Il mercato ‘salariale’

Nessun dubbio, Jerry Sloan è il miglior allenatore della stagione.

A venti giorni dalla chiusura del mercato, si può affermare senza timore, che tutti gli scambi andati in porto hanno avuto come unico obbiettivo il fattore strettamente economico. Infatti si sono mossi per lo più giocatori in scadenza, verso squadre che avevano come obbiettivo il voler creare nuovo spazio salariale in previsione futura.

Anche lo scambio che ha portato Rasheed Wallace ai Pistons, va visto in questa ottica e nulla più. Quello che stupisce di più è però il fatto di come cambino le cose nell'NBA di fronte alle regole salariale che la governano.

Rasheed Wallace è considerato universalmente un giocatore potenzialmente tra i primissimi della lega, doti tecniche fuori dal comune, nulla da invidiare ai vari Duncan Garnett Webber, solo che all'ultimo piano della sua persona qualcosa non va per il verso dovuto, quindi Rasheed da almeno tre anni nonostante il suo immenso talento viene considerato da tutti solo un enorme problema, poi però con l'avvicinarsi della scadenza del suo contratto, ecco che si monta l'affare, Rasheed che è sempre il solito, improvvisamente diventa il sogno di tutti, come se d'incanto i suoi problemi psicologici fossero spariti.

La realtà  invece, nonostante il suo arrivo ai Pistons via Atlanta, è che Wallace è sempre il solito, pensare di aver preso al mercatino delle pulci uno dei primi giocatori della lega è semplicemente da illusi, anche se va detto che Dumars è il principe degli illusi dopo il draft dello scorso anno.

Il vero motivo per cui Wallace è arrivato a Detroit è il fatto che il suo contratto in scadenza permetterà  a Dumars di rifirmare Okur in tranquillità , poi per quanto riguarda Wallace ci sarà  tempo per valutare, di sicuro firmarlo a cifre anche di molto inferiori a quelle che ha guadagnato fino ad oggi, è una scommessa che in molti pagherebberoo 1:10. Di sicuro c'è che se il contratto di Wallace scadeva tra due anni, a lui nono si sarebbe interessato nessuno.

La chiusura degli scambi del 19 di febbraio ci proietta di fatto verso quella che dovrebbe essere l'estate più soporifera dell'ultimo decennio, con un draft del tutto indecifrabile, la cui unica certezza è il fatto che non ci sono fenomeni ne al college, ne al liceo, ne in Europa, in più anche il mercato dei Free Agents, offrirà  poco o nulla, a parte Kobe Bryant che però difficilmente si sfilerà  la maglia gialloviola, discorso identico per Nash a Dallas.

Kenyon Martin, Quentin Richardson Jamal Magloire e Stromile Swift sono i nomi più cercati, ma a questo punto viene da chiedersi come mai alcune squadre continuano a cedere giocatori, per liberare spazio, se poi non c'è materiale su cui spendere? Si perchè è abbastanza evidente che i signori nominati sopra un contratto al massimo salariale non lo meritano nemmeno lontanamente, Martin compreso su cui i dubbi sul carattere sono troppi per impegnare una franchigia su di lui. La meglio alla fine nella prossima estate dunque potrebbe averla chi ha materiale interessante da scambiare con altri giocatori.

Se la situazione giocaotri al momento appare abbastanza statica, qualche scossone potrebbe venire dai cambi di panchina, nulla di pagonabile all'effetto domino, che si creò lo scorso anno con il licenziamento di Carlisle da parte dei Pistons con la conseguente assunzione di Larry Brown, ma alcuni tasselli da mettere a posto ci sono.

I Sixers al momento in mano a “baffo” Chris Ford, hanno ottenuto il permesso dai Portland Trail Blazers di trattare con il loro ex assistente ai tempi di Larry Brown, Maurice Cheecks, che a mio parere ha già  abbondantemente dimostrato di non essere all'altezza, soprattutto tecnica, di gestire una squadra nell'NBA, ma il vero padrone di Phila Allen Iverson ha in merito opinioni diverse, al punto che l'ingaggio di Cheecks sarebbe una condizione essenziale perchè Iverson rimanga a Philadelphia anche la prossima stagione.

Anche i Boston Celtics devono nominare un nuovo coach, l'attuale John Carroll è ad tempo e tornerà  con ogni probabiltà  al ruolo di assitente, il nome più gettonato è quello di Paul Westphal, ex coach dei Phoenix Suns ad inizio anni '90, che con lui andarono in finale nel 93, con un passaggio un pò opaco ai Sonics nell'immediato dopo Karl, in un momento in cui la squadra che aveva giocato la finale nel 96, si stava lentamente sfaldando.

Westphal ha idee offensive molto simili a quelle di Ainge, quindi appare una soluzione molto probabile, anche se Ainge un occhio a Don Nelson lo tiene sempre. Abbiamo appena detto di Nelson, che in caso di mancato anello, potrebbe lasciare la panchina dei Mavs, noto ormai a tutti che il suo successore designato è Pat Riley, resta da vedere se coach Nelson rimmarrà  a Dallas come GM, ruolo per cui ha ancora 4 anni di contratto oppure si imbarcherà  in una nuova avventura come potrebbero essere appunto i Celtics.

Anche i Suns attualmente in mano al nostro D'Antoni dovrebbero trovare un nuovo coach, ma la situazione economica della famiglia Colangelo al momento non chiara, potrebbe impedire ogni tipo di manovra sia sul piano giocatori, sul sul piano dello staff tecnico. Doc Rivers potrebbe ricoprire ad Atlanta il doppio ruolo di coach e General Manager, George Karl è il nome più roboante ancora in pista, ma nessuno sembra interessarsi a lui, da seguire anche la situazione dei Knicks che sono tentati di continuare con Wilkens, ma comuqnue stanno alla finestra in caccia delo loro vero allenatore del futuro.

Che l'annata degli Orlando Magic non sia stata delle migliori è ormai storia, i dissapori di McGrady aumentano di giorno in giorno. La dirigenza da parte sua però ci sta veramente mettendo del suo per passare alla storia dalla parte sbagliata.

Lo specchio di questa situazione è l'imbarazzante gestione di Grant Hill, prima da parte dello staff medico, poi da parte dello staff tecnico. Si perchè a quanto pare Grant Hill, da oltre un mese a questa parte avrebbe ampiamente dimostrato di essere tornato in forma più che buona, e soprattutto che la sua caviglia, almeno per ora regge davvero, al punto che Hill in allenamento continua a schiacciare davanti agli occhi di Johnny Davis, atterrando sulla caviglia in questione.

Lo stesso Davis morirebbe dalla voglia di gettarlo nella mischia, solo che il GM Gabriel ha fatto due conti, ossia che se Grant gioca più di dieci partite l'assicurazione non paga più quindi il rientro di Grant è ormai ufficialmente programmato per le ultime nove gare, e qui tutto ci può stare, etica a parte, ma McGrady pare non pensarla così al punto che ha invitato la dirigenza a smettere di fare i conti e dimostrare alla comunità  che e l'aver comprato abbonamenti per un certo tipo di basket non è stato vano fino in fondo.

Inoltre i Magic hanno ulteriormente fatto saltare i nervi a McGrady dichiarando ormai sempre meno velatamente che Grant non verrà  protetto nel draft di espansione di giugno. A questo punto la situazione ad Orlando pare essere ad un bivio, in quanto il GM storico John Gabriel potrebbe saltare, già  a fine aprile, per non rischiare di perdere McGrady con cui è in palese contrasto da tempo, facendo impostare la strategia estiva al suo successore. I nomi più gettonati sono quelli di Magic Johnson (che però sembra uno specchio per le allodole) e quello del figlio di Don Nelson attuale assistente di Dallas. Di sicuro in questi giorni scuri Tracy si è svegliato dal grande sonno.

Mentre tutti nell'NBA hanno occhi solo per LeBron e Melo, e in seconda battuta per Yao Ming, peraltro giustamente, un'altro giovanissimo si sta mettendo in luce come pochi e risponde al nome di Andrei Kirilenko.

Giocatore con doti fuori del comune, difensore tra i primi tre della lega, gioca indifferentemente nei due ruoli di ala come solo Garnett tra i suoi colleghi sa fare, le sue cifre per altro in netta crescita, alla terza stagione a soli 23 anni lo proiettano di diritto verso un futuro tra i primi 10 giocatori della lega.

Per adesso si limita a sfruttare al massimo lo splendido basket tutta sostanza, e applicazione che Sloan sta tirando fuori dagli attuali Utah Jazz, poi il prossimo anno, ossia quando sarà  nell'ultimo anno di contratto, bisognerà  per forza di cosa fare due conti, e se due più due fa quattro, ecco che la firma al massimo salariale sarà  una cosa fisiologica, in cui i Jazz confidano molto visto l'enorme spazio salariale a loro disposizione.

I Jazz che sembravano lo scorso anno un franchigia sostanzialmente senza futuro, cominciano ad essere un di quelle realtà  tenute sempre sott'occhio da giocatori e agenti, perchè se il clima non è bellissimo pazienza, coach Jerry Sloan ha già  ampiamente dimostrato che è uno che valorizza chi vale come pochi, vedi Carlos Arroyo e Matt Harpring.

Quest'anno con un roster abbastanza povero frutto sostanzialmente di manovre salariali i Jazz galleggiano con un record vicino al 50% ad ovest, ed in molti si chiedono cosa sarebbe successo se i Clippers all'ultimo tuffo non avessero pareggiato l'offerta per Maggette, che era quell'attaccante dal perimetro di cui i Jazz hanno un bisogno tremendo.

Di sicuro la voglia di giocare accanto a Kirilenko e allenati da quello che tutti indicano come il futuro coach of the year, farà  si che i giocatori davanti alle proposte dei Jazz, non pensino alla neve e al maltempo, insomma il purgatorio che molti indicavano per loro di lameno un lustro di fatto potrebbe addirittura finire prima di essere iniziato.

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