Fred Jones, eroe per una notte…
La nuova formula dell'All Star week-end prevede la divisione in tre serate degli avvenimenti: seguendo gli orari Italiani, nella notte tra Venerdì e sabato la sfida Rookie vs Sophmores, nella notte tra Sabato e domenica le gare di abilità varie e nella notte tra domenica e lunedì la Partita vera e propria tra East e West.
Merita sicuramente una considerazione a parte l'All Star Saturday, perchè quest'anno è stato veramente appassionante e ha proposto i trionfi di personaggi inattesi a danno dei grandi favoriti.
Per scaldare il pubblico si inizia con la gara di tiro a squadre composte da un vecchio campione Nba, una giocatrice Wnba e un giocatore Nba che rappresentano la stessa città .
Non un grandissimo spettacolo, ma sicuramente un episodio molto divertente che ha contribuito a scaldare gli animi dei tifosi. Il ragno John Salley, vecchia gloria dei Pistons con una parentesi anche al Pana di Atene, dovendo realizzare una tripla dall'ala sinistra ha impiegato quasi 30 secondi realizzandola poi di tabella dopo una serie di “solo tabella” memorabili, anche se poi al primo colpo ha infilzato la retina nel finale tiro dalla metà campo, ovviamente sempre di tabella: è bene precisare che Salley anche nelle sue stagioni migliori non è mai stato un tiratore, ma un gran rimbalzista e che ora fa il cronista televisivo.
In questa prima gara l'unica NON sorpresa della serata, ovvero la vittoria, come da copione, del trio di casa, composta da Dereck Fisher, la Mvp del basket Wnba Lisa Leslie, centro dalla mano dolce, e dal sempre verde, anche se un po' appesantito Magic Johnson.
Dopo esserci scaldati con la gara a squadre, tocca ora alla gara di palleggio, a cui partecipano solo i play e in cui non tutti i giocatori hanno le stesse motivazioni.
Ad esempio Marbury è assolutamente annoiato dall'idea di dover competere a questo giochino anche per il fatto di essere stato escluso dalla partita vera e propria, mentre il piccolo Earl Boykins voleva sfruttare questa occasione per farsi conoscere definitivamente anche da quegli appassionati che seguono solo i grandi eventi sportivi come, appunto, l'ASG e magari non sono a conoscenza delle sue prodezze.
La gara, che consiste in una serie di dribbling e passaggi oltre ad un paio di layups e un tiro dai 6m, ha visto trionfare Baron Davis, assolutamente a sorpresa vista la presunta maggiore velocità di eseguzione di Boykins e dello stesso Marbury :a fare la differenza è stata l'abilità del barone di infilare sempre al primo colpo il tiro da fuori consentendogli di risparmiare un sacco di tempo.
A mio parere per quanto allegra e divertente possa essere, sia questa gara che la gara del tiro a squadre potrebbero essere cancellate a vantaggio di un numero maggiore di partecipanti sia alla gara del tiro da 3 che alla gara di schiacciate, che per quanto sia stata spettacolare si è svolta in soli due turni e con soli quattro partecipanti.
Tuttavia si sa che in America c'è un vero e proprio culto per tutto ciò che appartiene al passato ma che ancora è presente nell'attualità , come appunto i grandi del basket anni 80 e 90 come Magic, ed inoltre la presenza di una ragazza contribuisce a fornire una interessante vetrina per il buon livello della Wnba.
Non ci sono però scusanti per la gara di palleggio che viene affrontata a malincuore dalla maggioranza dei concorrenti e non è amata da molti spettatori: tuttavia, questa volta per una ragione di sponsor, è difficile per la NBA sopprimerla in quanto la casa di videogiochi 989 sborsa fior di dollari per avere un evento che porti il proprio nome (questa gara si chiama appunto 989sports skills challenge).
Ma passiamo ora al clou della serata cioè alla gara del tiro da tre punti e a quella di schiacciate.
Premesso che non approvo assolutamente la presenza di giocatori come Cuttino Mobley o Rashard Lewis che magari hanno anche discrete percentuali ma sono tutto fuorchè tiratori di striscia da tre ritengo sia stato assai piacevole invece vedere tirare il goldenboy dell'università di Creighton Kyle Korver, alona bianca(con look alla Aston Kutcher)dei sixers, che nelle poche vittorie di quest'anno di Phila ha saputo fornire un buon contributo uscendo dalla panchina quasi solo tirando da fuori, per altro in modo egregio(anche se a Cleveland in dicembre ha fallito il tiro della vittoria alla sirena).
Ovviamente eccellenti anche il detenitore del titolo Stojakovic che a gran sorpresa non è riuscito a confermarsi campione per la terza volta consecutiva, impresa riuscita in passato solo al mitico Larry Bird e al non tanto noto Craig Hodges, dei Bulls, il precursore del giocatore alla Steve Kerr, ovvero che “sopravvive nella lega” quasi solo grazie al suo tiro da fuori, e il sipaticissimo anche se alla apparenza molto riservato Voshon Lenard che con un buon 18 si è imposto in finale proprio su Korver e Peja.
Probabilmente la NBA ha curato poco l'organizzione di questo shootout, basti pensare che è stato organizzato in due soli turni e che sono stati esclusi grandi tiratori come Wes Person e Mo Peterson, giusto per citarne due tra i puù noti e che il mitico Kyle Korver è stato chiamato solo perchè Brent Barry, causa infortunio, non ha potuto cercare di divenire il primo della storia a vincere schiacciate('96) e shootout. Bisogna però dire che la gara è stata ricca di colpi di scena e nonostante la breve durata ed il cast di non primissimo livello è stata comunque godibilissima.
Ora è finalmente giunto il momento di occuparci della gara di schiacciate, l'evento più amato del sabato anche da chi segue saltuariamente il basket, anche se bisogna precisare che le gare di schiacciate attuali non sono più quelle di una volta… un pò come le stagioni della nonna…
La presenza, infatti, di soli quattro giocatori toglie suspance e pathos a questa fantastica gara di abilità e la riduce ad una decina di salti fini a se stessi. Soprattutto questa nuova e bizzarra formula a soli 2 turni fa si che non si creino neanchè grandi rivalità tra gli schiacciatori e certamente non si avverte più la tensione che si sentiva ai tempi delle sfide tra Jordan e Wilkins, Baby Jordan Miner e Isiah Rider.
Bisogna però dare a Cesare quel che è di Cesare e riconoscere che le qualità atletiche degli schiacciatori contemporanei sono di notevolissimo livello, forse pari a quelle di Jordan e Wilkins.(sottolineo forse…)
Fatta questa premessa e considerando i tanti grandi schiacciatori esclusi, solo tra i rookie Wade, James e Melo avrebbero avuto grandi chances, figuriamoci gente come T-Mac o il super Desmond Mason, vincitore nel 2001, bisogna dire che era prevedibile attendersi un monologo di J-Rich, campione delle due passate edizioni, vista anche la presenza di un 210cm, Chris Andersen ala dei Nuggets, che solitamente, vista l'altezza,
sembra non faccia mai nulla di clamoroso anche se arriva come il nostro amico col nome scritto male sulla maglia (Annderson) con la testa al ferro, di un giocatore quasi sconosciuto a molti come Frederick Jones, guardia dei Pacers alto circa 190cm, non considerato dai più degno antagonista di J-Rich anche se al college due anni fa ad Oregon segnava 18ppg di cui 8 derivati da Slam Dunks, e di Ricky Davis, che è stato sì il primo giocatore a schiacciare in mezzo alle gambe durante una partita di regular season della storia NBA, in contropiede a Philadelphia, durante la stagione scorsa, ma che notoriamente non si impegna molto in queste manifestazioni (vedi edizione del 2000) e che anche quest'anno ha fatto clamorosamente cilecca.
Palpitante il finale in cui Frederick Jones dapprima con una mitica schiacciata a 360 gradi ottiene il massimo dei voti, 50, ma in quella successiva si deve accontentare di un misero 30 per aver appoggiato a canestro un lancio di un suo amico appostato fra il pubblico…
Al pluricampione dei Warriors bastava un 45 ovvero una “banale” schiacciata in mulino a vento o in 360: ma il nostro amico dei Warriors, quasi come volesse premiare Jones punito ingiustamente, sbaglia appunto un “semplice” 360 e avendo già sbagliato in precedenza consegna la vittoria a Jones totalizzando uno scarso 76 globale.
E' proprio su questo finale al fulmicotone che si conclude nel bel mezzo della notte italiana questo fantastico ALL STAR SATURDAY, auugurandoci che anche il match tra le stelle sia altrettanto emozionante.
Unica ammenda all'organizione: anche se i partecipanti si sono comportati in maniera egregia l'anno prossimo convocate almeno 6 schiacciatori e 8 tiratori.
BUON ALL STAR GAME A TUTTI!
[N.d.Max: Ringrazio Filo per il suo articolo che, a modo suo, ci apre gli occhi su una cosa: l'All Star Game vissuto da un ragazzo di 17 anni torna ad essere quello che realmente è, cioè una festa, nonostante lo scarso impegno di alcuni partecipanti e le carenze dell'organizzazione…]