Keith Van Horn non lascia molti rimpianti tra i tifosi bluarancio
Pure nei giorni in cui tutta l'attenzione è focalizzata sull'All-Star Game, Isaiah Thomas riesce a far parlare di sé e dei suoi Knicks.
Zeke, infatti, ha perfezionato un altro scambio, proprio prima del "main event" del week end dedicato alle stelle: New York, in un giro a tre squadre, ha scambiato Keith Van Horn con Milwaukee e Michael Doleac con Atlanta per Tim Thomas e Nazr Mohammed (con Joel Przybilla dai Bucks agli Hawks per fare quadrare i conti nella trade).
Analizziamo lo scambio, ovviamente dal lato Knicks, sorvolando una volta di più sull'aspetto salariale, dato che nella Grande Mela non c'è mai stato spazio per i calcoli di convenienza economica. Accenniamo solo che New York ingolfa ulteriormente il suo monte salari.
Innanzitutto , Tim Thomas è un'ala piccola molto versatile: all'occorrenza, infatti, può giocare pure guardia o ala grande. 27 anni tra pochi giorni, 208 cm per 109 kg, rispetto a Van Horn porta atletismo, difesa ed è proprietario di un ottimo primo passo, ma pure di un buon tiro dal fuori che comunque va e viene. 14 punti e quasi 5 rimbalzi per lui di media in questa stagione.
Come il suo predecessore, però, è incostante nelle prestazioni e resta a detta di molti un talento ancora inespresso, ma se ormai dello Sceicco Bianco tutta l'NBA conosce pregi e difetti, su Thomas si può ancora costruire, soprattutto a livello mentale.
Nazr Mohammed è invece un centro di 208 cm per 115 kg, coetaneo di Thomas. Giocatore fisico, rimbalzista, non troppo veloce di piedi e poco elegante in attacco, un po' incline all'infortunio ma comunque in grado, se sano, di garantire ad est una doppia doppia in punti e rimbalzi ad ogni uscita, anche se quest'anno si assesta sui 6.5 più 5. Anche lui, come il nuovo arrivato, necessita di più costanza nelle prestazioni.
Che dire invece su chi ha fato le valigie?
In questi pochi mesi sotto la Statua della Libertà , Keith Van Horn ha mostrato tutto il suo campionario di cose belle e brutte. Ha alternato prove offensive da assoluto campione a serate in cui non l'avrebbe messa in mare dal ponte di una nave, mentre l'agonismo è latitato in troppe occasioni.
Tutte le squadre che lo hanno avuto prima dei Knicks, inoltre, sanno come si sciolga stile neve al sole nei Playoffs, quando la palla scotta. Cosa dovrebbe essere cambiato, oggi, visto che le cifre e l'atteggiamento sono le solite?
Ad Isaiah Thomas non è mai piaciuto ed implicitamente lo ha sempre considerato uno dei tanti errori di Scott Layden; aveva già provato a liberarsene, nel tentativo di arrivare a Rasheed Wallace quando quest'ultimo era ancora a Portland, inutilmente. Successivamente, alla prima occasione utile, l'ha scambiato.
Van Horn non lascia dunque grossi rimpianti nella Grande Mela; i tifosi lo hanno sempre praticamente ignorato, lui, arrivato al posto dell'idolo Latrell Sprewell. Nessuno verserà lacrime (sportive) per l'ex-Nets.
Michael Doleac, quale centro di riserva, è sempre stato sacrificabile e così è stato, soprattutto se al suo posto arriva un pariruolo di buon livello. A New York serve gente che in area pitturata faccia a spanciate, non un pivot anni '50 che prevalentemente si prende tiri dalla media. Nonostante buone prove, ripetiamo, era sacrificabile.
In conclusione, ancora un'ottima trade da parte di Zeke, che ha dichiarato: "Siamo contenti di aggiungere al roster due giocatori che rispondo alla nostra esigenza di essere più atletici. Tim è una giovane e versatile ala piccola, Nazr un centro forte fisicamente che ci aiuterà a rimbalzo ed a difendere sotto. Due giocatori di grande qualità , insomma, che ci servivano oggi e buoni pure per il futuro".
Venendo al basket giocato, questa settimana ha visto i Knicks impegnati in due partite solamente, vista la pausa per l'All-Star Game.
Prima gara in casa dei Dallas Mavericks, scottati da una precedente sconfitta contro i derelitti Atlanta Hawks. Si pensava dunque ad una voglia di riscatto da 10 e lode per la franchigia di Mark Cuban che non avrebbe lasciato scampo ai malcapitati avversari, ed invece New York ha giocato alla grande e solo l'espulsione di Kurt Thomas ha fatto si che i Mavs vincessero 105-90.
I Knicks partono bene e tengono meglio, ma sul 33 pari a metà del secondo periodo arriva appunto l'espulsione di Thomas: fallo in attacco fischiato a Penny Hardaway, il rookie di casa Josh Howard ha qualcosa di troppo da dire a "Dirty Kurty" che non si limita ad un sano trash-talking ma va oltre, avvicinando pericolosamente la testa a quella dell'avversario.
Il gesto è quello di una testata, ma il movimento è piuttosto lento ed infatti Howard non ha conseguenze, anzi, non dice nulla, se non che gli arbitri espellono il newyorkese.
A quel punto Van Horn, che fino lì aveva messo 18 punti, passa in ala grande, impegnato a marcare Dirk Nowizki, fin lì annullato da Thomas. Ebbene, al tedesco non sembra vero di avere Van Horn alle sue calcagna e si infiamma, ma New York resta comunque in gara fino al 78-76 del quarto periodo; poi però proprio Nowitkzi e Steve Nash producono l'allungo decisivo, mentre Van Horn mette solo 2 punti dal momento dell'espulsione.
Il giorno successivo si vola a New Orleans. Gli Hornets si impongono 106-98. Knicks senza Thomas, squalificato per un turno, quando la squalifica è prevista solo in caso di pugni e scazzottate.
Pure qui la gara è equilibrata per lunghi tratti, ma il 20-2 con cui i padroni di casa inaugurano il terzo quarto è fatale a New York. Stephon Marbury chiude con 29 punti e 10 assists, Penny con 19, ma non basta.
Lenny Wilkens, dopo essersi dichiarato sorpreso della squalifica inferta al suo giocatore, aggiunge: "Non voglio cercare scuse. Non è detto che con Kurt avremmo vinto, ma ovviamente Thomas sta giocando un ottimo basket e stasera ci è mancato il suo apporto".
Arriviamo così alle speculazioni estive.
Come saprete, in settimana Rasheed Wallace ha trovato una nuova dimora ad Atlanta, scambiato da Portland. Dimora che, si presume, sarà breve, non più in là di giugno. In scadenza di contratto, gli Hawks non hanno intenzione di rifirmarlo, né lui ha intenzione di fermarsi in Georgia oltre il tempo debito.
Gli scenari possibili sono molti, ma si presume che le squadre che possono firmare un free agent ad alte cifre si butteranno su altri giocatori, non su un ultratrentenne dall'immenso talento ma dal carattere difficile.
Resta dunque l'eccezione salariale, che parecchi team avranno a disposizione, tra cui ovviamente New York, che però parte avvantaggiata, perché, per quello che comunque può valere, c'è già stata la "dichiarazione d'amore" del giocatore verso la Grande Mela. L'owner dei Blazers John Nash ha inoltre dichiarato durante un'intervista radiofonica che il suo ex-giocatore ha rifiutato l'estensione contrattuale per firmare l'eccezione con i Knicks a luglio.
Le premesse, dunque, ci sono tutte, ma da qui all'estate può succedere di tutto.
Marbury pare già elettrizzato: "Se mi piacerebbe giocare con lui? Certo! E' uno dei più forti giocatori NBA e ad est può fare, da solo, la differenza. Vi preoccupate dei suoi comportamenti fuori dal campo, che potrebbero influenzare pure noi? Non vedo dove sia il problema: lo incontrerò sul parquet, per giocare a basket, non fuori per vendere pantaloni al mercato!".
Sotto il lato strettamente economico che qui, al contrario di quanto dicevamo all'inizio, conta eccome perché esistono regole ferree e ben precise, la mid-level exception si aggirerà attorno ai 5 milioni di dollari.
Sheed ed i Knicks hanno varie strade praticabili per giungere ad un accordo: firmare per 2 anni, guadagnando 10M$, poi le regole salariali permetteranno al terzo anno di aumentare il salario del 75%, quindi con un'estensione si arriverebbe da lì a 9.8M$ annui.
Oppure si potrebbe firmare di anno in anno per 3 anni: il primo da 5M$, poi dal secondo il regolamento permetterà un aumento del 20% e con il quarto si potrebbe firmare a 14M$. Ancora, ci sarebbe la possibilità di una sign-and-trade, ma gli Hawks stanno ricostruendo e realisticamente non accetterebbero contratti pesanti.
Tornando all'oggi, chiudiamo con il quintetto che presumibilmente presenterà Wilkens: PM Marbury, SG Houston (il suo ritorno era previsto subito dopo l'ASG, ovvero martedì, ma per ora nessuna indiscrezione a riguardo), SF Tim Thomas, PF Kurt Thomas, C Mutombo (o Mohammed, ma per ora Deke conserverà il ruolo di starting five).