Guarda chi si rivede….Charles Oakley!
Dallas @ Houston 98-101
L.A. Clippers @ Houston 85-90
New Orleans @ Houston 86-97
Memphis @ Houston 80-88
Phoenix @ Houston 99-97 OT
Houston @ Golden State 84-90
La regular season si sta avviando alla sua conclusione e Jeff Van Gundy non è ancora riuscito a risolvere il mistero di una squadra incapace di imparare dai propri errori. Durante le sessioni di allenamento cerca in continuazione di motivare i ragazzi, inculcando loro quella mentalità fondamentale per aspirare a risultati importanti ma gli esiti positivi di tali sforzi per il momento non si sono visti.
Van Gundy ha quasi l'impressione che la squadra non lo segua, che i giocatori stessi siano convinti che qualunque cosa possano fare, non sarà mai sufficiente per migliorare la situazione.
"Se le tue aspettative per un giocatore o per un team sono superiori a quelle che lo stesso giocatore o la stessa squadra nutre per sé, allora c'è qualcosa che non funziona. Loro sanno che non sono soddisfatto ma nulla è cambiato e ciò mi preoccupa".
Contro i Mavericks i Rockets erano riusciti a vincere nonostante 30 palle perse, con i Clippers 16 turnovers non avevano precluso la vittoria di Yao e compagni così come nella sfida con i Grizzlies i numerosi errori del secondo tempo erano passati quasi inosservati. Davanti ai Suns però il trend positivo si è interrotto e la sconfitta patita tra le mura amiche contro la peggior formazione della Western Conference ha scatenato le critiche dei mass media almeno tanto quanto la frustrazione e la rabbia del head coach dei texani.
"Nella pallacanestro devi imparare dalla vittorie, non aspettare le sconfitte per correggere gli errori. Questo è quello che fanno le grandi squadre".
"Durante le 5 vittorie di fila avevamo una media di 17.6 palle perse per gara. Poi sono arrivate le 13 contro Memphis. Non abbiamo corretto le cose che non andavano e il risultato sono state le 27 palle perse nella partita con Phoenix; questo significa che negli ultimi 77 minuti abbiamo regalato 40 palloni agli avversari".
La dura analisi non tiene conto dell'ultimo passo falso dei Rockets, nella Bay Area al cospetto dei non certo irresistibili Warriors.
Sentite Van Gundy: "E' davvero molto frustrante, non riusciamo mai a fare l'ultimo salto di qualità , ci manca sempre qualcosa. Non parlo tanto di vittorie o di sconfitte ma di come giochiamo, di palle perse e roba del genere".
Insomma, le ha tentate tutte, ma i problemi sono sempre gli stessi e, se è vero che rispetto al passato adesso i playoffs sembrano alla portata di Houston, è altrettanto evidente come con tali premesse è pura utopia anche solo pensare di poter fare strada nella post season.
Intanto, si è rivisto su un parquet Charles Oakley, ingaggiato con un contratto della durata di 10 giorni visto che gli infortuni avevano messo ko tutte le ali della squadra. Qualche contatto duro con l'avversario, due o tre paroline con il pubblico, due falli commessi e un rimbalzo, ecco il suo tabellino personale ma ciò che conta veramente è aver visto nuovamente in campo il guerriero:
"Non penso di avere mai smesso - dice Charles - ho ancora le gambe, riesco ancora a muovermi. Questa è la chiave, muoversi, capire il gioco, parlare in campo. Molti giovani non la possiedono."
"Sono solo più vecchio e molti teams non vogliono giocatori di 40 anni, Vedremo quello che succederà ".
Ecco la chicca finale: "Dobbiamo sapere dove sono il nostro pane e il nostro burro. Non importa come Yao sta giocando (deludente la sua prestazione di Venerdì), dobbiamo continuare a cercarlo giocando senza snaturare la nostra struttura di gioco". Che personaggio! Patrick Ewing fa parte dello staff tecnico, Clarence Weatherspoon fu acquistato all'inizio della stagione e Marc Jackson arrivò come free agent un mese fa. All'appello mancherebbe solo Larry Johnson!
Stay tuned!