I Kings cambiano pelle

Il tiro decisivo di Bibby contro Indiana

Foglio di carta e penna biro: i responsabili dello scout avanzato delle squadre che faranno, o sono il lotta per i playoffs, stanno prendendo nota per valutare la nuova strutturazione dei Sacramento Kings. Che stanno cambiando pelle, con l'inserimento di Webber, mostrando pregi e difetti.

Proviamo allora a fare lo stesso, sulla base delle quattro partite giocate dai Kings in questa settimana. Due sconfitte, New Jersey 94-77 e Washington 114-108, due vittorie, San Antonio 101-87 e Indiana 94-92. Partite pesanti quindi, avversari di qualità .

La prima considerazione riguarda la transizione e il ritmo: la squadra di Adelman soffre il ritmo alto. Si è visto a Washington, dove Gilbert Arenas e Kwame Brown, 57 punti in due, hanno messo in croce i californiani. Si è visto nel New Jersey, nel primo quarto, l'unico giocato per davvero, teminato 26-9 per i campioni della Eastern Conference. E si è visto nelle prima metà  della sfida di Indianapolis. Quest'aspetto ci porta a valutare il capitolo Webber.

L'ex Michigan sta giocando con una mobilità  molto limitata, trasferendosi da una parte all'altre del campo al suo ritmo. Ad Indianapolis si è chiaramente visto come, ad un ritmo alto, il fiato sia abbastanza corto. Gli uomini di Carslile hanno sfruttato questo aspetto, hanno segnato 35 punti nel primo periodo, addirittura 44 in meno di 16', toccando anche i 15 punti di vantaggio.

Se contro Indiana l'attacco ha mantenuto a galla Bibby e compagni, contro New Jersey la squadra è andata a picco: nel primo quarto solo Peja Stojakovich ha segnato dal campo. Il resto del gruppo ha fatto 0-14. Con 7' da giocare nel secondo periodo il punteggio era di 43-15.

"Abbiamo giocato una partita orribile - ha detto Adelman alla fine, puntanto l'indice contro l'attacco - andando fuori ritmo offensivamente (37.8% dal campo finale ndr). Se giochiamo così in attacco, fatichiamo in qualsiasi gara." Gli ha fatto eco Richard Jefferson che ha liquidato la questione dicendo che "i Kings non sono certo i migliori dell'Ovest."

Proprio in attacco la squadra sta cambiando pelle. Attorno a Webber. Contro San Antonio, Chris ha ricevuto spesso la palla al gomito, la posizione classica del lungo nella Princeton Offense, e si è trovato spesso ad attaccare 1-1 da fermo, spalle a canestro. Con le mani che si ritrova, marcato principalmente da Rose e Horry, Webber ha ricavato 21 punti, con tiri in allentamento e ganci. La sua partenza verso il canestro al momento non è paragonabile a quella che conoscevamo. Da un punto di vista fisico e psicologico. Basta notare i passetti, tipici di chi si muova ancora sulle uova.

Ad Indiana, Adelman ha sfruttato al meglio il pick n roll fra lui e Bibby. Ottenendo due effetti: il controllo del ritmo, a partire dal terzo quarto nel quale è partito il recupero di Sacramento, ed un Webber che, su di un campo più aperto ha ricevuto spesso la palla, froteggiando già  in movimento. Questo aggiustamento può risultare fondamentale: al momento un Webber da fermo è destinato a faticare contro Duncan, Garnett, probabilmente lo stesso Malone.

Già  in movimento il discorso cambia. Nel primo tempo sul gioco a due, Chris è spesso andato in avvicinamento, faticando però a finire la sua penetrazione per mancanza di esplosività . Nel secondo tempo si è aperto per tirare dai 5 metri con ottime percentuali e mano davvero vellutata. Quest'opzione crea però problemi di bilanciamento, che i Pacers peraltro non hanno sfruttato, perché ti porta ad avere i lunghi più arretrati dei piccoli, con ulteriori problemi per la transizione difensiva.

"Solo nel secondo tempo - ha detto Webber alla fine della gara - abbiamo imposto il nostro modo di giocare a pallacanestro e la nostra tecnica. Tenevamo molto a questa partita perché era molto importante per Brad Miller (nativo dell'Indiana al primo ritorno alla Conseco Field House dopo la cessione ndr)."

Il Pick n roll Bibby-Webber è stato importante nel finale di gara: è servito a creare la bomba messa da Christie a 47" dalla fine ed il tiro della vittoria dello stesso ex Grizzlies. Fra le due azioni, Webber a cinque metri dal canestro, col campo completamente aperto, si è conquistato il liberi del temporaneo 92-90 per i Kings, partendo in palleggio verso il canestro. Questo sistema rischia di penalizzare leggermente Stojakovich, fulcro dell'attacco finora, spesso spostato sul lato debole nel secondo tempo di Indianapolis.

I problemi dei lunghi si sono visti anche in difesa. Contro l'unica front line dell'est paragonabile a quelle degli squadroni dell'ovest, si è vista qualche disfunzione. Jermanine O'Neal ha fatto quello che ha voluto. Nel secondo periodo Vlade Divac ha provato a usare il fisico, rimediando 2 falli e un tecnico nel giro di un minuto.

Anche Webber ha avuto problemi, uscendo per falli nell'ultimo minuto di gara. Adelman al momento tiene l'ex Golden State a marcare l'attaccante più pericoloso perché i suoi tempi in aiuto sono ancora discutibili. In realtà  la situazione ideale sarebbe avere la fisicità  di Miller in prima battuta e la verticalità  di Webber in aiuto. Ma se le condizioni di quest'ultimo non migliorano questa soluzione non si vedrà  molto.

Il sacrificato, nel ballottaggio con Chris, rimane Divac che, sempre a Indiana ha giocato solo 17 minuti, entrando a 24" dalla fine dell'ultimo periodo. Adelman, contrariamente a quanto dichiarato una settimana fa, ha lasciato dentro Webber per 42 minuti.

Le stesse difficoltà  difensive si sono viste tutte contro gli Wizards: Kwame Brown per un giorno è sembrato il giocatore dei sogni di Michael Jordan facendo 12-16 dal campo. Non sembra spaventato il coach. "Durante una stagione - ha dichiarato dopo l'inopinata sconfitta della capitale - capita sempre qualche momento difficile. Servono a formare un gruppo davvero unito".

Nei prossimi dieci giorni sarà  possibile verificare questi concetti nella loro evoluzione; il calendario offre infatti gli scontri diretti con Houston 2 volte, Los Angeles e San Antonio questa volta con Duncan. Sarà  interessante vedere il ruolo di Divac di fronte a centri di tonnellaggio come il solito Shaquille O'Neal e Yao Ming. In attesa che, con il rientro di Bobby Jackson, ancora sofferente agli addominali, si vedano le scelte del coachin staff anche nel reparto piccoli.

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