Il perfetto stile di tiro di Michael Redd
Wilt Chamberlain, Kareem Abdul-Jabbar, Michael Jordan. Tre nomi che hanno fatto sempre capolino nella classifica marcatori. Ogni anno erano lì, nelle primissime posizioni, degli habituè.
Quest'anno c'è qualche volto nuovo olte i “soliti noti”. Gente come Zach Randolph e Michael Redd hanno visto lievitare esponenzialmente le loro stats in tutti i settori, anche grazie ad un aumento considerevole dei minuti e tiri.
Randolph ha avuto una tendenza inversamente proporzionale al valore delle azioni della Parmalat: l'anno scorso viaggiava a 8,3 punti di media contro i 21 abbondanti di questo campionato. Per la cronaca, Zach ha impiegato 32 partite per prendersi il totale dei tiri che la sua squadra gli ha concesso nella stagione 2002-2003. In pratica, Maurice Cheeks gli ha “regalato” il portachiavi della squadra. Non vi pare? Chiedere a “Sheed” Wallace per ulteriori informazioni.
Parlavamo di “Go to guy”, che dire di un certo Baron Davis? Complice l'infortunio di “Monster Mash” Mashburn, il piccoletto ha sparato trentelli a più non posso e si è conquistato l'attuale 5a posizione assoluta con più di 23 punti a serata. Lui predilige andar dentro deciso per cercare i due punti, e per farlo con successo contro marcantoni del calibro di Yao Ming o Ben Wallace ce ne vuole di fegato, vero? Chissà , con il ritorno di Mash, le sue stats si abbasseranno oppure no? Ai posteri l'ardue sentenza…
Altro giocatore che ha “sfruttato” l'infortunio di un suo compagno per rimpinguare le proprie cifre è Peja Stojakovic. L'ala dei Kings sta viaggiando con cifre di eccellenza pura. Per i soli parziali, ecco qualche “chicca” del serbo: 49% al tiro, 43,5% da 3, 92% ai liberi…serve altro? Ah, c'è da dire che la conclusione in lay-up non è la sua prediletta. Un può dire “Ok,ha il 43 percento, ma tirerà si e no 2 o 3 volte!!”…E no caro mio! Il buon Peja tira da oltre la linea da 3 (e quando si dice OLTRE si intende anche un buon metro dietro!! ndr) quasi 7 volte a gara, perennemente uscendo dal blocco e con la mano in faccia del disperato difensore.
I 21,9 punti a partita di Kobe Bryant potrebbero sembrare pochi per chi si è perso l'estate del losangelino e di tutti i Lakers. Le sue percentuali hanno tutte il segno negativo a fianco. Sarà per colpa di quella scappatella in Colorado con conseguente strascico giudiziario? Sarà per colpa di sua moglie che,vistosi cornificata dal “bistecca”, ha deciso di iniziare una castità punitiva? Fuochino, direi.
A parte le battute (che però tanto battute non sono!ndr), c'è da aggiungere una sostenziale novità tecnica all'interno della Triangle-Post-Offence che ha il nome di Payton Gary e Malone Karl, insomma, due giocatorini che si prendono 3 o 4 tiri al massimo…Nella voce “Tiri a partita”, Kobe ha il 25%-down. In quella “minuti giocati” un bel 12%-down, il tutto condito dal 42% al tiro. E per di più s'è messo di mezzo anche l'infortunio alla spalla… ah, che anno per il “povero” Bryant!
All'inizio parlavamo di Michael Redd. Se a Randolph hanno regalato il portachiavi, a Redd, invece, Milwakee gli ha donato la classica chiave incorniciata. Via Cassell, l'ultimo dei Big-Three, il peso offensivo dei Bucks se l'è accollato tutto lui. Risposta? 21,7 punti per “allacciata di scarpe” (come direbbe il buon Buffa, ndr).
Pensare che la quasi totalità dei punti, Michael (sarà il nome??? scusate per l'amarcord…ndr) li mette dal perimetro, senza però lesinare qualche escursione sopra il ferro. La dirigenza gli ha messo attorno un mix tra nuovo (TJ Ford, Desmon Mason) ed esperto(Kukoc, Skinner, Joe Smith e Tim Thomas), migliorando anche l'immagine della franchigia che nelle ultime 2 stagioni stava un pochino scemando. Ah, dimenticavo… il pupo occupa la 9a posizione!
Sinceramente mi aspettavo di vedere Paul Pierce nei primi 3 posti di questa classifica, invece me lo trovo solo al 6°.
Nonostante la partenza di Antoine “Tiro sempre io” Walker, Pierce ha stentato a prendere ritmo all'inizio, poi, pian piano è tornato sui suoi soliti livelli. Molti attendevano PP attorno ai 30 stagionali, invece sta vivacchiando sui 23 punti di media. Vedremo se l'arrivo da Cleveland di Ricky Davis potrà giovare alle sue stats e percentuali. Staremo a vedere!
Ma veniamo agli habituè di questa graduatoria: Tim Duncan, Kevin Garnett, Tracy McGrady e Allen Iverson.
Per il caraibico solo 22 punti a partita e settima piazza. Le cause di questo scarso bottino (viste le sue potenzialità ) sono molteplici: la partenza dell'Ammiraglio e l'infortunio a Malik Rose stanno costringendo gli Spurs a trovare sempre nuovi equilibri offensivi.
Tim, a volte, è obbligato a forzare qualche tiro di troppo come dimostrano le sue paercentuali tutte al ribasso! E poi c'è il cronico problema ai liberi: quest'anno per lui solo il 60% per uno che va mediamente in lunetta 7/8 volte.
Per Kevin Garnett il discorso è molto diverso. I suoi 24,4 punti per gara sono tanti se visti nell'ottica di una squadra come Minnie. Avere delle “bocche di fuoco” come Cassell e Spreewell da sfamare può essere una penalizzazione personale.
Invece Kevin sembra averne trovato beneficio: infatti prende quasi 3 tiri in più in media rispetto al 2003 e sicuramente molti senza quella pressione devastante addosso. Chissà se il reintegro a tempo pieno di Wally(aspettate che faccio il copia/incolla del cognome)Szczerbiak e di Troy Hudson potrà far scendere KG dal 4° posto attuale. Mah…
Ed ecco i primi due. TMC e The Answer si scambieranno molto spesso il titolo di “cannoniere” stagionale. Loro hanno nel DNA la possibilità di scollinare oltre i 40 quasi quotidianamente. Ma, e c'è sempre un “ma”, ciascuno dovrà combattere coi propri “fantasmi”.
Mai parola fu tanto azzeccata: FANTASMI se ci riferisce ai compagni di squadra di McGrady. A lui, il buon “fired” Rivers aveva detto “Tracy, ora la squadra è tua!”, vendendogli l'unico play vero dei Magic, al secolo “Flash” Armstrong. Lui sì è trovato a fare il play/guardia/ala piccola e si sa che caratterialmente non è un “Gattuso” se mi passate il francesismo…beh, il risultato è lì da vedere nel link “standings” del sito NBA.com, con il sopracitato River a fare il commentatore tecnico per la ABC.
Il discorso su Iverson, leader di questa classifica, è ben diverso. Lui sul corpo ha effigiato le “7 stelle di Hokuto”, oltre i suoi “n” tatuaggi. Ad ogni stella corrisponde un infortunio che ne condizionano le prestazioni e che gli hanno fatto già perdere ben 12 partite. Però lui va oltre gli infortuni ed è vicino ai 28 punti.
La presenza in squadra di Big Dog Robinson sembra manna dal cielo. Gli anni passati la difesa lo raddoppiava sistematicamente, costringendolo ad acrobazie uniche (e pericolose). Ora ha un alleato “sfruttabile” sugli scarichi e che gli toglie tantissima pressione difensiva. Arriverà oltre i 30? Secondo me, SI!
Vorrei spendere le ultime righe per dirvi chi mi sarei aspettato nei primi 10 che ora è molto più indietro: Vince Carter, Ray Allen, Shareef Abdur-Rahim, Dirk Nowitzki, Steve Francis. Di questi, qualcuno per infortunio, qualcuno per involuzione tecnica, si è visto ridurre notevolmente il rapporto tra punti segnati e gare disputate.
“At last but not the least” ci sono alcune considerazioni globali da fare: non si segna più come 10/15 anni fa. Le partite raramente finiscono con entrambe le squadre oltre i 100 punti e questo influisce notevolmente sulle prestazioni singole.
E mi sorge una domanda spontanea “Ma 15 anni fa si difendeva? O il livello medio dei giocatori(o del gioco) si è abbassato?” Propendo per quest'ultima ipotesi.