Stojakovic e Jackson: la Sacramento che vince…
Mai, nella Nba, giudicare una squadra sulla singola partita. La regular season non è un'unica sceneggiatura ma un insieme di 82 atti unici. Chi ha visto la partita di Sacramento a Dallas, ha sicuramente osservato una squadra stanca, senza energia, perdere l'ennesimo incontro, il secondo solo quest'anno, contro i Mavs, 108-99.
La squadra, a Dallas, reduce dalla sconfitta di Memphis, ed impegnata in una serie di 4 incontri in 5 serate, era davvero senza energia. Prova ne sia il tremendo quarto periodo che è costato la partita: 30-12 di parziale, 30,8% al tiro. La differenza fra le due squadre fotografato dal confronto fra i due leader: 1-3 per Stojakovic, in una partita da 24 punti per 9-23 al tiro, 4-4 per Michael Finley, 23 punti, ed un tiro decisivo nel finale, in posizione centrale.
"Abbiamo faticato - ha detto Rick Adelman - contro la loro zona, abbiamo perso troppi palloni, per impazienza, per una cattiva circolazione di palla."
Di certo il trattamento di palla in partita non è stato il massimo, ma ridurre tutto alla circolazione di palla sarebbe riduttivo. Il vero problema tecnico dei Kings contro Dallas sono gli assegnamenti difensivi. Fin dall'ultima serie di playoffs, l'abbondanza di esterni atipici fra le file dei texani ha dato problemi. Quest'anno la situazione si è accentuata: Dallas ha preso Antoine Walker che, con Nowitzki, forma un vero e proprio enigma per chi ha Divac e Miller. L'anno scorso Adelman aveva alternative, come Turkoglu, messo in campo da 4 nel quarto periodo dell'infausta gara7, oppure Clark, più duttili difensivamente.
Una prova: sul 94-94, a 2'30" dalla fine, Walker, completamente libero sulla linea da tre, ha messo una triple fondamentale, da assist di Nash. In quel momento il suo difensore era proprio Miller. Che ha difficoltà a seguirlo lontano dal canestro.
Evasivo sull'argomento il coach: "E' stato un errore difensivo che non si può compiere in momenti come quello". Ecco, appunto. Ma bisogna pensarci, in vista di una possibile serie playoffs.
La squadra vista a Dallas, difficilmente avrebbe vinto due partite in serate consecutive, a Houston e San Antonio. A riprova che si tratta di un insieme di atti unici. Al Toyota center Sacramento ha approfittato di 24 palle perse da parte dei Rockets, per 27 punti complessivi. Ottima la prova in coppia per Bibby, 28 punti, e Bobby Jackson, 21 dalla panchina, che hanno approfittato della guardia arcigna, voluta da Van Gundy per Stojakovich, 19 punti con 5-16 dal campo.
Lo stesso Bobby Jackson, la sera successiva, è stato fondamentale nella vittoria di San Antonio con 18, punti, 12 dei quali nel quarto periodo. Ma il dato fondamentale dell'incontro è un altro: nella partita fra le due panchine più lunghe della Nba, le riserve di Kings hanno battuto quelle degli Spurs per 34-8, segnando chiaramente la gara. Sacramento ha cominciato la partita sbagliando 8 dei primi dieci tiri. Da quel momento, con in campo la panchina, hanno fatto 12-17.
Lo stesso Adelman lo ha rimarcato: "Abbiamo cominciato - ha detto fra il serio e faceto - come se dovessimo far addormentare i nostri avversari. Ma dopo i primi 5-6 minuti abbiamo giocato un basket davvero solido." Gli Spurs, trascinati da Tim Duncan, hanno cercato l'allungo in ogni quarto, ma sono stati puntualmente riacciuffati. Paradossalmente, Sacramento, dal punto di vista tecnico, si è trovata meglio contro una front line, molto forte, ma classica come quella degli Spurs, che, come detto contro la squadra di Don Nelson.
Capitolo Chris Webber, immancabile. I tifosi di Sacramento hanno risposto all'attacco del giornalista Mark Kreidler all'ex Michigan, ironizzando via e-mail, sulla sua provenienza e sulle sue preferenze sessuali. Tutto il mondo è paese.
Per fortuna gli argomenti di Webber sono stati più esaurienti: "In questi giorni - ha detto il giocatore - mi sono allenato alla palestra della Lodola Marimount University, esattamente come durante l'ultima estate. Non sono molto interessato a quello che dicono i giornali o la gente. L'unica cosa che conta è che non c'è nessuno che più di me vuole tornare a giocare, per aiutare i Kings a vincere il titolo."
Parole sentite che però non diradano le nubi di cui abbiamo parlato sulle sue reali condizioni. Di sicuro Webber si allenerà con la squadra, al campo d'allenamento dei Kings, lunedì prossimo. Ma è l'unica certezza. Se, qualche tempo fa, seppur vaghi, venivano ipotizzati i tempi di recupero, nessuno, al momento attuale, all'interno dell'organizzazione, dice qualcosa. La sostanza quindi rimane.
A pochi giorni dalla pausa per l'All Star Game, con il miglior record della lega, nel momento in cui scriviamo i Kings sono seriamente in corsa per vincere il terzo titolo di division consecutivo e lottano contro i Minnesota Timberwolves per il primo posto della Western Conference. Un monumento al lavoro della dirigenza e del coachin staff.
Ma la storia della stagione dev'essere ancora scritta e, come più volte detto, per il capitolo più importante c'è bisogno di Chriss Webber in salute.