LeBron ha dato spettacolo al Rookie Game…
Si è parlato tra i vertici di maggioranza della Nba che il Rookie game giocato allo Staples center sia stata la partita meno “giocata” degli ultimi anni, ma crediamo che in fondo in fondo a David Stern siano luccicati gli occhi nel gustarsi il primo tempo della gara dominata dal contropiede dei rookies guidato da Lebron James e Carmelo Anthony, il futuro della lega di Stern, la sua lega.
I due giovanotti, i cui nomi vennero pronunciati precocemente proprio dal commisioner durante gli ultimi draft, hanno dimostrato di aver già abbondantemente bruciato le tappe e di essersi integrati nello spirito della lega, a volte spettacolare e a volte concreto, come serve per emergere.
Ma in campo non c'erano ovviamente solo i rookies, come ha voluto sottolineare il secondo anno Amare Stoudamire, ala forte dal fisico scolpito e dall'atletismo spaventoso. Stoudamire, la cui storia adolescenziale ed extracestistica necessiterebbe di un vero trattato, ha dominato sia dentro che fuori l'area verniciata, mettendo in mostra anche un discreto tiro in sospensione, mangiando in testa ai vari Bosh, Kaman e Haslem e lanciando un chiaro messaggio agli addetti ai lavori per il prossimo All Star game che si terrà a Denver.
La sua serie impressionante di balzi e schiacciate e il suo elevato minutaggio, il più alto di tutto il Rookie game, hanno fatto sì che l'ex liceale da Cypress Creek collezzionasse alla fine 36 punti e 11 rimbalzi, e conseguentemente alla vittoria dei sophomore, il titolo di Most Valuable Player.
Tra i sophmore il quintetto iniziale era completato dalla coppia di guardie griffata “V” nere Jaric e Ginobili, entrambi ordinati e non particolarmente partecipi nel Dunk Contest improvvisato da Amare e compagnia a fine gara, hanno chiuso rispettivamente con 12 e 4 punti a referto.
Ginobili è apparso invece più coinvolto nello smazzare assist, nella fattispecie a Boozer, gasato fortemente da questo appuntamento e dalle dichiarazioni di James che ha fatto di lui la sua power forward del futuro, altrochè Darius Miles… Risparmiato invece Yao Ming, che si è esibito per soli 15 minuti dovendo partire in quintetto alla gara delle stelle della domenica.
La panchina dei sophmore, che ha prodotto ben 59 punti a dispetto dei soli 31 dei rookies, ha visto un vero e proprio show improvvisato da Flip Murray che, oltre a mandare a schiacciare il rookie Howard(…), ha messo a referto 25 punti e 10 assist in soli 21 minuti, desideroso di far rivedere gli sprazzi di talento, tiro e trattamento di palla mostrati a Seattle durante l'infortunio di Ray Allen.
Molto positiva anche la prestazione di Tayshaun Prince, sicuramente concentrato dalla sfida nella sfida con Carmelo Anthony, che ha messo in luce un'ottimo tiro da fuori per un 2.06, chiudendo con 18 punti, uno in più della stella dei Nuggets.
Sulla partita dei primo anno abbiamo già accennato qualcosa, fatti specie dell'intesa Lebron-Melo visti più volte pericolosamente sopra il ferro, una coppia di amici che potrebbe ritrovarsi tra 3anni con la stessa maglia addosso per creare una coppia devastante sia nel marketing che sul parquet.
La terza bocca da fuoco dei rookie è stato designato Dwyane Wade che dopo il secondo anno esaltante passato a Marquette con la quale ha addirittura raggiunto la Final Four, ha deciso di passare nella lega per partecipare a questa grande festa alla quale ha ovviamente partecipato aggiungendo alla causa 22 punti.
Meno entusiasti per lo sviluppo della gara son sembrati Chris Kaman e Kirk Hinrich, preferito alla fine a T.J. Ford, due bianchi più dediti all'uso dei fondamentali e del gioco corale che all'offesa nei confronti del ferro.
Non si è potuto apprezzare il miglior Bosh, che non ha voluto mancare al suo primo grande appuntamento tra i pro pur essendo in precarie condizioni causa i postumi di un'infortunio: abbiamo invece potuto vedere all'opera Josh Howard, scovato da Don Nelson al numero 29 dell'ultimo draft e amante delle schiacciate mancine(ma lui non è destro??).
Insomma il talento in campo, visti i nomi selezionati dagli allenatori, non è assolutamente mancato, è mancata in alcuni frangenti di gara la competitività e l'agonismo che qualcuno magari si aspettava, ma vedendo correre, saltare e schiacciare questi pargoli di 18anni non si può che rimanere ammaliati e prendere atto che i tempi sono inesorabilmente cambiati.