Ecco Lawrence Frank, l'allenatore del momento nella NBA…
Byron Scott è stato silurato, e questa non è una notizia fresca di giornata. Il suo sostituto è l'ex assistente Lawrence Frank, e nemmeno questa è una news dell'ultimo momento. Quello che in questi giorni fa veramente notizia nel New Jersey è l'inaspettato trionfo di consensi ottenuti da questo perfetto sconosciuto.
Il più giovane Coach attualmente in circolazione nella NBA è cresciuto professionalmente come assistente negli ambienti universitari, con tanto di breve ruolo di manager nell'Indiana, alla corte di un certo Mr Knight.
Dopo tre stagioni come assistente di Brian Hill ai Grizzlies approda nel New Jersey proprio nello staff di Byron Scott, esonerato il 26 di gennaio. Da allora tutti stanno cercando di capire che tipo di personaggio è Lawrence Frank, nuovo allenatore ad interim dei New Jersey Nets.
Oltre ad improvvisare strane somiglianze con Scott Skiles o con Ricky Cunnigam/Ron Howard il paragone più azzeccato è, probabilmente quello con Jeff Van Gundy: entrambi piccoli, pallidi e con lo stesso gusto in fatti di abiti e macchine, ma soprattutto con in comune una smisurata passione e conoscenza della pallacanestro.
Si perché Frank è uno di quelli che mangia pane e basket tre volte al giorno, e tutti gli anni di gavetta in qualità di assistente allenatore gli sono serviti non solo per imparare schemi e nozioni cestistiche, ma anche per analizzare e sfruttare il potenziale offerto dal roster.
Frank ha utilizzato un mix di tecnica e psicologia per far tornare la voglia di vincere ai suoi giocatori. Ha lasciato a Kidd carta bianca per giocare da autentico cavallo selvaggio quale è. Ha negato a Martin altre brutte prestazioni al tiro chiamando per lui solo ed esclusivamente giochi in post basso e vicino al canestro. Ha aumentato il numero di tiri concessi ad Harris e lasciato più liberta a Rogers di piazzarsi dietro la linea dei tre punti.
Il nuovo coach, dopo avere svolto il suo compitino sul campo, dimostra anche ottime doti diplomatiche in sala stampa, difendendo ed elogiando i ragazzi. Ha persino dichiarato che, essendo Mourning ancora a libro paga, vorrebbe rivederlo all'interno del gruppo, magari anche solo in qualità di spettatore agli allenamenti. Si vocifera addirittura di una serie di telefonate fatte da Frank agli altri 14 allenatori dell'est per sponsorizzare la candidatura di K-Mart all'All Star Game.
I giocatori, che, una volta fatto fuori Scott, probabilmente avrebbero accolto a braccia aperte anche Hannibal Lecter, fanno a gara per ricambiare i complimenti: c'è chi, come Richard Jefferson, si diverte, a causa della statura di Frank, a prenderlo affettuosamente per i fondelli e chi come Kidd si limita a dichiarazioni più seriose: "Lui ci da credito fuori e dentro il campo, si è già guadagnato il nostro rispetto. E' giusto che noi ricambiamo la fiducia che ci sta dimostrando".
Ma i ragazzi non si sono impegnati solamente a muovere la lingua nel dopo gara. Hanno anche raddoppiato i loro sforzi sul parquet, soprattutto in difesa, e nella gestione post Scott, hanno concesso agli avversari poco più di 80 punti per partita. I nuovi Nets aiutano il loro coach a inanellare sette vittorie consecutive (record di franchigia per un allenatore al debutto) e a raggiungere un record di 29 vinte e 20 perse che consolida il primato ella Atlantic Division.
Ecco spiegata tutta questa euforia che attualmente circonda il New Jersey. I Nets erano reduci da una serie di dieci partite, di cui sei perse e alcune delle quali veramente male (vedi la trasferta di Miami). Frank ha avuto il merito e la fortuna di risollevare le sorti della squadra; speriamo solo che tutti quanti, giornalisti compresi, si rendano conto che l'impresa finora è stata dignitosa ma non eccezionale, e che mantengano i piedi per terra conservando la necessaria tensione che servirà per affrontare ostacoli ancora più difficili.
Obiettivamente è fin troppo facile prendersela prima con i Sixers privi di Allen Iverson, poi con gli Hornets orfani di Baron Davis ed infine con i Magic ultimi in classifica e senza Tracy McGrady. Per poter giudicare i Nets del dopo Scott sarà necessario aspettare almeno fino alla fine di febbraio, quando il calendario porterà Frank a misurarsi con squadre di alto livello quali Lakers, T-Wolves e Pistons.
All Star Game
Le vere liete novelle, sacrosante ed inconfutabili, arrivano dalle votazioni dei coach della NBA, che hanno regalato ai New Jersey Nets due partecipanti (anche se tra le riserve) per la partita delle stelle del prossimo week-end a Los Angeles.
Jason Kidd, insieme con Shaq, è stato il più votato dai 29 allenatori, aggiudicandosi così la sua settima partecipazione alla festa di metà stagione. Un altro bel riconoscimento immediatamente successivo alla nomina di giocatore della settimana dal 26 gennaio al 1 febbraio, durante la quale, in tre partite, Kidd ha viaggiato ad una media di 22 punti, 9,7 assists e 7 rimbalzi. A questi numeri va aggiunta anche la settima tripla-doppia stagionale, collezionata nella recentissima vittoria 99-87 contro Phila. Se non sono cifre da All Star queste"
A fargli compagnia a Los Angeles ci sarà , finalmente, anche Kenyon Martin che, letteralmente dimenticato e snobbato lo scorso anno, si è preso la sua rivincita e il suo primo riconoscimento a livello personale: "Ci sono tanti buoni giocatori che in un intera carriera NBA non riescono a giocare un All Star Game. Per me è fantastico esserci riuscito in soli quattro anni e con una stagione da rookie condizionata dall'infortunio al ginocchio. Significa che ho lavorato duro e adesso inizio a raccogliere i frutti".
"Sono incredibilmente contento, è esattamente quello che volevo, spero solo che mio figlio sia abbastanza grande per capire. Un giorno potrà dire, Mio padre è un All Star". Il paparino in questione avrà anche avuto una stagione di alti e bassi, ma le sue statistiche e la sua ritrovata strapotenza difensiva non potevano passare inosservate agli occhi dei votanti.
Martin è il "capo-cannoniere" della squadra con 17,7 punti per partita, è il miglior rimbalzista con 9,9 ad intrattenimento ed è anche il miglior stoppatore. Con questi dati stampati sul biglietto da visita nessuno può contestare la sua prima, meritata selezione.
I tifosi dei Nets sognavano di vedere ricostruito il trio del pre-olimpico di Puerto Rico, ma Richard Jefferson per questo anno dovrà accontentarsi della televisione. E' lo stesso Jefferson a spegnere i brusii che avrebbero voluto lui al posto di Paul Pierce: "Ci speravo, non lo nego, ma c'è chi lo merita più di me" e poi tre giocatori di una squadra che viaggia poco al di sopra del 50% sarebbero stati effettivamente troppi".
E Griffin dov'è?
Di sicuro non nel New Jersey. Invece di essere tranquillamente ricoverato presso una famosissima clinica specializzata nel recupero di alcolisti e tossicodipendenti, Eddie Griffin, dovrà trattenersi in Texas almeno fino a metà febbraio.
Il Grifone, auto esclusosi dal roster, consapevole di non somigliare nemmeno ad una controfigura di un atleta professionista, non è riuscito ad iniziare la sua terapia a causa di un verdetto del tribunale di una piccola contea del Texas. Il giudice, che durante le udienze preliminari, si espresse definendo Griffin "un pericolo per la società ", ha decretato lo stato di arresto fino al tredici febbraio, giorno in cui, un'altra udienza valuterà una piccola scaramuccia avvenuta in un drug-store l'antivigilia di Natale.
L'ex Rocket dovrà anche rispondere del possesso di marijuana e le probabilità che se la possa cavare con una pacca sulle spalle e un "non farlo più" sono molto basse. Impossibile, a questo punto, ipotizzare una data per il ritorno sul campo da basket. Probabilmente lo rivedremo la prossima estate, sempre che Rod Thorn voglia investire altri dollari in un progetto che, francamente, sembra davvero a fondo perso.
Errata corrige: le triple doppie realizzate in carriera da Larry Bird sono 59 e non 55 come riportato nel precedente aggiornamento. Jason Kidd, quindi, è ancora alle spalle di Bird, ed insegue a quota 57.