Mark Blount sta diventando un habitué delle doppie cifre in punti e rimbalzi: qui contro New York
Boston Celtics @ Minnesota Timberwolves 80-77
Boston Celtics @ New York Knicks 87-84
Los Angeles Lakers @ Boston Celtics 117-109
Indiana Pacers @ Boston Celtics 99-81
Commento settimanale
Tre avversarie con ambizioni da titolo ed una che sta cercando la rimonta potevano essere uno scoglio troppo alto per superarlo senza dei danni, ma incredibilmente la settimana si chiude in perfetta parità : 2 vittorie e 2 sconfitte.
L'ottava è iniziata com'era finita quella precedente: continuando a vincere. La striscia positiva è arrivata fino a 6 vittorie consecutive, controbilanciando quella negativa di sette partite precedenti.
Ma quali sono i motivi di questi risultati? I veri Celtics sono quelli delle sette sconfitte o delle sei vittorie? In precedenza abbiamo già avuto modo di constatare che le sconfitte consecutive non c'entravano niente con Boston, ma di contro non c'è nessun motivo che possa far pensare che i Celtics attuali siano in grado di poter vincere numerose gare ed essere ai massimi livelli nella NBA.
Motivo? Basti guardare i risultati conseguiti contro due delle migliori formazioni attuali: Lakers e Pacers. Meno con i primi, di più con i secondi, i biancoverdi hanno mostrato tutte le loro attuali lacune che non gli permettono di primeggiare ad alti livelli.
C'è da dire comunque che i piani di Ainge non prevedono di raggiungere adesso quest'obiettivo. Il suo progetto dura tre anni e solo alla fine della stagione 2005-2006 si potranno redigere i bilanci. Ora bisogna solo prendere i migliori giocatori e piazzarli in un sistema di gioco efficace, cosa che si sta facendo, nel bene o nel male, dipende dai punti di vista. Il nostro giudizio su questo progetto è ancora sospeso e rimarrà tale almeno fino al prossimo autunno dopo la campagna di reclutamento ed il draft.
C'è da dire che Paul Pierce non sta giocando la sua migliore pallacanestro. Alterna indifferentemente doppie doppie e momenti d'appannamento in fase offensiva. Probabilmente lui soffre più degli altri il momento di limbo in cui si trovano i Celtics attuali, in cui si sta costruendo per il futuro, ma lui vorrebbe vincere subito. Se tutto va come spera Ainge, e noi tifosi con lui, già dalla prossima stagione molte delle sue tessere dovrebbero andare a posto e Pierce dovrebbe sicuramente beneficiarne perché per i progetti di Ainge serve il miglior Pierce, quello visto all'inizio di questa stagione.
"Abbiamo attraversato un momento difficile ma siamo ancora qui, ogni volta che lo attraversiamo sappiamo come pensare in positivo. Malgrado ogni cosa successa in queste ultime settimane giochiamo ogni possesso, ogni gara con un senso d'urgenza, ogni gara è come una partita di play-off per noi perché è l'essenza del nostro gioco". Parola di Paul.
Se Pierce non sta giocando bene, perché i Celtics riescono comunque a vincere? Semplice, ci sono gli altri, come Jiri Welsch che segna il canestro della vittoria a Minneapolis con il più alto bottino in punti della squadra, oppure Mark Blount che prende 17 rimbalzi e 15 punti a New York.
Sicuramente l'addizione di Chucky Atkins è stata molto positiva. Già è stato citato in questo report la settimana scorsa ma ne vale la pena rimarcarlo, visto che un vero play non si vedeva dai tempi di Anderson. Con tutto il bene che si può volere a James, Atkins è migliore in tutto: passaggio, visione di gioco, esperienza, attitudine all'insegnamento. Non è tra i migliori nel ruolo, ma il suo impatto è già stato notato positivamente da tutta la squadra.
Dopo un inizio che si può definire drammatico, adesso sembra che il nuovo capo allenatore John Carroll abbia preso le giuste misure alla squadra. "Ha fatto un buon lavoro in circostanze molto difficili" ha detto Ainge "vorrei dire che John Carroll ha probabilmente imparato molto di più nell'ultimo mese che negli scorsi 20 anni. Sedersi su una panchina NBA, nella panchina del capo allenatore, ti dà prospettive completamente differenti". All'ennesima domanda sull'intenzione di Ainge d'allenare, la sua risposta è sempre la stessa: "no, non ho nessun desiderio d'allenare, mi piace quello che sto facendo adesso".
Nonostante la sconfitta contro Indiana, è arrivata una bella notizia per Pierce: nel corso della partita ha segnato il suo 10000esimo punto da quand'è nell'NBA. Per la cronaca, è stato un tiro dalla media.
Davis ne ha fatta una delle sue
L'aveva già fatto in quel di Minnesota, ma era in trasferta e si sa che Davis non è proprio il beniamino delle folle. Poi però l'ha rifatto, questa volta in casa, contro i Lakers. Dopo aver rubato una palla Ricky Davis s'invola verso il canestro avversario ed, osservato che non ci fosse nessuno dietro di lui, si avventa sul canestro avversario portando prima il pallone in mezzo alle gambe.
L'unico problema è che ha sbagliato la schiacciata e la palla è balzata in aria. Per fortuna che non è uscita dal campo, è riuscito a recuperarla prima del ritorno avversario e ad eseguire una schiacciata più semplice.
"Ho solo sbagliato una schiacciata, è tutto" si giustifica Davis, e poi, spazientito per l'insistenza dei cronisti, ha sbottato: "discorso chiuso, prossima domanda, grazie!". Se si può fare il galletto fuori casa, dentro le mura amiche i bostoniani non perdonano. Che sia giusto o sbagliato, beh, questo è un altro discorso.
Vicenda Baker
Il primo round è stato vinto da Vin Baker.
Il ricorso dell'Associazione Giocatori contro la decisione della NBA di non permettere a nessuna franchigia di firmare il giocatore prima che sia stata emessa la sentenza sulla causa intentata di Baker contro la rescissione del contratto da parte dei Boston Celtics a causa di sue gravi inadempienze ha avuto un epilogo favorevole al giocatore. Il capo dell'arbitrato Roger Kaplan ha deciso, al termine di un incontro durato due ore lunedì scorso, che la NBA ha violato gli articoli 11 e 14 del contratto collettivo dei giocatori. La sentenza è stata emessa il successivo giovedì, nella quale si dichiara che Baker è ufficialmente free agent.
Mentre il portavoce della NBA Tim Frank non ha fornito dichiarazioni ufficiali sulla sentenza, Baker non ha perso tempo e ha già firmato con New York. I Knicks hanno prevalso sugli Heat ed i Raptors, le altre squadre interessate ai suoi servigi, più che altro per la vicinanza a casa, sempre che Baker abbia ancora qualcosa da dare al basket. Il contratto è al minimo salariale che per un giocatore con la sua anzianità nell'NBA (11 anni) è pari a 1,07 milioni di dollari.
La sua prima partita in maglia Knicks è stata una veloce comparsata: 14 minuti, 2 punti e 2 rimbalzi. Non è sembrato molto coordinato ed era fuori sincronia con i suoi compagni di squadra "devo ancora imparare molti dei giochi (dei Knicks)" è la giustificazione di Baker.
Nessuna data è ancora stata stabilita per la decisione sul licenziamento di Baker da parte dei Celtics, ma le più probabili sono il 12-13 aprile ed il 25-26 aprile. Questa sarà la più importante delle decisioni su questa vicenda, ma la recente sentenza di Kaplan non lascia molte speranze per i Celtics. Per noi il licenziamento di Baker era un atto dovuto, vedremo se Kaplan sarà del nostro parere.
Lista infortunati
Walter McCarty ha eseguito dei raggi per una contusione al piede sinistro. Per sua fortuna l'infortunio era di lieve entità ed i raggi non hanno rilevato fratture, quindi è riuscito a non saltare alcuna gara. "Ero preoccupato, non si sa mai quando fai questi test" è stato il commento del giocatore.
Appuntamenti e classifiche
Sarà meno impegnativa la prossima settimana rispetto a quella appena trascorsa, ma anche qui non mancheranno le difficoltà :
sabato a Washington
mercoledì in casa contro Denver
venerdì a Dallas
Dopo una domenica trascorsa a giocare contro un'avversaria tutt'altro che irresistibile, le successive due partite sono molto interessanti: prima contro gli emergenti e giovani Nuggets, successivamente la prima di due gare texane che si concluderanno la settimana successiva a San Antonio. Intanto questa settimana tocca a Dallas, dove milita una vecchia conoscenza biancoverde, Antoine Walker.
Nella prima gara della stagione a Boston 'Toine non ha giocato bene, vedremo se in questa partita saprà far vedere ad Ainge che non doveva scambiarlo. I numeri però dicono che quest'anno Walker è in netto calo nei punti, complice anche le numerose bocche da fuoco presenti nei Mavs, però nelle altre statistiche i dati sono contrastanti, con alcune voci in moderata ascesa, per esempio i rimbalzi, ed altre in calo, come i minuti sul campo. In ogni caso il giocatore non era assolutamente nei piani di Ainge, quindi il problema-rimpianto non si pone neppure.
La settimana scorsa avevamo previsto che i Celtics sarebbero stati scalzati dalla zona-play-off, e difatti è successo. Il fatto è che questa previsione prevedeva una settimana negativa di Boston, cosa invece non successa. Il motivo sta nell'ottima settimana di Cleveland (5 vittorie consecutive) ed in quella discreta di Miami.
In ogni caso il nono posto di Conference di Boston non preclude minimamente le possibilità di partecipare ai play-off. Dalla sesta all'undicesima piazza le squadre sono raggruppate in soli due lunghezze, e con 16 gare di media al termine della stagione tutto può ancora succedere. Il quinto o, di contro, il dodicesimo posto non sono ancora matematicamente irraggiungibili, ma francamente le possibilità sono ridotte ai minimi termini.
Termina così la ventilata possibilità di perdere le ultime partite stagionali per scalare alcune posizioni del draft. È ovvio che arrivando undicesimi nella Conference la scelta sarà migliore che arrivare sesti, ma l'attuale draft permette di scegliere bene solo nelle primissime posizioni, quindi perdere solo per il fatto di scalare qualche posizioni al draft vale la classica candela (leggi prestigio presso i free agents a rischio in caso di sconfitte pilotate)?
La scelta di Boston sembra che sia già stata fatta: vincere quello che si può. Decisione indubbiamente onesta.
A risentirci sabato sera per il commento della prossima ottava.