Nuova vita per Rasheed

Un'ultima immagine di Wallace a Portland. Quanto resisterà  ora ad Atlanta?

Un colpo nella notte, due squadre hanno premuto il grilletto. Per dirla all'americana. In realtà , hanno abbassato la serranda e appeso il cartello "Lavori in corso".

Gli Atlanta Hawks e i Portland Trailblazers hanno dato ragione alle voci e si sono scambiati i rispettivi uomini squadra: Rasheed Wallace terminerà  la stagione in Georgia, assieme a Wesley Person. Shareef Abdur Rahim trasloca nell'Oregon, assieme a Theo Ratliff e Dan Dickau.

Di scambio si è ripetutamente parlato nel corso delle ultime settimane. Molti insiders pensavano che i dettagli sarebbero stati discussi nel corso dell'All Star break.

Wallace ad Atlanta
Inutile sottolineare che Wallace è il pezzo grosso di questa trade. La sua carriera a Portland è durata sette anni all'insegna della controversia. Talento mostruoso, inserito fra i quattro cinque migliori giocatori nati a Philadelphia. Carattere assolutamente indecifrabile.

"Credo - ha detto Steve Patterson, Presidente dei Portland Trailblazers - che questa trade migliori tutt'e due le squadre. Per quanto ci riguarda acquistiamo un grande talento (Abdur Rahim ndr), ringiovanendo la squadra." Tutto bene.

In realtà  c'è dell'altro: lo stesso Patterson, ed il nuovo Gm John Nash hanno voluto, con il beneplacito del proprietario Paul Allen, dare un netto taglio, rispetto alla gestione recente. Per questo nel corso di pochi mesi sono stati ceduti Wallace e Wells, i due cattivi, ormai invisi all'intera comunità  dell'Oregon.

A denti stretti è stato lo stesso Patterson ad ammetterlo: "Un altro fattore importante - ha aggiunto - è che stiamo prendendo tre giocatori con un buon carattere".

Cosa pensi Rasheed, non è dato saperlo: qualche tempo fa aveva espresso con parole "sentite" il suo attaccamento alla franchigia: "Finchè andrò a dormire - aveva detto - sapendo che qualcuno stacca l'assegno con la cifra pattuita, allora sarò tranquillo. Chiunque sia a staccare."

Il contratto dell'ala grande è giunto all'ultimo anno: 17 milioni di dollari tondi in scadenza, che si aggiungerebbero agli 11.2 del contratto di Brandon, prelevato dai T-Wolves quest'estate.

Questa, a sentire la parole del nuovo Gm degli Hawks, Billy Knight, sembra l'unica ragione della scelta: "Siamo una squadra – dice – costruita male: abbiamo vinto meno di quello che volevamo, e ci aspettavamo, e abbiamo un monte stipendi alto che rasenta la luxury tax. Per il prossimo anno vogliamo avere otto contratti e sondare il mercato dei free agents."

Quest'ultima affermazione, in particolare lascia pochi dubbi: Rasheed Wallace, alla soglia dei trent'anni, può accontentarsi di un contratto più modesto, in maniera da giocare con gli Hawks e il free agent che eventualmente arriverà  in estate, oppure pretendere il massimo e vedere se sul mercato qualcuno gli concederà  il contrattone.

Di certo, come è controverso il carattere del giocatore, è controversa l'opinione che la Nba ha di lui: Wallace sta disputando, numericamente parlando, la sua peggior stagione a Portland da quattro anni a questa parte: 17 punti, 6.6 rimbalzi con il 44.2 dal campo.

La ragione di questi numeri in calo, va ricercata anche nell'esplosione di Zach Randolph e nel progressivo allontanamento dell'ex North Carolina verso lo spot di ala piccola, dovuto ad una maggiore perimetralità  complessiva del gioco della squadra.

Il vero punto di domanda riguarda l'atteggiamento di Wallace che passerà  da una realtà  "viziata" ad una perdente, senza mezzi termini. Perché, siamo alle solite, il talento indiscutibile del giocatore, soprattutto nella Eastern Conference, non dovrebbe essere sottovalutato.

Dovrà  convivere in front line con il centro Nazr Mohammed, molto appetito dai Knicks in un giro che coinvolgerebbe anche Denver, e l'esterno Jason Terry che più volte era stato indicato come il primo ad andarsene.

Dice di lui Mike D'Antoni che, da vice allenatore, lo ebbe nella stagione in cui Portland esplose, uscendo al primo turno contro i Lakers: "il miglior ragazzo del mondo, ma su certi aspetti non è possibile farlo ragionare." Questi aspetti sono: gli arbitri e la riottosità  del giocatore ad assumere il ruolo di leadership che il talento e lo stipendio imporrebbero.

Di certo le cose sarebbero andate diversamente se, in quel pomeriggio di una domenica da cani, il suo 1-8 dal campo nel quarto periodo di gara7 allo Staples Center, non avesse consegnato la prima finale ai Lakers dell'era Jackson. Quattro anni dopo, persino Paul Allen, che lo definì "il secondo idolo della mia vita, dopo Jimi Hendrix" ha dovuto arrendersi.

Curioso che Wallace abbia seguito la stessa strada di un altro cattivo "storico" della storia recente di Portland: anche Isiah Rider fu mandato a espiare i suoi peccati ad Atlanta.

Abdur Rahim a Portland
La storia si ripete: l'attuale Gm degli Hawks, ex Gm dei Vancouver Grizzlies, scambiò proprio Rahim per i diritti di Pau Gasol. Il giocatore è alle prese con la sfida della carriera: ora o mai più. Per ora Rahim è l'equivalente di un pacco dono colorato, con un bellissimo fiocco, vuoto al suo interno.

Nella sua carriera ha sempre fatto parte di realtà  perdenti: il gulag di Vancouver che può distruggere la mentalità  di qualsiasi atleta, ed Atlanta. La sua stagione non si discosta molto dalla media in carriera: 20.1 punti e 9.3 rimbalzi, con il 48.5 dal campo.

Lasciano qualche perplessità  i suoi quarti periodi non all'altezza dei primi, per via di una ridotta fisicità  che lo porta a soffrire quando l'intensità  sale. I Blazers non porranno pressione su di lui e sul coach Maurice Cheeks: "E' chiaro - ha detto il Gm, John Nash - che non ci aspettiamo miracoli per le 33 partite che mancano al termine della staione. E' un movimento che va letto in chiave futura. Sono dell'idea, cmq, che quando una squadra ti propone uno scambio, con giocatori interessanti, lo si deve realizzare."

Gli ha fatto eco proprio Cheeks: "Dobbiamo lavorare - ha detto - per far funzionare la cosa e rendere migliore la nostra squadra. E' difficile, certo, ma possiamo trovare il modo." Chiaro che il dubbio si riferisce alla convivenza tecnica fra Randolph in evidente, prepotente ascesa, lo stesso Rahim e quel Ratliff che sa sempre farsi apprezzare dai suoi allenatori e che Cheeks ha già  avuto, quand'era vice di Larry Brown ai Sixers.

Secondo i primi spifferi, dovrebbe essere l'ex Grizzlies a traslocare in ala piccola, con Ratliff al centro, e tutto quello che ne consegue per Miles e compagnia.

Contrattualmente Rahim e Ratliff chiamano in due 25.2 milioni di dollari in scadenza nel 2005. Tecnicamente quindi, i Blazers si sono dati una stagione e mezza per provare, dopodiché decidere se liberare il monte salari e cambiare rotta, oppure proseguire. Sempre che, a Portland non arrivi Billy Knight, vero incubo del neo-Blazers.

Scherzi a parte, un nuovo, duro lavoro di assimilazione tecnica per Maurice Cheeks cui, fra qualche tempo, spunterà  l'aureola.

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