KG for MVP. Avete qualche dubbio?
MVP
Kevin Garnett.
Impossibile pensare a qualcun altro. Rispetto alla già fantastica stagione scorsa è ulteriormente migliorato: più punti, rimbalzi, stoppate, meno palle perse. E' nei primi 10 della lega in una valanga di voci statistiche, prende più rimbalzi difensivi dei rimbalzi totali di uno dei giocatori più forti della lega, tal Nowitzki; in più ha una signora squadra al suo servizio, e la sta conducendo al miglior record dell'NBA. Intoccabile.
Sul podio: Stojakovic e Duncan
Peja si è issato di prepotenza sul podio dei migliori marcatori della lega, dietro a due mostri sacri come Iverson e McGrady; questo nonostante il fatto che tiri molto meno di loro (è solo il quattordicesimo nella classifica dei tiri tentati, TMac guida la classifica con 300 tiri più di lui), e soprattutto nonostante il fatto che prenda praticamente solo tiri a basse percentuali, quasi sempre con la mano del difensore in faccia e spesso negli ultimi secondi.
Su Duncan non c'è molto da dire, resta il giocatore più dominante della lega e il motivo fondamentale per cui i favoriti per il titolo restano i Campioni del Mondo in carica.
MIGLIOR ROOKIE
LeBron James
Pochissimi rookies nella storia hanno avuto un impatto immediato pari al suo. Se poi parliamo di hi-schoolers, allora la faccenda si fa imbarazzante, visto che nessun virgulto proveniente dal liceo può essere nemmeno accostato a lui. E' il futuro di questo gioco.
Sul podio: Melo, Bosh/Hinrich
Anthony ha la stessa età del Prescelto, sta giocando alla grandissima ed è la prima opzione offensiva di una squadra da playoffs nella Western Conference. Inoltre sembra predestinato a trasformare in oro tutto quello che luccica: l'anno scorso ha trascinato un underdog come Syracuse al titolo, quest'anno il suo inserimento è stato uno dei tasselli che hanno permesso a Denver di fare quello che probabilmente verrà ricordato come il più grande miglioramento da una stagione all'altra della storia dell'NBA.
Dopo i due ragazzi-meraviglia c'è un bel gruppone di rookies di alto livello: ne emergono i due suddetti per il fatto di essere ormai diventati imprescindibili per le rispettive squadre; uno per il suo strabiliante atletismo, manna dal cielo per una squadra anzianotta e poco “energetica”, l'altro per la sua sobrietà ed efficacia su due lati del campo (ma soprattutto in difesa) che lo rendono il perfetto complemento per l'incostanza del bizzoso Crawford.
MIGLIOR DIFENSORE
Ron Artest
E' sempre il più temuto e soffocante “stopper” della lega. Se verrà convocato all'All Star Game (e non vediamo alcuna ragione per cui non dovrebbe farcela, quantomeno come riserva) ha già promesso che difenderà come se fosse una partita vera. Non vediamo l'ora.
Sul podio: Kirilenko e Garnett
AK47 è probabilmente il giocatore più versatile della lega, oltre a Garnett stesso. Quest'anno ha dimostrato di saper fare davvero tutto, dai canestri pesanti agli assist, ma la sua forza rimane la completezza in tutto quello che si richiede ad un grande difensore: rimbalzi, stoppate, palle recuperate, efficacia difensiva contro diverse tipologie di avversario, concentrazione ed applicazione. Cosa chiedere di più?
GIOCATORE PIU' MIGLIORATO
Corey Maggette
Non è più solo uno “slasher” come tanti. La stagione in corso lo ha visto affermarsi come credibile go-to-guy a qualsiasi livello, e se consideriamo che viene pagato pochino possiamo dire che i Clips hanno davvero pescato il proverbiale coniglio dall'altrettanto proverbiale cilindro. Tanti punti, aggressivo come pochissimi nell'andare a canestro, eccellente efficacia nel trasformare le caterve di liberi che guadagna. Avendo come pietre miliari lui, Brand ed un allenatore serio, i Clips sembrano finalmente avviarsi ad essere una squadra, non una accozzaglia di talenti.
Sul podio: Zach Randolph e Raja Bell
Randolph è passato in pochi mesi (e più precisamente dagli scorsi playoffs) da panchinaro costantemente abbonato al garbage time a titolare inamovibile, pietra miliare per il futuro dei Blazers e membro a pieno titolo del ristrettissimo club dei “20 e 10”. La sua esplosione in termini di cifre è abbagliante (da 8 punti e 4 rimbalzi a 21 e 11), però resta qualche ombra sulla sua stagione: tantissime palle perse, poca applicazione in difesa, nessuna voglia di dividere la palla con i compagni.
Il compaesano di Duncan è invece passato dal ruolo di mero specialista difensivo a quello di pedina a tutto tondo nella scacchiera di una delle squadre più convincenti della lega: il coaching staff stravede per lui, e lui risponde giocando un po' meglio sera dopo sera.
SESTO UOMO
Earl Boykins
Il piccolo grande uomo non è più una sorpresa, nè un fenomeno di costume: è uno dei punti di forza dei sorprendenti Nuggets, squadra troppo giovane ed acerba per essere continua offensivamente; quando i suoi fanno fatica a trovare il canestro, Bzdelik ricorre all'arma segreta, il bomber tascabile: Boykins ha risolto più di una partita con la sua letale velocità di esecuzione, la sua mano mortifera dalla distanza e morbidissima nei “runner”, e la sua incredibile capacità di mettere a referto caterve di punti in pochissimi minuti. Un idolo.
Sul podio: Jamison, Swift
L'ex stella dei Warriors si è calato con sorprendente umiltà nel ruolo di sesto uomo, e le sue cifre sono più che soddisfacenti: 52% dal campo (mai in carriera sopra al 47%), 16 punti, 6.4 rimbalzi in 29' di utilizzo. Resta il fatto che i Mavs continuano a sollevare parecchi dubbi, e che il suo nome riecheggia in numerose ipotesi di trade, ma non è colpa sua.
Stro' è una delle armi tattiche preferite da Hubie Brown: quando i Grizzlies vanno in riserva quanto ad intensità sotto ai tabelloni, l'inserimento di quello che è pobabilmente il giocatore più verticale di tutta la lega cambia spesso le carte in tavola: quando nelle tonnare sotto i tabelloni c'è lui a saltare, gli altri partecipanti alla lotta per il rimbalzo sembrano avere i piedi annegati nel cemento. Energetico.
MIGLIOR COACH
Jeff Bzdelik
L'anno scorso i suoi Nuggets avevano dimostrato di essere una delle migliori squadre difensive della lega, ma purtroppo si erano anche distinti per essere, in base alle cifre, la peggior squadra offensiva di sempre. Quest'anno c'è stata una provvidenziale iniezione di talento offensivo, che unita alla crescita dei numerosi giovani virgulti ha portato i Nuggets dagli ultimissimi posti della lega ad una sorprendente posizione di classifica: sono in piena bagarre per un posto ai playoffs, giocano bene, hanno fiducia in se' stessi e non hanno paura di nessuno. Chapeau!
Sul podio: Hubie Brown, Jerry Sloan
Due vecchi leoni del pino, due guru vecchio stampo che stanno portando i propri ragazzi ben al di là dei propri limiti. Brown al momento sarebbe ai playoffs, ed è straordinario se si pensa che la squadra non è molto diversa da quella che aveva iniziato la scorsa stagione con 10 sconfitte in 10 gare; ancora più incredibile però è la venerazione, il rispetto ed il “timor dei” che nutrono nei suoi confronti i giocatori dei Grizzlies: tutta gente nota per essere nel migliore dei casi delle teste vuote, nella peggiore dei veri gangsta ammazza-allenatori, cui Hubie ha fatto voltare pagina drasticamente.
Per quanto riguarda Sloan, parlano i fatti: per un paio di decenni i suoi meriti sono stati messi più volte in dubbio; non è difficile, si diceva, restare sempre ai vertici quando hai al tuo servizio il miglior playmaker e la migliore ala forte della storia. Beh, i due suddetti non sono più nei dintorni, sono stati sostituiti da un russo pettinato con lo scalpello ed un portoricano, circondati da scarti di altre squadre e perpetui underachievers. Beh, con questo materiale a sua disposizione Sloan ha costruito una squadra che è rimasta ai vertici della Western per due mesi, e che è stata fermata solo dagli infortuni ai due migliori giocatori.
EASTERN ALL STARS
Baron Davis – Redd – Artest – B. Wallace – J.O'Neal
in panchina:
Kidd, Pierce, McGrady, Iverson, LeBron, Carter, Odom.
WESTERN ALL STARS
Cassell – Stojakovic – Kirilenko – Garnett – Duncan
in panchina:
Nash, Bryant, Ray Allen, Nowitzki, Brand, Brad Miller, Yao
ROOKIES ALL STARS
Hinrich – Wade – LeBron – Anthony – Bosh
in panchina:
Lopez, TJ Ford, Barbosa, Cabarkapa, Hayes, Howard, Haslem.
SOPHOMORES ALL STARS
“Flip” Murray – Welsch – Ginobili – Boozer – Yao
in panchina:
Jaric, Frank Williams, Prince, Rush, Nene', Amare, Okur.
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LVP (Giocatore più deludente)
Jalen Rose
I Bulls in vista di questa stagione non gli chiedevano molto: qualche punto nei momenti cruciali della partita, leadership e magari qua e là un prezioso consiglio per i tanti giovani da svezzare. Lui ha risposto con un crollo verticale in tutte le categorie statistiche, una infinità di lamenti, proteste e vittimismo, leadership zero, impegno zero, esempio per i giovani zero (anzi, diciamo pure che è stato negativo, il peggior esempio che uno arrivato da poco possa ricevere).
Chi ha ancora voglia di difenderlo?
Sul podio: Rasheed Wallace, Terry
In campo Sheed non è più lui: 17+6.8 col 43% dal campo è una bestemmia per uno con quei mezzi fisici e tecnici: Cheeks lo ha relegato all'ala piccola, perchè lo spot di ala forte è ormai appannaggio esclusivo del nuovo che avanza, Randolph. Fuori dal campo non passa settimana senza che arrivi qualche pessima notizia: lite con i tifosi, fermo per possesso di stupefacenti, accuse di razzismo e sfruttamento delle minoranze alla lega, e via folleggiando. I Blazers non ne possono più di lui, a fine anno sarà FA e qualcun altro sarà chiamato a scommetterci su qualche milione. Che squallore, per uno che poteva essere lassu' assieme a Duncan.
Per Terry invece nessuno ha mai immaginato un futuro da giocatore di vertice, ma dal capitano e leader di una squadra (nonchè fresco di rinnovo contrattuale) ci si aspetta un rendimento e soprattutto un atteggiamento ben diverso. Gioca male, si lamenta sempre e non perde occasione per sparlare del suo coach con i giornali: in cosa può peggiorare?
GIOCATORE MENO MIGLIORATO (rectius: chi è notevolmente peggiorato)
Ricky Davis
L'anno scorso ha dimostrato di essere di gran lunga l'esterno più talentuoso al di fuori della cerchia dei soliti noti, un talento impreziosito da un contratto abbordabilissimo e infangato dal classico carattere “particolare”. In questa stagione il suo “lato oscuro” ha prevalso, i Cavs lo hanno sbolognato senza rimpianto ed i Celtics non hanno ancora trovato il tasto giusto da premere per farlo tornare determinante. Al momento è un giocatore da ricostruire, ed è un gran peccato tenendo conto di quel che aveva fatto vedere.
Sul podio: Stephen Jackson, Bowen
L'anno scorso sono stati decisivi nella corsa verso il titolo degli Spurs, quest'anno sembrano i loro fratelli scarsi.
Jackson è stato determinante col suo atletismo ed il talento offensivo, ma il successo gli ha dato alla testa: ha preferito andarsene per cercare più gloria e soldi agli Hawks, ma il suo rendimento è stato disastroso; sembra tornato un giocatore mediocre e senza futuro.
Bowen, dopo anni di onorata carriera come super-specialista difensivo e attaccante inesistente, si era all'improvviso riscoperto un letale cecchino dall'arco dei tre punti, arma tattica devastante ed insostituibile nel sistema di Popovich. Quest'anno sembra però essersi bruscamente risvegliato: le percentuali sono tornate in linea con quanto ha fatto vedere nel resto della sua carriera (39% dal campo e 36% da tre, dopo che nella scorsa stagione era volate a 46.6% e 44%), gli Spurs in certi momenti sembrano non essere in gradi di segnare mai, lui è tornato ad essere un giocatore del tutto battezzabile e non appare più imprescindibile per i suoi. Momentaccio o ritorno coi piedi per terra?
QUINTETTO PIU' DELUDENTE
Jamal Crawford – Ricky Davis – Jalen Rose – Rasheed Wallace – Michael Olowokandi
in panchina:
Terry, Derek Fisher, Gooden, Tim Thomas, Bowen, Stephen Jackson, Dale/Antonio Davis.
PEGGIOR COACH
Terry Stotts
Sono due anni che si distingue per essere il peggior allenatore della lega; non solo perchè è l'allenatore della squadra di gran lunga peggiore, ma proprio perchè è deficitario sotto tutti gli aspetti: non sa allenare, non sa motivare i giocatori, non sa guadagnarne il rispetto.
La vita però è davvero buffa, perchè ora come ora è l'allenatore più “longevo” sulla stessa panchina di tutta la Eastern Conference!
Sul podio: Byron Scott, Frank Johnson
I Nets sono passati dalla Finale NBA giocata quasi alla pari con una corazzata come gli Spurs ad un campionato di sorprendente mediocrità , il tutto in pochi mesi. Non possono non esserci gravi colpe da parte di chi ha in mano il timone, anche se sicuramente non è tutta farina del suo sacco.
Si parlava di rovesci improvvisi? I Suns l'anno scorso erano la squadra rivelazione della lega, dall'oggi al domani si sono ritrovati ad essere l'unica formazione dell'Ovest sotto al 40% di vittorie. Gli infortuni sicuramente non hanno aiutato, ma non possono essere un alibi per un crollo così disarmante.