Mike Sweeney, la bandiera dei Kansas City Royals
I Kansas City Royals sono reduci dalla peggiore stagione della loro storia, conclusa con il record assoluto di sconfitte (106 a fronte di sole 56 vittorie), migliorando il precedente realizzato" nel 2004. Questo pessimo trend (tre stagioni nelle ultime quattro con almeno 100 partite perse) deve essere prontamente interrotto, per una franchigia che, sebbene mai più alla post-season dopo i fasti dei primi anni '80 - culminati con le World Series del 1985 - si è sempre mantenuta tra la mediocrità e la sufficienza.
Quest'anno sembra che le cose possano migliorare: i giovani talenti hanno un anno di più, e la dirigenza ha investito sostanzialmente nel mercato FA per aumentare l'esperienza della squadra. Benché sia ancora impossibile contendere per i playoffs, attorno alla squadra c'è fiducia di poter lasciare l'ultimo posto nella AL Central ai Tigers e di riuscire a risultare un avversario più ostico di quanto mostrato nel recente passato.
Pitching & Difesa
La rotazione di Kansas City nel 2005 è stata la peggiore delle Majors dopo Cincinnati, e ciò ha reso necessaria la firma di pitchers più esperti, sia per quanto riguarda i partenti, sia per il bullpen. Il GM Allan Baird aveva predisposto la possibilità di concedere al manager Buddy Bell la scelta dei titolari tra 7-8 lanciatori, ma purtroppo in Spring Training le cose non sono andate per il verso giusto: uno dei nuovi acquisti, il mancino ex-Pirates Mark Redman, si è dovuto operare in artroscopia ad un ginocchio e perderà l'inizio della stagione; il talento forse migliore, il giovane Zack Greinke, ha lasciato il club a Febbraio per motivi personali e non ha ancora fatto ritorno in squadra.
Numero uno della rotation e partente nell'Opening Game casalingo contro Detroit sarà il neo-acquisto dagli Indians Scott Elarton, trentenne lanciatore destro che nel 2005 ha ottenuto buoni numeri (11-9 con 4.61 di ERA) sebbene inferiori a quelli di altri ex-compagni di squadra. Per Elarton passare da quinto a primo in rotazione rappresenta la grande occasione di salire di livello: per riuscirci una delle strade sarà cercare di controllare la location delle sue fastball alte, che spesso generano battute lunghe (ha concesso 32 HR, quarto peggior risultato nell'AL, ed il suo flyball ratio di 0.60 - 290 groundout contro ben 485 flyout - è stato il più sbilanciato della lega).
Al secondo e terzo posto nell'ordine troviamo il confermato Runelvys Hernandez e l'ex Twins Joe Mays. Questi due lanciatori sono reduci da stagioni mediocri, condizionate da problemi fisici, avendo entrambi saltato l'intero 2004 per una Tommy John surgery al gomito. Hernandez è rientrato con un record di 8-14 ed un'ERA di 5.52, Mays è andato ancora peggio (6-10 e ERA di 5.65): per loro quest'anno sarà la prova d'appello, e per superarla dovranno cercare di rimanere in salute.
Al numero 4 e 5, in assenza dei già citati Redman e Greinke, hanno ottenuto il posto il mancino Jeremy Affeldt ed il giovane destro Denny Bautista, entrambi lo scorso anno impiegati nel bullpen. Per Affeldt questa è finalmente l'occasione per dimostrare di poter essere un partente nell'MLB; Bautista, che ha vinto il ballottaggio con Mike Wood, invece dovrà impegnarsi sin dalle prime uscite poiché il suo ruolo di titolare è temporaneo, in funzione dell'attesa del ritorno di Redman dalla DL.
Il bullpen, già punto di forza del 2005, sarà ancora affidabile anche quest'anno: pur avendo perso Affeldt e Bautista per la rotation titolare, rimangono giovani talenti come Wood, Jimmy Gobble, Leo Nunez e soprattutto Andrew Sisco, tutti sotto i 25 anni. A fare da chioccia sarà l'esperienza del middle reliever Elmer Dessens, arrivato allo scopo dai Dodgers.
A chiudere, in attesa che ritorni dalla DL Mike MacDougal, è stato promosso il talentuoso ventiduenne Ambiorix Burgos. Questi due giovani lanciatori, insieme con l'altro setup-man (il mancino Sisco) rappresentano un modo nuovo di intendere il rilievo, aggressivo e determinato, e costituiscono una risorsa importante per questa franchigia negli anni a venire.
Lineup
Anche sul piano dei position players la dirigenza ha investito in modo sostanziale, al fine di aumentare l'esperienza di un gruppo di giovani che comunque ha bisogno ancora di tempo per maturare appieno.
Nel ruolo di catcher è stato acquisito dai Dodgers il veterano Paul Bako, non per partire dall'inizio (anche perché reduce dalla rottura del legamento crociato che lo ha fermato all'inizio della scorsa stagione) ma per fare da backup al titolare John Buck. Buck è un ricevitore giovane ma dalle qualità difensive enormi, sia nelle chiamate sia nelle eliminazioni in seconda: per questo verrà confermato nel lineup nonostante le sue insufficienti prestazioni in battuta (.242 con 12 HR e 47 RBI).
Per quanto riguarda gli altri interni, ci sono facce note ma nuove in uniforme Royals sia sul sacchetto di prima con l'ex Mets Doug Mientkiewicz sia in seconda dove è arrivato Mark Grudzielanek dai Cardinals. Questi due ultratrentenni portano un sostanziale upgrade dal punto di vista difensivo, considerando anche che Grudzie è stato Gold Glove con i Twins; certo, fanno meno paura le loro mazze ai lanciatori avversari di quanta ne facciano i loro nomi ai commentatori di ESPN.
Il lato sinistro del diamante sarà coperto invece da due conferme, Angel Berroa all'interbase e Mark Teahen in terza. Anche loro sono mazze solo decenti, ma hanno ottimi margini di miglioramento ed un potenziale difensivo molto elevato.
Nella posizione di battitore designato abbiamo il leader, la mazza più potente della squadra: il Mike Sweeney. Anche nella scorsa stagione Sweeney ha piazzato buone statistiche, battendo .300 con 21 HR e 83 RBI, nonostante problemini fisici che ne hanno limitato la continuità di gioco: proprio a questo proposito va ad intendersi l'acquisto di Mientkievicz, che lo solleverà dai compiti di prima base per permettergli di dedicarsi alla sola battuta. Suo backup, in ogni caso, sarà confermato il veterano Matt Stairs, anche lui con compiti di 1B/DH.
Anche agli esterni c'è un nuovo acquisto: all'angolo destro troviamo un altro super veterano come il quarantenne ex Cardinals Reggie Sanders, inchiostrato al fine di dare più potenza e velocità ad un lineup lento e deboluccio. Nonostante l'età , Sanders è ancora in splendida forma, e non è escluso che riesca a diventare il più vecchio di sempre a realizzare una stagione da 20 HR e 20 SB.
Sulle altre posizioni esterne sono stati confermati al centro David DeJesus, buonissimo difensore ma anche lui battitore di contatto, ed all'angolo sinistro Emil Brown, la cui mazza pesante (nel 2005 .286 con 17 HR e 86 RBI) potrà dare un po' di assistenza a Sweeney e Sanders.
Giocatore Chiave
Il giocatore chiave non può che essere colui che rappresenta la bandiera della franchigia del Missouri, ovvero Mike Sweeney, che sin dal 1995 gioca in maglia Royals. Per lui negli ultimi sette anni sempre un rendimento intorno a quota .300 in battuta e almeno 20 palline sparate fuori dalle recinzioni: non ci sono indizi che non possa riuscirci anche quest'anno, se eviterà problemi gravi.
La speranza per lui è che il giovane cast di supporto sia maturato al punto da accompagnarlo con buoni numeri, e che i veterani acquisiti siano in salute per dare il proprio contributo.
Partenze
Brian Anderson (LHP, TEX), Jonah Bayliss (LHP, PIT), D.J. Carrasco (RHP, Free Agent), Jaime Cerda (LHP, COL), Chris Demaria (RHP, MIL), Matt Diaz (OF, ATL), Nate Field (RHP, COL), Jose Lima (RHP, NYM).
Arrivi
Paul Bako (C, LAD), Elmer Dessens (RHP, LAD), Scott Elarton (RHP, CLE), Esteban German (INF, TEX), Mark Grudzielanek (2B, STL), Bobby Madritsch (LHP, SEA), Joe Mays (RHP, MIN), Doug Mientkiewicz (1B, NYM), Joel Peralta (RHP, LAA), Mark Redman (LHP, PIT), Reggie Sanders (OF, STL).
Giudizio Finale
Dare un giudizio finale su questi Royals non è certo agevole. Da un lato ci sono gli orizzonti di gloria che potrebbero aprirsi in qualche anno se davvero i talentuosi giovani rimanessero a Kansas City e riuscissero a sviluppare il proprio potenziale; dall'altro c'è il breve periodo, che non sembra promettere nulla di buono per una squadra migliorata sì, ma non al livello delle avversarie di Division (a parte i Tigers, ovviamente).
Se i "vecchi" rimarranno in salute l'obiettivo potrà essere quello di un record dignitoso, lontano dalle 100 sconfitte raggiunte in tre delle ultime quattro stagioni, ma non certo il ritorno alla post-season dopo venti anni di prolungata astinenza.