisica.
Dopo settimane di incomprensioni e di lamentele striscianti i titolari di Los Angeles hanno semplicemente ripreso a giocare con il giusto minutaggio, per ognuno dei suoi capitani e soprattutto Los Angeles ha ripreso a passare la palla, in particolare dal gomito e dal lato con Payton, molto coinvolto e libero ogni tanto di zingarare e da Malone, vero jolly in più della formazione giallo viola in tema di esecuzione di schemi e conclusione dal post e dopo il pick and roll.

Il peggio della settimana: proprio il pick and roll ha rappresentato quest'anno così come nell'immediato passato uno dei talloni d'Achille per la difesa dei Lakers. Ancora nelle ultime gare contro Minnesota e Sacramento Bibby, Cassell e Hudson hanno messo a nudo qualche perplessità  di troppo nella strategia da seguire contro questo schema e anche se lo staff viola è particolarmente avverso a questo movimento, Carrill in testa, sarà  difficile non vedere gli avversari di L.A. provarlo ripetutamente in sede di post season.
In altri anni è bastato muovere le stelle per adeguarsi. Quest'anno ancora no.

E adesso? Mancano dodici gare alla fine della stagione regolare.
11 contro squadre dell'Ovest e solo una centro avversari dell'altra conference. 9 in casa e solo tre in trasferta. La stagione quindi potrebbe ancora vedere salire qualche scalino in graduatoria ai Lakers prima dell'inizio dei play-off, ma le prossime gare sono di quelle vere: Sacramento, Minnesota, Utah e New Orleans proveranno ad espugnare lo Staples e gli Spurs non sono che ad una lunghezza di distanza in classifica.

Alla prossima"

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