Face off! Bugs Bunny e Michael Jordan…
SPACE JAM
Anno: 1996
Genere: Fantastico
Regista: Joe Pytka
Attori: Michael Jordan, Wayne Knight, Bill Murray, Theresa Randle, Larry Bird, Charles Barkley, Patrick Ewing
Realizzato con un incredibile sforzo produttivo, impegnando centinaia di animatori ed esperti di effetti speciali, riesce a colpire fin da subito.
Ivan Reitman, qui nelle vesti di produttore, ci introduce idealmente a quello che è e rimarrà qualcosa di esclusivo…
“La Warner Bros aveva pensato di dare un seguito ideale al successo degli spot che vedevano Micheal Jordan insieme ai Toons. Così sono venuti da me degli uomini di punta della casa di produzione e mi hanno chiesto se io avessi per caso qualche idea su come mettere insieme in un film giocatori di pallacanestro e personaggi dei cartoni animati.[…]
Di fatto noi abbiamo lavorato su tre set diversi. Il primo è quello “classico” con le persone e gli oggetti, il secondo è fatto di cartoni animati ed il terzo era dato dagli effetti speciali generati dal computer. Coordinare le tre cose non è stato davvero facile e noi stessi, in fase di montaggio, siamo rimasti vagamente sorpresi da quello che riuscivamo a vedere “tutto insieme”. […]”
Space Jam è il primo caso di movie ispirato da uno spot pubblicitario, invertendo così il tradizionale rapporto creativo che vede la pubblicità prendere spunto da opere cinematografiche.
L'idea proposta a Ivan Reitman era quella di realizzare un'opera che mescolasse le tecniche d'animazione con personaggi reali, sull'onda del celebre predecessore quale “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, datato all'epoca ormai un decennio.
La regia è affidata al poco conosciuto Joe Pytka, ideatore e realizzatore di pubblicità , tantochè al suo attivo vi sono oltre 5.000 spot, fra cui quello per le scarpe Nike che aveva come testimonial Michael Jordan.
Destinato non solo a bambini e ragazzi, oltremodo adatto anche a un pubblico più maturo, vede l'esordio cinematografico dei vecchi e gloriosi Looney Tunes della Warner & Bros, ridisegnati in una veste nuova. Bugs Bunny, Gatto Silvestro, Titti e tanti altri, ai quali si uniscono nuovi amici e nemici provenienti dallo spazio.
Caratterizzati da una comicità “cattiva” e talvolta “aggressiva” che da sempre si contrappone ai più tradizionali prodotti per famiglie Disney, i Tunes sono sempre stati concepiti anche per un pubblico adulto, proprio per il loro particolare senso dell'humour in chiave spesso sarcastico.
Il risultato è senz'altro innovativo, il look “vecchio stile” dei personaggi della Warner, già all'avanguardia negli anni '40 non viene abbandonato completamente e risulta anche oggi dotato di incredibile freschezza. Convincente l'aspetto creativo, innovativo per i tempi, viene fatto ampio uso delle più sofisticate e moderne tecniche di animazione tridimensionale al computer.
Personaggi reali e cartoni interagiscono alla perfezione, il passagio dal mondo umano a quello virtuale è continuo e non ci si accorge dell'effettiva impossibilità di tutto quello che sta avvenendo sullo schermo.
Il sottosuolo della Warner viene invaso dai Nerdlucks, extraterrestri che vogliono rapire i famosi personaggi dei cartoni per farne la maggiore attrazione del loro Luna Park per bambini, ormai prossimo al fallimento.
Bugs Bunny propone qualcosa che deciderà il futuro di entrambi, sfida i nanerottoli alieni a una partita di pallacanestro.
Nessuno potrebbe aspettarsi che questi possano trionfare su un campo di basket fino a quando, grazie ai loro poteri, riescono ad assorbire il talento di cinque giocatori NBA, trasformandosi nei Monstars, una squadra di giganti.
Gli alieni rubano il talento del lungo mormone Shawn Bradley, del piccoletto Muggsy Bogues e di star ben più affermate, quali il centro Patrick Ewing, l'ala emergente Larry Johnson e l'istituzione Charles Barkley. Glin atleti non riescono più a giocare normalmente, l'intera NBA è prossima a chiudere i battenti e al momento la stagione viene sospesa, credendo che si aggiri un virus che stia infettando tutti i giocatori della Lega.
Bugs Bunny e amici cominciano a preoccuparsi ed a cercare un valido aiuto. I Tunes si difendono convincendo Michael Jordan a giocare con loro, infatti His Airness in quel periodo giocava a baseball nei Birmingham Barons. Critiche aspre dei giornalisti facevano seguito a risultati pessimi tuttavia gli alieni non avevano potuto rubare il suo talento, non sapendo che fosse il miglior giocatore di basket in circolazione.
Caratteristica e comica la figura del portaborse, Stan Podolok, intrepretata dall'attore Wayne Knight, il quale "marca" stretto Jordan in continuazione risultando fin troppo pedante, in un assillo continuo che fa da contorno a tutto il proseguio del film.
Chi meglio di Michael Jordan poteva salvare il mondo? Subito viene risucchiato in una buca di un campo da golf mentre stava giocando con l'amico Larry Bird e Bill Murray; quest'ultimo intrepreta se stesso, nelle vesti di ” visionario” che avrebbe voluto competere a livelli professionistici nel basket, tra il serio e il molto faceto.
La partita si rivelerà l'evento clou, catalizzerà l'attenzione di tutta l'ultima parte del film. Effetti speciali e momenti spettacolari, attimi e scene un po' stereotipati ma di sicuro effetto, si alternano sul set.
Addirittura Michael pone se stesso in discussione, alzando la posta e mettendo in palio, nell'eventualità di una propria sconfitta, anche la propria persona; in questo caso Jordan avrebbe accettato di trasferisri come una sorta di schiavo nel Luna Park alieno, nella condizione di venire ulmiliato sistematicamente su di un campo da basket, ogni qual volta un bambino visitatore avesse voluto sfidare il più grande giocatore di sempre; una vera condanna a morte"
Il nuovo acquisto della squadra, l'affascinante coniglietta Lola Bunny, si rivelerà fondamentale tanto quanto l'arrivo sul set di Bill Murray, inizialmente nelle vesti di accentratore che vuole risolvere la partita da solo, trasformandosi successivamente in uomo squadra, dedito alla difesa e al passaggio, ruolo più consono per un giocatore dalle limitate doti atletiche come lui.
I Looney Tunes vincono la partita e salvando la terra, riportando tutto alla normalità , poiché i giocatori professionisti riacquistano il proprio talento e Michael torna al ruolo che gli è più congeniale, lasciando definitivamente il baseball e tornando sui parquet colorati.
Il film tende, specialmente nella prima parte, ad esaltare in maniera ossessiva la figura di Michael Jordan, il quale esce a testa alta anche da questa esperienza, risultando simpatico e disinvolto davanti al grande pubblico, senza calarsi mai nei panni di un attore professionista.
Ecco cosa pensa il produttore Reitman di Michael : “Ha un talento naturale, è un bell'uomo, con occhi espressivi e grandi capacità di mimica. Credo che potrebbe pensare seriamente di lavorare nel mondo del cinema, è davvero molto bravo”. Probabilmente le lodi sono eccessive poiché la stella si è limitata solamente a giocare a basket e le scene recitate in senso stretto si contanto sulle dita di una mano.
Da substrato alla storia risulta relativamente importante anche il doppio cordone ombelicale che intercorre nel rapporto tra padre e figlio. Dapprima è un piccolo Michael che si trova ad immaginare il proprio futuro e a raccontarlo al padre; successivamente His Airness diventa anch'esso genitore e, riproposto lo scarto generazionale, vengono accentutati i dubbi, le incertezze e le speranze del proprio figlio Jeffrey, il quale, cercando la propria strada, emula il padre nella pratica del baseball.
Purtroppo anche questo fiacco tentativo di dare un valore aggiunto al film risulta sostanzialmente vano.
In definitiva questo lungometraggio, se così lo vogliamo chiamare, non è una creazione per veri appassionati, è una vetrina per il basket, la Warner Bros e la Nike, la punta dell'iceberg di un business miliardario che vede in Michael Jordan l'icona principale.
Rimane tuttavia un manifesto positivo nella propria interezza, qualcosa di divertente per famiglie, un intrattenimento per vaste platee e la prima visione risulta divertente anche per più scettici.