Justin Mapp: quest'anno i Fire si aspettano molto da lui…
Eccoci di ritorno con le preview per la Eastern Conference 2006; stavolta è il turno dei Chicago Fire. La squadra della Windy City, che nel 2004 aveva mancato l'aggancio ai play-off, nel 2005 si è prontamente riscattata arrivando fino alla Finale di Conference, dove ha ceduto solo di fronte ai New England Revolution. Tentiamo di capire insieme se la prossima sarà la stagione adatta per puntare al titolo (già vinto nel 1998).
Legenda: D = Scelta dal SuperDraft; Sd = Scelta dal Supplemental Draft; ag = adidas generation; L = in prestito; tra parentesi gli anni di esperienza nella MLS.
HEAD COACH: Dave Sarachan
PORTIERI: Zach Thornton (9), Matt Pickens (1), David Mahoney (1);
DIFENSORI: C.J. Brown (8), Jim Curtin (5), Logan Pause (3), Leonard Griffin (2), Gonzalo Segares (1), Jack Stewart (1), Jeff Curtin (D), Jared Montz (L), Jordan Russolillo (D);
CENTROCAMPISTI: Chris Armas (10), Diego Gutierrez (9), Tony Sanneh (5), Justin Mapp (4), Craig Capano (3), Ivan Guerrero (1), Thiago (1), John Thorrington (1), Jeremy Ashe (D), Brian Plotkin (D);
ATTACCANTI: Nate Jaqua (3), Andy Herron (2), Chris Rolfe (1), Chad Barrett (1), Calen Carr (D).
Il problema maggiormente evidenziato dai Fire lo scorso anno era la difesa; nonostante l'approdo alla Finale di Conference, i Fire hanno concesso, nella regular season, una marea di gol alle squadre che poi hanno fatto i playoff. Stante la situazione dei portieri (Thornton e Pickens hanno condotto una stagione assolutamente all'altezza delle aspettative), i giovani Segares e Stewart, pur talentuosi, hanno bisogno di tempo per integrarsi con Brown e (Jim) Curtin, mentre Sanneh non ha ancora dato il contributo che ci si attendeva da lui. È vero che ci vuole tempo per aggiustare gli automatismi in difesa, ma forse, se Sanneh quest'anno non dimostra da subito quello che vale, converrebbe buttare subito in mischia il giovane Russolillo; il ragazzo sembra avere abbastanza attributi per affrontare l'impatto con la MLS da titolare alla prima stagione; magari viene fuori un altro Michael Parkhurst.
D'altro canto, se in difesa non c'è ancora la giusta chimica, dall'altra parte del campo potrebbero verificarsi piacevoli sorprese: la maglia n. 10 dei Fire non è più stata indossata da quando Nowak ha lasciato il calcio giocato, ma il giovane Thiago, il cervello pensante della squadra, ha chiesto espressamente di poterla indossare: “tutti i giocatori hanno responsabilità ; è la mia seconda stagione e devo almeno mantenere il livello raggiunto l'anno scorso, e se possibile fare meglio”. Non c'è che dire, una bella dichiarazione di intenti e di maturità : ma Thiago non è un leader come poteva essere Nowak; è bassino ed esile, può soffrire il pressing avversario. Però è capace di saltare l'avversario negli spazi stretti e di offrire assist per i compagni. Il brasiliano potrebbe essere una rivelazione per la lega intera: l'anno scorso ha sofferto il diverso stile di gioco della MLS rispetto al campionato brasiliano, quest'anno dovrebbe essere più abituato.
A centrocampo è tornato Gutierrez, che aveva guidato Chicago alla conquista del titolo nel '98: i suoi 9 anni di esperienza saranno certamente un valore aggiunto importante, anche per il suo lavoro di intenditore, visto che Marsch ha lasciato Chicago; difficile pensare che i Fire si privassero di un simile stantuffo senza correre ai ripari. Inoltre c'è da fare attenzione a Mapp, giunto al 4° anno nella MLS e ormai più che in grado di essere leader in campo e fuori; l'inesperienza che a volte gli ha giocato brutti scherzi a livello di continuità dovrebbe ormai appartenere al passato, per cui il giocatore sarà protagonista con le sue sgroppate e con i suoi inserimenti improvvisi che fruttano spesso dei gol. Addizione importante sembra quella di Plotkin, che per essere un centrocampista tira un po' troppo in porta, ma se Sarachan riesce a catechizzarlo a dovere può essere un'ottima diga in mezzo al campo.
Ma il vero crack del draft dei Fire, colui che dovrebbe dare quella profondità in attacco tale da autorizzare sogni di gloria, è Calen Carr. Nella preseason in Florida, Messico e California Carr ha avuto un impatto sorprendente, ed è il 1° marcatore della squadra; ha segnato più di un gol a partita di media nel suo ultimo anno a California, e sembra che il salto dal college alla MLS sia stato assorbito bene. Certo, poi il 1° aprile parte il campionato e lì le cose si fanno serie; ma il talento c'è e la fame di gol anche.
D'altro canto è vero che l'attacco di Chicago sembra un po' leggerino, perché non c'è un attaccante davvero potente che apra spazi: sia Jaqua che Carr sono due velocisti, mentre Herron è un attaccante di movimento che agisce per linee esterne e difficilmente attacca gli spazi. Qui coach Sarachan dovrà trovare una soluzione"
MODULO DI GIOCO
Vista la situazione in difesa, i Fire devono pensare prima di tutto a costruire una chimica di squadra; per far questo è difficile ipotizzare che Sarachan schieri la squadra con qualcosa di più spregiudicato di un 4-4-2. Anzi, la cosa più probabile è che almeno all'inizio infoltisca il centrocampo per creare un filtro davanti ad una difesa che, soprattutto in un paio di uomini, deve raggiungere gli automatismi previsti. Per questo sarà probabile vedere a volte un 4-5-1, con Jaqua come unica punta, perché Carr, pur bravo che sia, è sempre un rookie e non potrà reggere da solo il peso dell'attacco.
DOVE POSSONO ARRIVARE I FIRE?
L'obiettivo è migliorare quanto fatto l'anno scorso, e questo può solo significare arrivare almeno alla Finale MLS. Sinceramente non vediamo i Fire abbastanza attrezzati per raggiungere tale obiettivo: mancano una chimica di squadra solida e un'organizzazione difensiva sufficientemente collaudata. È importante segnare molti gol, ma è importante anche prenderne pochi. Per questo vediamo Chicago non più in là della Finale di Conference.
Alla prossima!!