La solita, enigmatica espressione di Tim Duncan…
Finita la vacanza. Greg Popovich, in vista della partita delle stelle, ha concesso otto giorni di vacanza ai suoi. La prima metà della stagione è stata la più dura da 23 anni a questa parte per i texani: 53 partite con 35 vittorie. Eppure ci troviamo davanti ai soliti Spurs: solidi, generosi, non brillanti, comunque vincenti.Una versione Nba del monolito di "2001: Odissea nello spazio". Immutabili.
A dire il vero il paragone che meglio calza all'edizione 2003-04 della squadra, è quella del Gattopardo: tutto è cambiato perché nulla cambiasse. Greg Popovich ha molto battuto, all'inizio della stagione, sul concetto di squadra diversa da quella che, pochi mesi prima, aveva vinto il titolo.
In realtà sul campo tutta questa differenza non si è vista. D'accordo l'inserimento di Nesterovic, Turkoglu, Horry e, successivamente, Charly Ward. Ma la struttura della rotazione è più o meno sempre la stessa. E lo stesso dicasi per l'andamento della stagione: dopo venti partite gli Spurs, erano ultimi con 10 sconfitte. Poi sono venuti fuori, cambiando passo. Prove evidenti: le quattro vittorie ottenute in trasferta, prima della pausa,contro avversari del calibro di Utah, Sacramento, Houston e Seattle.
In Italia abbiamo avuto a possibilità di vedere la partita che, più di tutte, incastonò i problemi di Popovich all'inizio: vittoria ad Orlando, 105-94, con 48 punti di Duncan.
In quella partita si vide chiaramente come, l'ex agente segreto della Cia, prestato al basket, non avesse in mano la squadra. Ed in particolare in difesa. Addirittura, in alcuni momenti, Popovich si mise a zona, contro una squadra che in linea di massima ha un solo attaccante vero e proprio.
Quello è stato il periodo più difficile della squadra: rapporti ai minimi termini con Parker, peraltro mezzo infortunato, Manu Ginobili in leggero calo dopo il buon avvio, Turkoglu, Nesterovic e Horry ancora ingiudicabili.
Sono passati 2 mesi e la situazione è notevolmente cambiata. Probabilmente Popovich ha trovato la sua rotazione definitiva: Bowen da guardia, Turkoglu da ala, con l'ex Virtus Bologna dalla panchina.
Sulle prime Manu non ha preso benissimo questa scelta. I numeri d'altronde non mentono: 7,3 punti con il 37,4% al tiro sono brutte statistiche. Lentamente però si adattato a questo nuovo ruolo. Tanto che nell'ultima trasferta a casa di Ming Yao è risultato decisivo con due canestri nelle fasi calde.
"Mi sento bene - ha detto ultimamente - sono soddisfatto perché ora mi rendo conto che riesco ad essere utile alla squadra. All'inizio ho avuto qualche difficoltà ad adattarmi alla mia nuova dimensione." Nelle ultime 4 partite: 13,5 punti con il 46,8% dal campo.
La misura di quanto questa decisione di Popovich sia arrivata in un momento di indecisione da parte dello staff tecnico, viene dalla parole del coach. "So bene - dice Pop - che probabilmente non è il ruolo che preferisce. Ma ho dovuto fare così per dare minuti a Turkoglu. Lo stavamo perdendo. Ora anche Ginobili, dopo un primo periodo negativo, sta beneficiando di questo nuovo assetto."
Tutta la questione nasce da un dato di fatto: l'amore di Popovich per i suoi giocatori va e viene. Solo due, fra loro, hanno l'incondizionata fiducia del coach: Duncan, e ci mancherebbe anche, e Bruce Bowen che continua a partire titolare nello spot di guardia. Nessun giocatore, più di Bowen, riassume la filosofia di un coach che pensa prevalentemente in termini difensivi.
L'ex Miami gioca 32, 3 minuti a partita, è il terzo in squadra, dietro Duncan e Parker, segna 7 punti con il 40,5% dal campo. Eppure rimane un tassello imprescindibile per l'approccio alle partite dei nero-argento. Recentemente Bowen ha messo il bavaglio a Ray Allen, costringendolo a sbagliare 9 tiri su 12. Il giocatore di Seattle, dopo la partita, ha criticato il suo avversario definendolo uno che "gioca come una femminuccia".
"E' la sua opinione", ha risposto Bowen. Quest'ultimo è probabilmente l'unico giocatore che difensivamente può stare con i Bryant, Allen stesso, i Finley della Western Conference. Nondimeno Popovich con lui sacrifica attacco e creatività . E lo fa da anni se pensiamo che in quel ruolo si è alternata gente come Derek Anderson, Steve Smith. Tutti bocciati, per diverse ragioni, a favore del difensore.
Il quadro tecnico è quindi chiaro: una squadra solida che, nel momento in cui Parker non inventa nulla, ha difficoltà a sorprendere gli avversari. Duncan compreso. Questo aspetto si è notato chiaramente in tutti i finali punto a punto giocati dalla squadra sinora.
Non è un caso che la miglior partita, giocata dagli Spurs, nell'ultimo periodo sia venuta a Sacramento dove Parker ha segnato 20 punti e vinto il duello diretto contro Mike Bibby.
Lo stesso francese però, spesso deve frenare i suoi istinti per seguire le direttive del suo coachin' staff. "Stiamo chiedendo molto - ha ammesso Popovich poco tempo fa - a Parker: ha 21 anni e noi gli stiamo chiedendo di giocare come una point guard matura. D'altronde ci ha dimostrato di avere enormi qualità , per cui non lo stimoliamo."
Ha fatto eco il giocatore: "Devo trovare la giusta misura delle cose, coniugare le mie esigenze con quelle del gruppo."
Due parole su Duncan devono essere spese, anche se è difficile. Nelle ultime 8 partite è sempre stato il miglior marcatore della squadra, segnando sempre fra 25 e 33 punti. Una continuità incredibile. Le sue media parlano chiaro: 23.3 punti col 50,8 dal campo.
Una regolarità offensiva che nasconde le incredibili doti difensive di Tim. E viceversa. Un solo neo: il 58,7% dalla linea dei liberi. Più che altro per gli effetti che questi errori hanno sull'approccio psicologico del giocatore. Duncan ha dimostrato di soffrirne. L'ambiente ha dimostrato di soffrirne. Nei playoffs potrebbe essere un problema.
Il calendario da qui alla fine propone 13 trasferte e 16 casalinghe con 4 back to back. Picchi di un calendario tutto sommato abbordabile, le due trasferte di Minneapolis, il ritorno nella California del Nord, Sacramento, e la gita allo Staples Center dove, all'inizio della stagione, i campioni subirono una sonora lezione.
"Ci riposeremo durante la pausa - ha detto Tony Parker - e torneremo ancora più forti per la seconda parte della stagione." Di certo ritroveremo San Antonio nei quartieri altissimi della classifica. Come da molti anni a questa parte.