Guida alle ali grandi 2004

Il leader dei Jayhawks è un'ala grande di stampo classico, già  paragonata a Karl Malone

TOP TEN

1- WAYNE SIMIEN – 205 cm – Kansas, Junior, 16 punti, 10 rimbalzi, 1 assist, 1.3 stoppate, 1.2 recuperi, 52% dal campo, 84% ai liberi – Tornato alla grande dopo il doppio infortunio alla spalla che aveva fatto addirittura temere per la sua carriera. Ala grande pura, con fisico “malonesco”. Ha ottimi piedi, rapidi in difesa, ed educati in attacco. Ha una buonissima varietà  di movimenti offensivi, ma non ama tirare dal perimetro, è un vero inside scorer. Molto efficace ha rimbalzo, dove la sua forza fisica gli consente di fare la differenza. Proprio prendendo spunto da Karl Malone, come ha candidamente ammesso, ha imparato ad allargare i gomiti dopo aver preso il rimbalzo, evitando in questo modo di farsela soffiare dai piccoli, cosa che gli accadeva con una frequenza a dir il vero eccessiva per un giocatore con certe ambizioni. I Jayhawks puntano fortissimo su di lui sia in questo anno di transizione, che in prospettiva della prossima stagione, quando il roster dovrebbe avere una maturità  adeguata per puntare di nuovo al titolo.

2- KRIS HUMPHRIES – 203 cm – Minnesota, Freshman, 24 punti, 11 rimbalzi, 0.9 assist, 1.1 recuperi, 1.7 stoppate, 50% dal campo, 79% ai liberi – Eccolo il nuovo golden boy. Un fenomeno. Destinato a Duke, ha preferito in extremis i Gophers perchè a Durham, con il contemporaneo arrivo di Deng, e l'affollamento nel settore lunghi, avrebbe rischiato di giocare molto poco. Mentre i maligni stanno cominciando a chiedersi se Duke abbia fatto bene a preferirgli Deng, cosa comunque piuttosto paradossale, perchè in realtà  Coach K li aveva reclutati entrambi, Kris sta facendo vedere numeri incredibili ed assolutamente inaspettati. Il talento di cui dispone è assolutamente sopraffino. Sta giocando da ala forte pura, anche se in prospettiva Nba, come dice coach Monson, dovrà  sviluppare anche un buon gioco sul perimetro, che oggi gli manca. Basa la sua fortuna su dei piedi eccellenti, che gli conferiscono una rapidità  che lo rende immarcabile. Ha dimostrato nelle prime uscite di patire un po' troppo le zone, ma probabilmente gli sono anche arrivati pochi palloni giocabili in quel frangente. Rimbalzista super, esplosivo e molto forte fisicamente, anche considerando che è un bianco. I Gophers se lo godono, ma per quanto tempo avranno ancora la fortuna di poterlo ammirare? Destinazione Nba.

3- HAKIM WARRICK – 203 cm – Syracuse, Junior, 19.5 punti, 8 rimbalzi, 2.5 assist, 55% dal campo, 67% ai liberi – Giocatore chiave per gli Orangemen di coach Boeheim, soprattutto quest'anno che Carmelo Anthony non c'è più. E' stato responsabilizzato maggiormente in fase offensiva, dove dispone di una buona capacità  di attaccare il canestro negli ultimi tre metri, grazie a buoni movimenti e all'eccellente atletismo di cui dispone. In difesa le sue lacune sono mascherate dalla storica zona impostata da Boeheim, la stessa che ha fatto sembrare un buon difensore anche Melo… Uno con i suoi mezzi fisici dovrebbe intimidire di più al college, invece sotto questo aspetto pare piuttosto pigro. Essendo un ragazzo di grande talento, è da valutare attentamente in ottica Nba, e dal momento che l'altezza non gioca certo a suo vantaggio, dovrebbe seriamente considerare l'ipotesi di lavorare di più sul perimetro, anche se Syracuse probabilmente non ha elementi in grado di rimpiazzarlo sotto le plance.

4- RYAN GOMES – 200 cm – Providence, Junior, 20.4 punti, 9.3 rimbalzi, 2.2 assist, 1.7 recuperi, 55% dal campo, 87% ai liberi – Cifre davvero eccellenti per il tuttofare dei Friars, che si candida giorno dopo giorno ad un posto in uno dei quintetti All America. Giocatore davvero molto completo, uomo squadra, one man show se proprio vogliamo usare un'accezione tanto inflazionata negli States. Difficile capire cosa possa dare in un contesto come quello professionistico, ma un giocatore del genere, se non nella Nba, un posto da protagonista in Europa dovrebbe guadagnarselo senza troppi problemi. E' soltanto un terzo anno, quindi da un lato dovrà  confermare quanto di buono fatto vedere sinora, dall'altro dovrebbe acquisire un gioco perimetrale che a Providence non è nemmeno così semplice da sviluppare, dal momento che spesso e volentieri la carenza del roster dei Friars lo costringe a giocare persino come centro.

5- DAVID LEE – 206 cm – Florida, Sophomore, 15.6 punti, 7.8 rimbalzi, 3.2 assist, 1.1 recuperi, 64% dal campo, 74% ai liberi – Talento in larga parte inespresso, per cause ancora da chiarire in realtà . Saltatore quasi irreale, tende ad accontentarsi troppo spesso della conclusione perimetrale, senza buttarsi dentro e sgomitare a dovere sfruttando le proprie doti. Per questo motivo va spesso in crisi contro difensori duri e veloci, anche se piu' bassi di lui. Anche a rimbalzo deve prendere posizione molto meglio, ma soprattutto deve assolutamente migliorare quel movimento di piedi che lo limita ancora in attacco. Nonostante questi grossi limiti è una delle migliori ali grandi della nazione. Dove potrà  arrivare se si deciderà  a migliorare per davvero? Molto in alto, ma a Florida più che esplosioni negli ultimi tempi abbiamo visto delle implosioni, e nel frattempo il contratto di coach Donovan è stato prolungato.

6- JAIME LLOREDA – 204 cm – Louisiana State, Senior, 18 punti, 11.7 rimbalzi, 1.5 assist, 1.5 stoppate, 60% dal campo, 55% ai liberi – Una delle sorprese in positivo di questa stagione. Il lungo dei Tigers si sta dimostrando uno dei più fedeli abbonati alla doppia doppia, e quando la fallisce succede perchè prende nove rimbalzi… Tecnicamente non è migliorato moltissimo, ma la sostanza è incrementata parecchio, tanto da finire sul taccuino degli scout Nba. Un po' undersize per essere un vero 4 Nba, dovrebbe sviluppare un gioco perimetrale degno di nota, ma è più probabile che faccia il 4 undersize, sfruttando quelle doti da rimbalzista che in ogni caso sono sempre merce preziosa.

7- JASON MAXIELL – 200 cm – Cincinnati, Junior, 15.3 punti, 7.5 rimbalzi, 1.2 assist, 2.2 stoppate, 56% dal campo, 68% ai liberi – Lungo vero, con buoni movimenti in post, grinta, voglia di andare a rimbalzo. Il fisico possente, abbinato ad una buona velocità , lo rende un giocatore molto efficace nella Ncaa. La sua energia, è paradossalmente il suo principale limite, perchè tende troppo spesso a caricarsi anzitempo di falli. In un certo senso è il tipico giocatore forgiato da Huggins, uno che con la materia grezza ci lavora spesso e volentieri, mandandone anche parecchia nella Nba. Quest'anno Cincinnati si propone come minaccia anche nel torneo Ncaa, e Jason avrà  quindi la vetrina ideale per mettere in mostra i progressi fatti in questi tre anni.

8- LEON POWE – 204 cm – California, Freshman, 15.7 punti, 9.5 rimbalzi, 0.8 assist, 48% dal campo, 69% ai liberi – Una vera fortuna per Ben Braun quella di essersi aggiudicato quello che in maniera pressochè unanime è stato definito il top recruited della costa ovest. I dubbi sono stati risolti dopo il forfait di Ebi, l'unico che pareva avere il talento per competere con lui come freshman della Pac-10. Un giorno Olson ha accennato un paragone molto oculato, che rende al meglio quelle che sono le caratteristiche di Leon: “I Bears hanno una front line molto forte, con Tamir, il centro, che in realtà  è più un giocatore perimetrale, mentre Powe gioca sempre sotto. Powe è un giocatore potente ed atletico, come caratteristiche mi ricorda Diogu, di Arizona State, ma Ike quest'anno spesso lo fanno giocare anche fuori, mentre Powe sta sempre in zona pitturata, dove ha tutti i mezzi per rendere al meglio”.

9- TORIN FRANCIS – 209 cm – Notre Dame, Sophomore, 15.6 punti, 10.1 rimbalzi, 1.5 assist, 2.1 stoppate, 56% dal campo, 70% ai liberi – Uno dei migliori prospetti dell'intera Ncaa. Fisico da vera ala grande, alta, molto possente, forte fisicamente ed in grado di far sentire la sua presenza su entrambi i fronti del parquet. Quest'anno è progredito rispetto ad un'ottima stagione da freshman. Le sue caratteristiche si sposano anche con i requisiti dei giocatori di questo ruolo al piano di sopra. Per diventare un lock Torin deve migliorare la varietà  dei suoi movimenti offensivi. E' ancora grezzo, ma migliora di giorno in giorno.

10- CHUCK HAYES – 196 cm – Kentucky, Junior, 11.8 punti, 9.2 rimbalzi, 2.3 assist, 1.4 recuperi, 1.7 stoppate, 52% dal campo, 78% ai liberi – Uno dei tanti giocatori “qualunque” resi grandi dal sistema di gioco di Tubby Smith, un vero maestro nel far rendere al massimo proprio quelli che possono essere apparentemente i limiti dei suoi giocatori. Prendete Chuck Hayes. Basso persino per la Ncaa come ala grande, ma eccelso nell'usare la propria agilità  contro avversari più possenti, ossia quasi tutti. Intelligente, sa chiudere verso il canestro senza forzare, ed un buonissimo tempismo, unito alla già  citata agilità , gli consente di prendere moltissimi rimbalzi. In difesa ha la tecnica, la potenza e la reattività  per non subire gli avversari fisici, e per tenere indistintamente l'avversario più pericoloso in entrambi gli spot di ala, quindi non patisce quando lo fanno salire. La difesa di Kentucky è un cocktail perfetto, l'attacco per certi sensi è un vero miracolo, ma con giocatori intelligenti come Hayes, nulla è impossibile.

ALMOST…

SEAN MAY – 203 cm – North Carolina, Sophomore, 17 punti, 10 rimbalzi, 2 assist – Giocatore molto talentuoso, dalla mano morbida e dal fisico molto possente, anche se gli manca qualche centimetro per essere un prospettone. Ottimi piedi, molto preciso dalla lunetta, è un'arma offensiva quasi totale, ma spesso va in crisi se deve concludere con la mano sinistra, segno che sui fondamentali c'è ancora da lavorare parecchio. Deve inoltre migliorare parecchio il modo di mettere palla a terra, tende infatti a perdere troppi palloni in maniera ingenua. Da sottolineare come sia un buonissimo giocatore di squadra, sia a livello difensivo, sia a livello di interpretazione degli schemi offensivi di Roy Williams.

RONNIE TURIAF – 208 cm – Gonzaga, Junior, 16 punti, 7 rimbalzi, 2 stoppate – Ennesimo prodotto dell'Istituto Nazionale di Educazione Fisica di Parigi, questo francesone originario della Martinica è sicuramente il miglior elemento in prospettiva Nba in forza ai Bulldogs. Eccellente a rimbalzo e nella stoppata, Ronnie ha mezzi atletici decisamente interessanti. Parla correttamente quattro lingue, e sta imparando la quinta, guarda caso l'italiano. Se non dovesse farcela tra i pro, sarebbe quindi pronto per inserirsi al meglio nel bel paese. Suo padre, George Louis, ha giocato alcuni anni come professionista. Tra le altre cose, Turiaf era nel roster della Francia agli ultimi campionati europei.

PAPE SOW – 208 cm – Cal Fullerton State, Senior, 18 punti, 10 rimbalzi – Un caso molto particolare il suo, dal momento che gioca praticamente soltanto da quattro anni. Originario di Dakar, Senegal, è rimasto nel suo paese fino agli anni del liceo, dove a basket relativamente, dato che il suo istituto non aveva nemmeno una squadra. Volato negli states, questo straordinario atleta è diventato immediatamente un beniamino dei Titans grazie alle sue fragorose schiacciate, e nel frattempo ha imparato a giocare a basket, anche se i suoi fondamentali sono ancora chiaramente limitati. Lo strapotere fisico e la costanza con cui è migliorato in questi anni lo rendono un prospetto molto interessante anche in ottica Nba. Un rischio, chiaro, ma al secondo giro è dura che si lascino sfuggire un lungo con questo potenziale.

ARTHUR JOHNSON – 205 cm – Missouri, Senior, 13.5 punti, 7.5 rimbalzi, 2 stoppate – Difficile da valutare. Sta producendo cifre sensibilmente peggiori a quelle dello scorso, anno, quando sembrava essere uno dei migliori lunghi collegiali anche in prospettiva Nba. Le sue quotazioni sono quindi calate vistosamente, ma spesso occorrerebbe un minimo di senso pratico, e chiedersi se Arthur non fosse stato in realtà  stato sopravvalutato. Ha un'apertura di braccia degna di un sette piedi, un fisico molto possente, ma tecnicamente è piuttosto impacciato di piedi, e tende ad usare i muscoli più della tecnica per trovare la via del canestro. In difesa non è continuo anche se è un ottimo stoppatore, manca di esplosività  ed è limitato a livello di elevazione. Difficile anche collocarlo in prospettiva Nba. Potrebbe avere il gioco in post che gli garantirebbe di essere un buon centro, ma per l'appunto è un po' carente di centimetri per giocare da 5 in Nba, anche se ultimamente di Lonnie Baxter, tanto per citarne uno ancora più basso, se ne vedono parecchi. Un rebus.

SHELDEN WILLIAMS – 204 cm – Duke, Sophomore, 12 punti e 8 rimbalzi in 24 minuti – Arrivato a Durham per sostituire degnamente Carlos Boozer, ha caratteristiche simili al predecessore, soprattutto a livello di impostazione tecnica. Chiaramente un giocatore muscolare con ottime doti di rimbalzista. Pare sia cresciuto di qualche centimentro quest'anno, cosa che gli darebbe una grossa mano in prospettiva Nba. Per ora non è pronto per essere un lungo Nba, ma ha i mezzi per farcela. Del resto il fatto di essere un Blue Devil gli assicura una chance in modo pressochè automatico.

SHAVLIK RANDOLPH – 208 cm – Duke, Sophomore, 8 punti, 6 rimbalzi in 21' minuti – L'ala/centro dei Blue Devils non dispone probabilmente di quel talento che si intravedeva in lui quando giocava nella locale Broughton HS, dove chiuse il suo anno da senior con 30 punti, 14 rimbalzi e 5 stoppate di media, dove in una gara segnò cinquanta punti battendo addirittura il primato all time della scuola, che era fissato a quota 47 dai tempi in cui da quelle parti era passato una leggenda dal nome Pete Maravich. Suo nonno è stato un All America a North Carolina State ed è stato scelto al primo giro dai Knicks. Insomma, un pedigree favoloso, che è stato corteggiato da tutti. Michael Jordan si fece in quattro per assicurarlo ai Tar Heels, ma Shavlik ha preferito dare la sua parola a Coach K. Quando viene schierato da centro, dal momento che per via della stazza è l'unico a poter ricoprire in maniera efficace il ruolo, patisce la mancanza di forza fisica. Il fatto di essere soft, anche a livello mentale è probabilmente il suo unico vero limite, che ancora non gli consente di tenere doverosamente il campo. Per il resto ha fondamentali eccellenti, un gioco di piedi veramente super, elementi che rassicurano molti scout nonostante il suo rendimento a Duke non sia stato finora del tutto entusiasmante. Non uscirà  probabilmente quest'anno, ma l'anno prossimo, e molto probabilmente sarà  scelto in lotteria.

IVAN MCFARLIN – 201 cm – Oklahoma State, Senior, 12 punti, 7 rimbalzi, 2 recuperi, 2 stoppate – Il leader dei Cowboys è un vero lottatore. Undersize, ma atletico e forte fisicamente, McFarlin è un giocatore che fa della grinta e dell'intensità  il suo marchio di fabbrica, risultando veramente minaccioso dal punto di vista difensivo. In attacco è limitabile se non altro per il fatto che passa poco e male la palla, il che consente agli avversari di trovare dei raddoppi efficaci su di lui. Avesse limato questo limite, sarebbe stato un giocatore decisamente più interessante. In ogni caso, a livello Ncaa rimane un pezzo decisamente pregiato.

LINAS KLEIZA – 204 cm – Missouri, Freshman, 11 punti, 8 rimbalzi in 23 minuti – Originario di Kaunas, Lituania, Linas è volato alla corte di coach Snyder, preferendo Mizzou ad altri college blasonati come North Carolina, Virginia e Florida State. Un'ala davvero tosta, tecnica, che si profila molto valida sia come scorer, in quanto è efficace sia nei pressi del canestro che addirittura oltre l'arco dei tre punti, che come rimbalzista. Difensivamente invece è ancora tutto da costruire.

JAMES AUGUSTINE – 208 cm – Illinois, Sophomore, 11 punti, 9 rimbalzi – Giocatore piuttosto anomalo ma molto interessante, soprattutto per via della statura. Molto rapido, energico, ama lanciarsi sulle palle vaganti, giocare di squadra, non è per nulla egoista, anzi, spesso dovrebbe prendersi qualche conclusione in piu' sotto canestro, invece tende a tirare solo i cosiddetti rigori. Eloquente in questo senso il suo 65% dal campo. Proviene da una famiglia di atleti, suo zio ha giocato nei Brewers nella MLB, mentre suo padre, come un altro zio e diversi cugini, hanno giocato a football o a basket in college come Miami o Virginia Tech. James è sin d'ora un ottimo rimbalzista, ma deve mettere su ancora qualche libbra per essere davvero in grado di dominare costantemente le plance.

JUSTIN DAVIS – 205 cm – Stanford, Senior, 12 punti, 7 rimbalzi in 22 minuti – Davvero preziosissimo per coach Montgomery, che ne fa una pedina molto efficace sotto le plance, in difesa e anche in attacco, dove non chiede palloni ma è molto efficace a convertire sul tabellone i suoi rimbalzi offensivi. Non ha un gran gioco in post, anzi, ma la sua rapidità  di piedi e la sua agilità  gli consentono di trovare spesso un modo per rendere efficace la manovra offensiva. Per nulla egoista, non prova quasi mai la stoppata, in compenso è molto efficace sulle linee di passaggio avversarie.

CORY VIOLETTE – 203 cm – Gonzaga, Senior, 14 punti, 8 rimbalzi – Tipica ala adattata a centro da coach Mark Few, che lo abbina al francese Turiaf, di cui abbiamo parlato qualche profilo fa. Violette è un discreto atleta, anche se gli manca qualche centimetro per occupare davvero bene l'area. La sua dote migliore è quella di rimbalzista, ma pur non avendo grandi movimenti sotto canestro, i suoi punti a referto li piazza sempre, anche grazie ad un educato tiro in sospensione dalla media. Non è veloce, ma la sua agilità  gli consente di cavarsela anche in mischia. Se Few avesse anche solo un motivo per adorarlo sarebbe per il fatto che non spreca tiri, ma si limita a timbrare il cartellino convertendo solo le chance ad alta percentuale.

LAWRENCE ROBERTS – 205 cm – Mississippi State, Junior, 17 punti, 10 rimbalzi – Questo texano di Houston si sta dimostrando anche quest'anno tra i lunghi più efficaci della SEC. Giocatore piuttosto completo, in grado di garantire la doppia doppia con confortante frequenza, ma anche di dare alla sua squadra un contributo totale in termini di circolazione di palla ed impegno difensivo. Penoso dalla lunetta (non supera mai il 60%), avrà  ancora un anno per migliorare tecnicamente prima di entrare logicamente in un draft dove una scelta potrebbe tranquillamente spuntarla, specie se gli scout non si faranno bidonare da troppi international scarsi.

SCOTT MERRITT – 208 cm – Marquette, Senior – Orfani del fenomenale Dwyane Wade, lui e Diener stanno tenendo a galla i Golden Eagles, anche se i giorni delle Final Four sono davvero distanti. Non è un fenomeno, ma i centimetri, uniti a buone capacità  di rimbalzista e stoppatore, lo rendono un atleta interessante. Alterno sia in attacco che in difesa, dovrebbe esprimere la sua emotività  in grinta da esplodere sul parquet. Troppo spesso soffre di problemi di falli.

CHRIS TAFT – 208 cm – Pittsburgh, Freshman, 11 punti, 8 rimbalzi, 2.5 stoppate in 24 minuti – Prima di volare a UCLA, coach Howland ha fatto ai Panthers un bellissimo regalo, ossia questo bellissimo talento cresciuto a Brooklyn, un newyorkese purosangue quindi, che l'anno scorso è stato eletto come miglior giocatore dello stato di New York. Uno dei migliori in assoluto quindi tra i ragazzi arrivati al college quest'anno. Le sue doti sono quelle di un giocatore alto, atletico, forte fisicamente che ha le carte in regola per diventare un giocatore Nba. Difensivamente, anche grazie all'aiuto del sistema di gioco di Pittsburgh, è già  un fattore, mentre in attacco deve garantirsi un buon gioco in post, anche se si ha addirittura l'impressione che ce l'abbia già , ma sia timido ad usarlo. Se completa il suo repertorio tecnico prima di lasciarsi attirare dalle irresistibili sirene del draft, abbiamo tra le mani uno che potrà  fare molto bene.

DANNY GRANGER – 203 cm – New Mexico, Sophomore, 22 punti, 10 rimbalzi, 2 assist, 1.5 recuperi, 2 stoppate – Concludiamo davvero in bellezza la nostra rassegna dedicata alle ali grandi del pianeta Ncaa. E lo facciamo con Danny Granger. Top scorer della MWC davanti al quotatissimo Araujo, il centro di BYU, Danny è l'one man show dei Lobos, squadra dal roster piuttosto modesto, tenuto appunto a galla dalla poliedricità  di questo tuttofare, che in fin dei conti è un Ryan Gomes meno pubblicizzato. Con l'all around di providence Danny ha in comune anche un'altezza non eccelsa, che potrebbe limitarlo nelle logiche ambizioni di avere un bel pick, anche al secondo giro, nella Nba. Giocatori come lui e lo stesso Gomes sono in un certo senso il valore aggiunto di quel college basketball che guardi per vedere la passione del gioco, quell'intensità , quel dare tutto per la propria maglia che spesso tra i professionisti viene a dir poco affievolita.

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