Ore 10: lezione di chimica

Troy Hudson può diventare una pedina di grande importanza per i TWolves

Dimmi che ruolo hai, in che squadra giochi e ti dirò che giocatore sei. Un assunto sempre di attualità  nella Nba, che dovrebbe essere tenuto a mente da chi, pretende di formulare giudizi assoluti su questo o quell'atleta.

Essendo la pallacanestro uno sport di squadra, spesso si deve scendere a patti: è quello che sta constatando Phil "Flip" Saunders, allenatore dei Minnesota Timberwolves, fino a qualche giorno fa la miglior squadra della lega. Da una decina di partite, Minnesota dispone finalmente della sua rotazione completa con i rientri definitivi di Hudson, Szczerbiak e Olowokandi. E quello che fino ad un mese fa sembrava un giocattolo perfetto, ora sembra avere qualche granello di sabbia nel meccanismo.

E' stato lo stesso Saunders ad ammettere qualche problema:

"Stiamo cercando di inserire giocatori importanti, che nelle stagioni scorse hanno avuto un ruolo e che quest'anno devono fare altre cose. Non è un periodo semplice".

I risultati non mentono: 6 vittorie nelle ultime 11 partite, 94.6 punti di media a partita, con il picco dei 121 contro Dallas che una serata di gloria offensiva non la nega a nessuno.

Non c'è dubbio che, presi per le loro caratteristiche, il piccolo Wally, Hudson e Olowokandi, sono giocatori migliori di Hoiberg, Hassel e Johnson. Eppure la squadra, che sembrava aver raggiunto un punto di equilibrio, ora deve lavorare per trovarlo nuovamente.

Il giocatore più difficile da inserire è senza dubbio Szczerbiak: l'anno scorso di questi tempi segnava 17.6 punti a partita con il 48% abbondante dal campo. Per ora invece siamo fermi a 6.4 con il 40%.

Chiaramente su questo argomento scopriamo l'acqua calda: si sapeva che con gli acquisti di Cassel e Sprewell il suo ruolo in squadra sarebbe cambiato. Il minutaggio è praticamente dimezzato da 35.3 a 18.9. Lasciando perdere la percentuale del tiro da 3, un orribile 28.6% che nel caso di un giocatore appena rientrato può essere causato dalla mancanza di gambe, rimane emblematico il suo 40.6% complessivo. Szczerbiak in carriera tira con il 50.2%.

Il calo è evidente. Di sicuro non sta prendendo i suoi tiri, fatti di penetrazioni e di tiri presi sugli adeguamenti difensivi, mettendo prima a posto i piedi con un palleggio. Ecco perché, paradossalmente, un Fred Hoiberg, con il suo ruolo simile allo Steve Kerr dei Bulls, può essere più utile di un All Star.

I difetti della squadra sono venuti tutti fuori nelle orrende sconfitte, in casa con Boston e a Philadelphia: 77 punti di media contro due squadre che non attraversano il periodo migliore della loro storia.

"E' mancata consistenza - ha detto Saunders - non siamo riusciti a fare le cose che abitualmente facciamo in attacco e non abbiamo fatto circolare la palla nella maniera dovuta". Una sconfitta non molto diversa dalla vittoria in casa, segnando 81 punti, contro la New Jersey senza Kidd che quella sera ne ha messi 68.

Il rientro definitivo di Troy Hudson è avvenuto subito prima della pausa per l'All Star week end. Con l'arrivo di Cassel, l'ex Orlando ha recuperato quella dimensione che lo aveva lanciato proprio in Florida: back up del play titolare. I numeri sono parametrabili: Hudson sta giocando 18.3 minuti, l'anno scorso erano 32, segnado 8.9 punti (14.6 la scorsa stagione). Il 42.6% dal campo non è una novità  per un giocatore che in carriera tira con il 40.0%.

Piuttosto testimonia della difficoltà  di un allenatore che, partita per partita, non sa letteralmente cosa attendersi: Hudson è stato il miglior marcatore nella già  citata partita contro New Jersey. Nelle due ultime sconfitte contro Boston e Houston invece ha racimolato un pessimo 3-12 complessivo dal campo. Limitato anche il suo apporto negli assist: 2.7 a gara.

A ben vedere Olowokandi è il giocatore che ha fatto vedere le cose migliori. Toccare questo argomento ai T-Wolves significa toccare un tasto comunque dolente. Può darsi che qualcuno, all'interno dell'organizzazione, infortunio a parte, si sia già  chiesto se davvero valeva la pena.

Ad ogni modo il nigeriano sta prendendo una media di 7 rimbalzi più che onorevole. Non è sembrato però esattamente in ritmo nella fase offensiva. Non è un buon segno che, al di là  di tutto, appena sente il suo nome, Sauders si mette sulla difensiva:

"Michael non sta giocando con continuità  da almeno dieci mesi percui è naturale doverlo aspettare. Ci aspettiamo che debba riprendere le misure, magari sbaglierà  qualche tiro di troppo. Ma nei playoffs sarà  importante."

Su quest'ultimo punto è lecito nutrire seri dubbi, vista l'intensità  e la fisicità  che l'ex Virtus Bologna ha mostrato finora nella Nba.

Ci avviciniamo ai playoffs; è naturale che, vista la storia recente di questa franchigia, questa data sia attesa con più trepidazione del dovuto. Ecco perché qualcuno, in questi problemi, ha voluto vedere a forza, i primi segnali della prossima implosione.

Non sarà  così. Minnesota quest'anno è a pieno titolo una potenza dell'Ovest, come dimostra chiaramente l'ultima vittoria contro i Lakers al Target Center. Si giocherà  il primo turno dei playoffs con il vantaggio del fattore campo. Semplicemente, la squadra è tornata sulla terra dopo essere apparsa per molti mesi senza difetti.

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