Roy Halladay è il nuovo asso sul monte di lancio per Toronto
I Toronto Blue Jays hanno l'ingrato compito di tenere alta la bandiera con la foglia d'acero, essendo l'unica franchigia canadese della MLB, ma di doverlo fare giocando in quella che forse è la division più competitiva di tutte: la AL East. Quella di poter rivaleggiare con le due squadre simbolo della MLB, Yankees e Red Sox, è rimasta negli ultimi anni una mera speranza: dopo la vittoria nelle World Series del 1993, i Blue Jays non hanno più raggiunto i playoffs, classificandosi sempre non meglio del terzo posto nella divisione.
Ma quest'anno questa striscia negativa dovrebbe finalmente finire: i canadesi sono stati tra i protagonisti del mercato nella off-season e si candidano ad essere finalmente competitivi con le due franchigie maggiori.
Pitching & Difesa
I Blue Jays hanno rinforzato in modo sostanziale il proprio parco lanciatori, attraverso scambi o sfruttando la free agency, e presentano senz'altro la miglior rotazione della AL East.
Il colpo principale però è senz'altro rappresentato dalla firma dell'indiscusso asso del monte canadese, il trentenne Roy Halladay, che proprio nei giorni scorsi ha prolungato il suo contratto fino al 2010, alla bella cifra di 40 milioni di dollari.
Il lanciatore destro, già vincitore del Cy Young Award nel 2003, rimarrà dunque per altri cinque anni nell'organizzazione che lo scelse durante il draft del 1995. La speranza della dirigenza canadese è che confermi le eccezionali prestazioni dell'anno passato, concluso con un record di 12-4 e un'ERA di 2.41.
Halladay sarà il leader di una rotation invidiabile per talento ed età (nessuno ha più di trent'anni).
A guidare il suo cast di supporto ci sarà il braccio affidabile di A.J. Burnett, ventinovenne lanciatore destro proveniente dal "supermercato" Florida Marlins. Burnett ha avuto un buon rendimento nel 2005, con una ERA di 3.44 e 4 complete games (di cui 2 shutouts) ma il record complessivo lo penalizza oltre le sue colpe, con un 12-12 che non gli rende certo giustizia. Burnett rappresenta comunque una macchina da strikeout, avendo sfiorato la soglia dei 200 K in stagione regolare (per l'esattezza 198 in 32 partite, decimo miglior risultato nelle Majors): questo è uno dei motivi che hanno spinto i Blue Jays ad acquisirlo, in quanto sostanziale upgrade rispetto ad una rotation formata prettamente da groundball pitchers.
Al numero 3 troviamo il mancino Ted Lilly, un trentenne dal rendimento non entusiasmante nella scorsa stagione: infatti la sua ERA è stata di 5.56 con un record di 10-11. A penalizzarlo è sicuramente il suo incostante rendimento: se infatti ai destri concede un onesto .248, ai mancini lascia battere addirittura .336! Non è un power pitcher, e come anche Halladay, punta a far battere male gli avversari piuttosto che eliminarli al piatto.
Quarto in rotazione è il venezuelano Gustavo Chacin, che l'anno scorso ha messo insieme un bel 13-9 con un'ERA di 3.72. Il ventiseienne mancino ha dunque ben figurato in questa sua prima stagione da partente nelle Majors e promette bene, visti i suoi margini di miglioramento.
La rotation si conclude con Josh Towers, lanciatore destro dal rendimento più che accettabile: per lui 13-12 con ERA di 3.71 nella stagione 2005.
Il bullpen offre buone garanzie: praticamente tutti i rilievi hanno registrato nella scorsa stagione un'ERA inferiore a 4.00, e c'è il giusto mix di esperienza (Justin Speier, Scott Schoeneweis, Pete Walker) e gioventù (Jason Frasor, Vinnie Chulk, Scott Downs).
A chiudere ci sarà un altro grande acquisto dell'offseason, il mancino ex Orioles B.J. Ryan, già All Star lo scorso anno. Ryan (36 salvezze con ERA 2.46 nel 2005) sembra essere il giusto acquisto per permettere il salto di qualità ad una squadra che sul monte non è seconda a nessuno.
Lineup
Le mosse del General Manager J.P. Ricciardi hanno portato al cambiamento di tre quinti del diamante: le acquisizioni del catcher Bengie Molina dagli Angels, del prima base Lyle Overbay da Milwaukee e soprattutto del terza base Troy Glaus da Arizona apportano un sostanziale upgrade in termini di potenza in battuta, necessario per poter contendere il piazzamento a corazzate quali NYY e BOS.
Ad assicurare i doppi giochi saranno come interbase Russ Adams e in seconda il rookie Aaron Hill: i due giovani middle infielders (50 anni in due) dovranno apportare rapidità ad un lineup potente ma molto lento.
La vera incognita è rappresentata dal rendimento difensivo: è noto come l'efficacia di una difesa si basi sulla chimica esistente tra gli interni, e ciò è tanto più vero per una squadra di groundball pitchers qual'è Toronto: sarà interessante vedere quanto tempo ci vorrà perché tra i difensori ed i lanciatori si crei il necessario amalgama.
Come battitore designato verrà proposto Shea Hillenbrand, che nella scorsa stagione si era ben comportato come corner infielder guadagnandosi (unico tra i Blue Jays) la convocazione all'All Star Game.
Tra gli esterni il giocatore più rappresentativo è senz'altro Vernon Wells, i cui numeri saliranno certamente ora che nel cuore del lineup è affiancato da due mazze come quelle di Overbay e Glaus: obiettivo dichiarato è ritornare sopra i 30 HR e i 100 RBI, soglie che Wells non varca dal 2004.
Agli angoli, l'outfield sarà coperto da Alex Rios a destra e dal "nostro" Frank Catalanotto a sinistra, mazze affidabili ma anche loro non velocissimi sulle basi. Dovranno stare attenti ad Eric Hinske, il terza base titolare nello scorso anno che dovrà riciclarsi all'esterno per ritagliarsi delle apparizioni al piatto.
Giocatore Chiave
Nonostante i miglioramenti del lineup dobbiamo riconoscere come la forza di questa squadra sia la rotation, ed il giocatore chiave non può che essere il suo leader Roy Halladay. Halladay è ormai una garanzia, e se riuscirà a mantenersi in salute di certo confermerà le sue invidiabili statistiche anche quest'anno, e ciò avrà un impatto sensibilmente positivo sui suoi compagni.
Partenze
Miguel Batista (RHP, ARI), David Bush (RHP, MIL), Chad Gaudin (RHP, OAK), Gabe Gross (OF, MIL), Orlando Hudson (2B, ARI), Corey Koskie (3B, MIL).
Arrivi
A.J. Burnett (RHP, FLA), Troy Glaus (3B, ARI), John McDonald (INF, DET), Bengie Molina (C, LAA), Lyle Overbay (1B, MIL), B.J. Ryan (LHP, BAL), Brian Tallet (LHP, CLE).
Giudizio Finale
I Toronto Blue Jays sembrano davvero essere cresciuti al punto da poter contendere la division alle due corazzate, Yankees e Red Sox, che da più di dieci anni negano alla franchigia dell'Ontario l'accesso alla post-season. Monte talentuoso e mazze affidabili sono la ricetta giusta per cercare di riportare il Canada nel baseball che conta.
Se si dovesse arrivare a fine estate senza speranze di playoffs ciò rappresenterebbe un vero fallimento, visto che questa squadra è allestita per vincere. E' proprio come ha detto Overbay: "It's a great time to be a Blue Jay”.