Oltre al resto, la natura ha dotato Garnett di 2 tenaglie al posto delle mani…
Due terzi di stagione disputati: entra nel vivo la battaglia per posizionarsi nella griglia dei playoffs. E di riflesso, la lotta fra i migliori giocatori per primeggiare nelle graduatorie individuali.
Non dovrebbe essere così. I numeri migliori, è banale dirlo, sono quelli ottenuti in modo "involontaria", preoccupandosi solo di essere utili alla squadra. E' così per tutte le più importanti voci statistiche.
Il rimbalzo è un fondamentale del gioco. Dal controllo del tabellone, viene l'impostazione della partita, del suo ritmo. Ogni rimbalzo catturato è un'opportunità in più per andare, o rimanere in attacco. Una voce primaria quindi, nello scout partita di ogni squadra.
E' giusto quindi dare spazio ai migliori rimbalzisti del campionato, non prima però di aver dato qualche parametro per valutare questa statistica.
Ogni giocatore, come detto, fa un buon lavoro nella misura in cui, i suoi numeri aiutano effettivamente una squadra e, paradossalmente, non le nuociono. Questo discorso, se parliamo di rimbalzi, è strettamente collegato al concetto di egoismo difensivo che, fra gli scout Nba, sta diventando un parametro di giudizio sempre più fondamentale.
Il principe di questo fondamentale per molti anni, Dennis Rodman, ad esempio, in alcuni frangenti della stagione regolare, da lui ritenuti di secondaria importanza, tendeva a starsene sotto canestro, mandando a pallino la difesa di squadra, per catturare più rimbalzi. Qualche anno prima, c'era chi, fra gli osservatori, accusava il grande Moses Malone di sbagliare qualche tiro di troppo, sicuro di recuperare comunque il pallone.
Altre variabili entrano in gioco. La statistica dei rimbalzi di squadra per esempio da tempo viene presa con beneficio di inventario dagli allenatori. E' chiaro che giocando in una squadra che pratica un gioco veloce, tirando spesso, il numero complessivo dei rimbalzi tende inevitabilmente ad alzarsi. Molto più importante la percentuale dei rimbalzi catturati, che dà la reale misura dei possessi offensivi.
Detto questo: sul podio assoluto della specialità salgono Kevin Garnett (14 in 39.8 minuti), Ben Wallace (13.1 in 39.3) e Duncan (13 in 38.2). Curiosamente tre giocatori con stili abbastanza diversi.
Garnett ha un'esplosività ed una mobilità fuori del normale. Con tutto quello che fa per la difesa della sua squadra, i suoi numeri sono irreali.
Wallace è un rimbalzista potente, una specie di trattore. Molti, prendendo errato esempio dalla scarsa partecipazione del giocatore di Detroit all'attacco, lo designano come erede di Dennis Rodman. In realtà , se proprio si deve cercare un paragone col passato, Wallace assomiglia molto al Jayson Williams che primeggiò con i Nets.
Wallace semmai è unico per la sua capacità di saltare alto più volte in poco tempo, che gli consente di primeggiare anche fra gli stoppatori. Questa è una caratteristica che, con tutto il rispetto, gli atleti di 15 anni fa potevano solo sognare.
Duncan invece ha, come dono innato, un senso della posizione ineguagliabile, unito alla compostezza e misura dei suoi movimenti. Leggermente distaccati arrivano Eric Dampier (11.9 in 32.7 minuti) e Carlos Boozer (11.3 in 34.6).
A questo punto serve però introdurre il fondamentale rapporto fra rimbalzi presi e minuti giocati. Parametrato su 48 minuti di gioco Eric Dampier, prenderebbe 17.5 rimbalzi a partita, seguito dalla sorpresa Marcus Camby, 17.1 su 48 minuti, 10.1 reali in 28.6 di gioco. A ruota arriva il terzetto prima nominato: Garnett (16.9), Duncan (16.3), Wallace (16.0).
Quest'ultima statistica potrebbe sembrare un'astrazione con poco significato. In realtà spesso dà la misura dell'intensità con la quale si va a rimbalzo. Per fare un esempio: Shaq O'Neal, fuori da ogni classifica, perché non ha giocato abbastanza gare per rientrare, prende 10.7 rimbalzi in 35.3 minuti. In un'intera partita ne prenderebbe 14.4.
E' chiaro che per capacità Shaq può stare con i migliori, se non davanti, solo che in regular season ci mette quel "quid" in meno.
Altri nomi: Zach Randolph 11.0 (ne prenderebbe 13.7), Brad Miller 10.8 in 38.3 minuti, J. O'Neal 10.2 (13.3), Kenny Thomas 9.9 (13.9), Martin 9.9 (13.2).
Fra gli esterni il primo è Lamar Odom 9.6 (12.2), Shawn Marion 9.6 (11.1). Più dietro, sempre che lo si voglia considerare un esterno, Antoine Walker con 8.8 (11.5). A ridosso della ventesima posizione troviamo invece Ming Yao con 8.8 rimbalzi reali, 13.1 parametrati.
Alcuni dati di squadra per contestualizzare il discorso: numeri alla mano, Cleveland è la squadra che lavora meglio a rimbalzo. I Cavs prendono 46.6 rimbalzi a partita, il 52.2% del totale. Chiaro che la loro front line, ad est, con Illgauskas e il citato Boozer, rinforzata da Eric Williams, fa la differenza.
Leggermente dietro San Antonio, 45.7 (51.9%). La percentuale è la stessa dei Rockets che prendono 43 rimbalzi a gara e dei Clippers, con 44.3. Ad ovest le squadre con il miglior bilancio vinte perse vengono nell'ordine: Dallas 45.5 (50.7%), Minnesota 42.0 (50.6%) e Los Angeles Lakers 42.5 (49.9%). Messi bene i Blazers con il 51.2% del totale.
Ad est, ottimo lavoro per Detroit, 43.5 e 51.3%, e Indiana 41.9 con il 50.7%.
Delle squadre di vertice, la messa peggio è proprio la prima in assoluto in classifica: Sacramento prende 41.5 rimbalzi a partita, il 49%. Compensa con l'esecuzione offensiva.
Ultimo distinguo: Pat Riley, al tempo allenatore dei Knicks, difese Patrick Ewing, accusato dalla stampa di prendere meno rimbalzi di altri suoi pari ruolo, in questo modo: "Certo, avete ragione - disse - ma considerate che Ewing, oltrechè agli avversari, i rimbalzi deve prenderli a Charles Oakley e Antony Mason".
Effettivamente esistono squadre con batterie di rimbalzisti più nutrite e squadre ridotte all'osso. Duncan ne sa qualcosa. Messi peggio, almeno in front line, i Los Angeles Lakers da quando Malone è in infermeria. Anche questo è un dato da non sottovalutare.
La prova che questa classifica e questi discorsi sono validi ce la danno i Toronto Raptors: ultimi per rimbalzi catturati, 39.5, e percentuale 47.0%. Nonostante il discreto lavoro di Donnyel Marshall, che a rimbalzo è sempre andato bene, con 9.5. Alzi la mano chi ha il coraggio di essere sorpreso.