Il meglio e il peggio dell’NBA

Questo è un giocatorino da tenero d'occhio per gli anni a venire…

Chiariamo subito prima di cominciare: sono piu' o meno quello che si dice un impostore. E' bastato che Fletcherlynd (o colui che si cela sotto le vesti) adducesse una banale scusa per sgamare la rubrica (diciamo una tesi di laurea in essere), perche' quel piranha del sottoscritto si appropriasse della rubrica piu' famosa del sito.

Prima che i vostri ululati di protesta si alzino fino ad essere uditi dal “megadirettore” Max Giordan, chiarisco subito che la sostituzione, ancorche' indegna, e' assolutamente pro tempore: e' probabile infatti che altri impostori si alterneranno a tenere calda la “cuccia del Fleccio”, in attesa che il neo dottore riprenda ad occuparsi di cose piu' serie della Giurisprudenza…

Ma veniamo a noi, e cerchiamo di fare una parvenza di pagellina.

PROMOSSI

Lawrence Frank, ovvero Harry Potter che allena nella NBA. Ci sono esordi piu' soffici che prendere in mano la squadra finalista ad Est negli ultimi 2 anni, con un paio di teste calde e di bocche sempre pronte a fare danni nello spogliatoio.

Ebbene, questo carneade senza pedigree e' entrato nei libri della storia del gioco come il primo allenatore a subentrare a stagione in corso e mettere insieme un clamoroso 13-0 di esordio. Mettiamoci pure un calendario non proibitivo, ma 13 doppievu in fila sono una roba che non si vedeva dai tempi del 23 a Chicago.

E' apparso chiaro a tutti che la chiave di tutto devono essere state le chiacchierate con Jason Kidd, autore di uno scorcio di stagione ai limiti dell'umano e con escursioni nel sovrannaturale. Il resto lo hanno fatto i vari Martin, Jefferson, Kittles e compagnia, degnissimo supporting cast del pifferaio magico da California University.
In una parola: miracolato

Chris Webber: proprietari del Webber ai fantabasket di tutto il mondo unitevi: il numero 4 di Sacramento e' finalmente tornato tra noi. E potete tranquillamente inserirlo nella vostra rotazione titolare, visto che, all'esordio, lo scontrino presentava 26 punti, 12 rimbalzi e 4 assist in 30 minuti di utilizzo.

La partita successiva siamo “scesi” a 24+6+10 assist (buonasera!!) e a questo punto la gente cominciava a pensare seriamente a sfasciarsi il ginocchio per poi seguire la terapia riabilitativa dell'ex Michigan. Alla terza gara (una inopinata sconfitta a Miami, per la verita) Webber e' planato a 22+9+3, cifre comunque rispettabilissime.

Finalmente, alla quarta gara, contro Orlando, si e' trovato un marcatore in grado di far tacere il redivivo . In Florida Webber e' stato infatti limitato a……0+0+0, nel senso che coach Adelman lo ha lasciato a riposo per evitare pericolose ricadute.

E' evidente che giudicare Webber dai tabellini equivale a sopravvalutarlo, visto che non si tiene conto del difetto principale del nostro, ovvero essere poco decisivo quando conta. Per questo si tratta semplicemente di aspettare un mesetto, fare il rodaggio al ginocchio e vedere cosa riserveranno i playoff. (ultima ora: Webber 4-21 dal campo contro i Warriors….per la serie “le ultime parole famose!!”)
In una parola: riabilitato

Yao Ming: oh, se state disperatamente cercando qualcuno che dia dei pensieri a Shaquillone, vi suggeriamo di guardare nella citta' dei razzi: il Cinesone ha messo su una ultima settimana da far rabbrividire, e siccome gli avversari erano Lakers, Minnie e Dallas, traete un po' voi le conclusioni.
Per le nude cifre: 33+8r con 13 su 21 contro Shaq (peccato che Kobe avesse avuto l'ultimo pallone…), 27+6 contro Garnett e soci, 29 e 10 rimbalzi contro i Mavericks.

Se poi a qualche buontempone venisse in testa di fare il “hack a Yao”, la lunetta segnala un 29 su 29 (!!!!!) nelle ultime 4 gare.

Il pianto e' ogni tanto leggere dei tabellini in cui Yao tira meno di 10 volte, ma sembra che questo ora succeda sempre piu' di rado, con grande gioia di Jeff Van Gundy. In una parola: identificato (ed adeguatamente foraggiato, dai piccoli di Houston)

Boston Celtics: avessi scritto queste righe 10 giorni fa, la franchigia del Leprecauno sarebbe stata la piu' bocciata tra le bocciate. Cosi' come il cambio di manico aveva spinto in alto i Nets, cosi' la partenza di O'Brien e l'arrivo di Carrol aveva affossato le speranze di playoff di Pierce e soci. E invece, complice un calendario non impossibile, sono arrivate 5 vittorie in fila, impreziosite dall'impresa corsara a casa di Garnett di domenica scorsa.
Intendiamoci, niente di trascendentale e parliamo sempre di una squadra in bilico fra il seed numero 6 ed il numero 11, ma tanto basta per risvegliare i bollenti spiriti di una franchigia tra le piu' seguite su entrambi i lati dell'Atlantico.

Volete un nome per la miniriscossa? Scontato dire Pierce, buttiamo invece li' un Mark Blount, che la scorsa settimana ha ringraziato la penuria di lunghi tra gli Orlando Magic segnando 28 punti e tirando giu' 21 rimbalzi, entrambi massimi in carriera.
In una parola: rianimati

Lamar Odom: cifre recenti dell'ex gioiello di Rhode Island:
22p 7r a Milwaukee (perso di 4),
23p 14r contro Toronto (perso di 3),
16p 7r 9a contro Milwaukee (vinto di 6),
30p 19r (!!!) e 11a (!!!!!!) contro Sacramento (vinto di 6),
16p 13r contro Orlando (vinto di 11)

Con questi numeri e' stato naturale accaparrarsi il titolo di giocatore della settimana per la costa Est. In particolare la prestazione monstre contro i Kings ha fatto davvero scalpore, pur se giova ricordare che a marcarlo (o a tentare di farlo) c'era il rientrante Webber. Poi pero' bisogna essere un playmaker di quasi 2.10m per mettere assieme quelle cifre.

Il talento non e' in discussione, la continuita' sicuramente si. Ma per quella c'e' il tempo a fare da giudice, tenendo a mente che il ragazzo ha 24 anni. Trascinare gli Heat ai playoff nella prima stagione sarebbe un bell'aggiornamento nel curriculum sportivo del ragazzo, il quale ha tutto per essere nei primi 20 giocatori della lega.
In una parola: deflagrato (ed in attesa di riconferme)

RIMANDATI

Los Angeles Lakers: e' evidente che rimandare la squadra che ritengo ancora favorita per il titolo e' una solenne forzatura. Gli abbonati di Sky hanno appena visto come, con 5 minuti di difesa decente, i gialloviola orfani di Kobe e Malone abbiano affossato le speranze dei Nets “vedovi” di Jason Kidd.

Certo e' che la difesa che stanno presentando, specie nei momenti in cui Shaquillone si riposa (seduto sulla panca oppure durante le transizioni difensive) e' molto lontana dall'essere presentabile.In questi giorni pero' rientra il Postino, magari le cose potrebbero migliorare. Nel frattempo la spalla di Bryant e' di nuovo scricchiolante e, per i finali di gara punto a punto, si dovra trovare qualcun altro nelle prossime 2-3 settimane. In una parola: indolenti

Sacramento Kings: come scusa? Rimandiamo la squadra con il miglior record della Lega? Siamo impazziti? Mah, magari si. Pero' fa sensazione vedere una squadra che in regular season e' potenzialmente imbattibile, che ogni tanto si piglia delle pause incomprensibili.

Ogni tanto i Kings danno la sensazione di specchiarsi nel loro immenso talento, di ammirarsi per quanto belli sono, salvo poi ridestarsi dopo aver beccato un 10-0 apparentemente inspiegabile. Nel 90% dei casi questo avviene a babbo morto oppure i ragazzi di Adelman trovano il modo di rimediare con il talento di cui sopra. Ma sara' il caso che questo non si verifichi fra un paio di mesi, quando le occasioni sara' meglio sfruttarle fino in fondo, per non sentirsi dire ancora una volta “i Kings, grande squadra da regular season”.
In una parola: narcisi

Manu Ginobili: sinceramente, nel momento in cui e' venuto a mancare Tim Duncan per il problema al ginocchio, sarebbe stato lecito aspettarsi un aumento della produzione offensiva per l'ex virtussino. Invece pochi punti, pochi tiri ed anche pochi minuti. Probabilmente le responsabilita' non sono solo sue, visto che l'assenza dell'MVP caraibico ha spalancato le porte del quintetto a Hedo Turkoglu, il quale garantisce molta piu' fisicita' ed una produzione offensiva niente affatto irrilevante.

Per i fan dell'argentino si tratta semplicemente di attendere il rientro di Duncan. a quel punto le difese saranno molto piu' chiuse nell'area e ci sara' spazio per le scorribande del talento di Bahia Blanca.
In una parola: limitato

BOCCIATI

Golden State e L.A. Clippers: le mettiamo assieme, perche' da anni rappresentano un discreto centro di formazione professionale per le altre franchigie. L'iter del giocatore di costa Ovest puo' essere il seguente: vieni scelto da Warriors o Clips, dimostri di avere talento, ammassi buone cifre in un sistema di gioco niente affatto oppressivo, se hai una coscienza ti lamenti un pochino del clima da spogliatoio del tipo “si abbiamo perso, ma intanto ho fatto 20 punti”, lasci scadere il tuo contratto triennale da rookie e saluti la compagnia.

In effetti non e' che queste due franchigie abbiano mai scelto Duncan o Garnett ma, specialmente i Clippers hanno avuto per le mani gente di grande qualita', basti pensare ad Andre Miller che ha giocato (e gioca tuttora) bene dappertutto tranne che quando era pagato da Sterling. Con ogni probabilita', anche nel prossimo giugno vedremo i pezzi migliori sparire (Maggette e Q Richardson per esempio, ma ad Oakland Dampier puo' uscire dal contratto a giugno, e non e' detto che ci provi).

Sono anni che sentiamo dire sempre le stesse cose: situazione salariale invidiabile (Clips sicuramente si, Warriors solo dal prossimo anno quando scade la cambiale Van Exel), ma alla fine non si e' mai sentito di nessuno desideroso di andare in questi gulag dorati. I big scelgono squadre forti, rinunciando magari anche a qualche soldo, mentre quelli che ai soldi non rinunciano non sono big e non ti fanno fare il salto di qualita'. E siamo daccapo…
In una parola: incompiuti

La salute dei giocatori: il quintetto base degli infortunati di oggi recita: Iverson, Bryant, Malone, Duncan, Mutombo. In panchina ci sono Brent Barry, Jalen Rose e Okur.

In infermeria perenne troviamo La Frentz, Pippen ed i disperati casi di Mourning e Grand Hill. Da oggi non dobbiamo piu' considerare infortunato Terrell Brandon, che e' ufficialmente un ex giocatore.

Quasi tutti questi infortunati sono vittime di traumi e quindi c'e' poco da lamentarsi con i preparatori. Certo e' che di gente che si e' scassata quest'anno ce n'e' veramente parecchia e francamente non si sa davvero a chi dare la colpa.

La speranza di tutti e' che gli infortuni non siano un fattore determinante ai playoff. Lo scorso anno per esempio, prima Sacramento e poi Dallas sono state appiedate dagli infortuni di Webber e Nowitzki, pregiudicando il loro cammino in postseason. Speriamo che quest'anno la strega dai denti verdi si dedichi al giardinaggio. In una parola: scongiuri.

Alla prossima……forse!

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