Con Allen Iverson l'hip hop si è affermato anche nella lega che fu di Bird e Magic.
Il secondo libro che esaminiamo in questa rubrica è ”5 Piedi e un funerale – Allen Iverson – Un destino a spicchi philadelphiano”. L’autrice è la giornalista milanese Chiara Zanini, redattrice di Alleyoop.it, nuovo sito di basket dell’amico Alessio.
Il libro è uscito all’inizio del 2003 ed è edito da Libri di Sport, la casa editrice dell’ex Virtus Bologna Morandotti. Prima di parlare del libro però un’introduzione. Anzi, l’introduzione.
Federico Buffa ne scrive una sul libro che parla di come le ragazze siano un po’ come i gatti : arrivano quando meno te lo aspetti. Niente di più vero e di più suggestivo.
Chiara Zanini parla essenzialmente della sua esperienza personale delle Finali NBA del 2001. Ve le ricordate ? I Sixers di Allen Iverson si batterono con onore ma i Lakers di Shaq e Kobe erano sicuramente più forti e vinsero difatti il loro secondo titolo NBA consecutivo.
Non ci sono solo spunti autobiografici, anzi. La Zanini prende a pretesto le Finals per escursioni varie che parlano di Allen Iverson ovviamente ma anche di Phil Jackson, Larry Brown, Mark Madsen e Todd MacCulloch. Il libro non è, come ci si può invece aspettare, una semplice biografia di “The Answer.”
E’ anche una telecronaca play by play di alcuni squarci di Finale ad esempio. Ma è soprattutto un lungo e appassionato ricordo, raccontato con un stile molto personale.
Oh, a questo punto qualcuno potrebbe ribattermi : “Stile personale ?”. Il riferimento a certi richiami ai modo geniali di Buffa è volutamente, per lei, un modello di riferimento, nulla di più.
A volte certo, c’è troppo manierismo, troppi frasi di gergo, troppi ostacoli a chi di basket ne capisce poco. Un consiglio : non può essere la Zanini il vostro primo passo al mondo NBA.
Questo libro conservatelo in biblioteca. Sarà una piacevole lettura più tardi, quando quelle stesse frasi prima difficili da comprendere riempiranno la vostra curiosità di saperne di più ed in modo originale.
Il grande merito del libro è a mio avviso la mancanza di una trama comune, che non è Allen Iverson, lo ripeto. L’autrice spazia da un argomento all’altro con classe perché tiene sempre in sospeso l’esito delle Finali e invoglia il lettore a considerare i suoi racconti come degli intervalli tra un lay-up di Iverson e una slam dunk di Shaq.
Oh, il gia citato e dettagliato play by play che ci fornice doveva però sicuramente limitarlo all’essenziale perché è vero, è questo il collegamento tra una storia e l’altra, ma è pur sempre un cronaca noiosa che ci separa solo dalla storia successiva.
Il vero collegamento è la sua esperienza personale allora, la volontà di trascendere il basket, citare film, canzoni hip hop (sforzo molto apprezzato), riportare frasi di gergo direttamente dalla partita (alcune sono veramente stupende).
Non sarà colpa sua, ci mancherebbe, ma poi cos’è quel poema di Christian Giordano in Presentazione ? Dai, nemmeno la Bibbia e i canti di Omero sono così retorici…
Tornando al vero libro però vorrei porle una domanda : perché quella celebrazione del funerale ? Piccola spiegazione non immune da errori : in pratica la Zanini, nel primo capitolo, si dilunga in un mesto ricordo nostalgico di quando a basket si giocava grazie ai fondamentali del gioco, con disciplina ed intelligenza tattica ecc…
Ok, siamo d’accordo, il basket Old School (il cui simbolo è probabilmente Larry Bird) è morto e sepolto. Ma perché finire così il primo capitolo di un libo che ha in copertina Allen Iverson (simbolo indiscusso della Hip Hop Generation applicata al basket) con queste parole : “Sta di fatto che il BASKET OLD SCHOOL ci ha lasciato e noi auguriamo che riposi per sempre in pace” ?
Se il libro è dedicato ad Iverson (che con Bird ha in comune solo l’intensità e la passione per il gioco, nonché l’istinto per l’assist) perché farlo partire con questo necrologio ?
Come si sposa il rimpianto dei bei tempi andati con l’esaltazione dei nuovi baller e in particolare di quel ragazzo col 3 che ha pessimi percentuali al tiro, porta tanti tatuaggi e salta gli allenamenti della squadra ?
Veramente bello, andando oltre questo discorso, il capitolo sulle differenze filosofiche del maestro Zen Phil Jackson e del mago delle X e delle O (cioè della tattica) Larry Brown. Sono tra i migliori allenatori ogni epoca e sono contento per lei se gli ha potuti vedere all’opera in una serie di Finali NBA.
Per concludere una curiosità : chi mi spiega quali sono gli ingredienti di un cartizze e di una caipiroska che la Zanini enumera tra le cose da ringraziare per l’avvenuta stesura della sua opera ?
DA RICORDARE :“Appena soffiato sulle 15 candeline…la bellissima Anna dal Connecticut si invaghì di un giovane bello e dannato…Pochi giorni dopo, il nostro Romeo- James Dean di mogano si avventurò oltre, fin alla base della lunga rampa di scale che conduceva alla sua Giulietta…
Quando si è giovani l’amore è più che altro impeto e “James” non seppe resistergli. In quel sottoscala si lasciò andare a effusioni un po’ meno immacolate di quelle di cui sopra, ma comunque non giustificanti il pancione di Ann nei seguenti nove mesi”.