Momenti di riflessione per Joe Torre e per tutta la dirigenza
Tutti gli occhi addosso. Alla vigilia della serie con Boston al Fenway Park, i New York Yankees sembravano gia' ad un bivio decisivo della stagione 2003, l'anno del centenario.
L'inizio favorevole, le vittorie in trasferta contro i campioni del mondo avevano un po' illuso l'ambiente sulle possibilita' di stracciare tutto e tutti da qui fino all'autunno prossimo.
Il viaggio in California ha portato sconfitte con gli A's e la prima serie persa. Ma come le ciliege, ecco arrivare le battute d'arresto nel campo amico con Angels e soprattutto il cappotto con i Texas Rangers.
Paradossalmente il grande inizio della rotazione dei partenti (Mussina, Clemens, Wells e anche Pettitte) ha distolto l'attenzione dalla poca prolificita' delle mazze dei Bronx Bombers.
Uno dopo l'altro gli assi del monte hanno perso la loro imbattibilita'. Mike Mussina, dopo sette vittorie consecutive, ha aperto una striscia perdente di due; David Wells, abbattuto da Anaheim come Mussina, ha ripreso comunque a macinare a suon di strike.
Roger Clemens fatica a raggiungere il traguardo delle trecento vittorie (prossime opportunita' contro Boston in questi giorni). Andy Pettitte e' invece andato in crisi ed e' stato sostituito da Weaver – in un buon momento – come quarto della rotazione.
I problemi tuttavia non si limitano al settore dei lanciatori, anzi. Se la difesa e' stata definita "shabby" (scialba) da Brian Cashman, GM degli Yankees, non si puo' descrivere in termini educati i pensieri di patron Steinbrenner sull'attacco.
Sei sconfitte su sette, dieci delle ultime quattordici: queste erano le cifre prima del viaggio nel Massachussets; se poi aggiungiamo le sole e vergognose 3 valide nell'ultima sconfitta con Texas (la peggiore della AL per valide subite) si capisce subito dove i tifosi individuino il problema maggiore.
Le reazioni? Ad un flemmatico Joe Torre, si contrappongono dichiarazioni tipo quella del rientrante Derek Jeter, che invita a non trarre conclusioni dopo un solo mese di partite. Cashman ha dovuto seguire la squadra a Boston, per ordine del grande capo, nonostante la moglie incinta di otto mesi.
Alfonso Soriano sta tornando lentamente quello di aprile, dopo lo choc per la perdita del padre 78enne (emorragia celebrale). Bernie Williams soffre invece di problemi al ginocchio che lo limitano nel rendimento generale.
Per il Godzilla di New York, Hideki Matsui, e' un momento di scarsa vena: pochi homerun, RBI in calando e qualche esitazione in difesa hanno causato un po' di contestazione anche per il "rookie" nipponico.
Chi pare abbia imboccato un sentiero veramente buio e' Jason Giambi: la sua media alle soglie dei duecento ha spinto gli esigentissimi spettatori dello Yankee Stadium a sommergerlo di buu ad ogni turno in battuta. Superata l'infezione all'occhio, ora non ci sono piu' scuse per il buon Jason.
In "zona salvezza" c'e' stato l'atteso ritorno di Mariano Rivera; Acevedo e' tornato a fare il rilievo, ma il suo record e' attualmente 0-3…
A proposito di ritorni, si allontana di poco quello di Contreras, che balla tra Doppio e TriploA senza dare segnali definitivi di pieno recupero. Frattura da stress alla destra per il prima base Nick Johnson: stara' fuori almeno un mese. Chi invece saltera' sicuramente la stagione e' Steve Karsay, che si sottoporra' ad intervento chirurgico.
Tra le note positive, si segnala un Raul Mondesi in ottima forma (soprattutto in attacco) e un Jeter combattivo piu' che mai. Il suo sostituto in shortstop, Almonte, e' tornato in TriploA con la speranza di vestire di nuovo la casacca degli Yankees magari in terza base, posizione gia' occupata in carriera e piu' abbordabile, data la stagione non entusiasmante di Robin Ventura e Todd Zeile (vera delusione dell'anno).
In conclusione, si prospetta un periodo di verifiche sull'effettivo valore di questo gruppo, esaltato ad aprile… e sbeffeggiato a maggio!!