Sam Cassell è maestro nello sfruttare gli spazi creati da Garnett e Sprewell
Senza alcun dubbio la squadra più calda della lega. Un record di 20-5 dall'inizio di dicembre.
E molte vittime eccellenti: New Orleans e San Antonio in back to back in trasferta, gli artisti una volta conosciuti come Lakers e i Pacers in casa. Per un record complessivo di 28-12 complessivo, dopo un inizio di poco superiore al 50%.
Non deve avere più dubbi sulla campagna acquisti Glen Taylor, proprietario della franchigia. A Minneapolis regna una triade, un big three per dirla all'inglese: Garnett, Sprewell e Cassel. Esattamente com'era nei piani di Mc Hale quando, quest'estate a "sacrificato" Joe Smith e Terrel Brandon, non la luna quindi, per l'ex New York e il bicampione Nba con gli Houston Rockets.
Le cifre parlano chiaro: assieme, i tre giocatori producono 63,5 punti dei 95 di media segnati dai T-Wolves. Per il dettaglio: il miglior marcatore della squadra rimane l'incommensurabile Garnett, con 24,5. Segue Cassel con 20,9. Spree si attesta sui 18,1. Questo trio è di sicuro uno dei meglio assortiti della Nba: nell'ultima settimana, in 5 partite, le tre stelle si sono divisi onori ed oneri. Kevin Garnett è stato il miglior marcatore a Miami e nella casalinga contro gli Hornets. Cassel è stato decisivo con 33 punti nella trasferta a San Antonio, contro i campioni del mondo, e a Houston, unica sconfitta per la banda di Flip Saunders. Sprewell ha segnato 26 punti a New Orleans.
Il coach è il primo a esserne soddisfatto: "Stiamo giocando molto bene in attacco - dice Saunders - con un'ottima circolazione. Nell'ultimo periodo la nostra percentuale dal campo è stata vicino al 50%, mentre la media nella lega è il 42%. Poi, come al solito Kevin sta producendo una stagione da Mvp".
La straordinarietà di Garnett nuoce prima di tutto a se stesso. Ormai non è più una notizia la sua eccezionalità . Accumula gli stessi numeri da anni. Solo l'anno scorso ebbe la sua settimana di grande celebrità , susseguente alla conquista del titolo di miglior giocatore dell'All Star Game di Atlanta. Questa è la sua attuale linea statistica: 24,5 punti, come detto, 13,9 rimbalzi, 5,1 assist in 39,1 minuti. Ad essere pignoli gli assist sarebbero in calo.
Ma perché quest'anno il back court tiene più tempo la palla in mano. Sam Cassel serve 7,3 assist a partita. Sprewell offre una presenza su 28 metri di campo e un'energia con pochi eguali, considerata anche la sua età . Smentendo, per quanto sia brutto dirlo, Scott Layden che, poco prima di esser silurato, difese la sua scelta dicendo che non avrebbe esitato a ripetere lo scambio per ottenere Van Horn.
La prospettiva di Minnesota è particolarmente interessante perché il trio sembra integrarsi alla perfezione: "The Revolution" è indiscutibilmente la stella meno egoista dell'intera lega. Sprewell tende a giocare per parziali, o strisce: si accende, diventa candissimo e, caratteristica del leader, anche se parte male, non perde fiducia. Il quarto periodo è il regno incontrastato di Cassel, abilissimo a prendersi le responsabilità , in particolare storicamente nei finali decisivi delle gare della post season. In questo idealmente può sopperire alla mancanza, denunciata sinora in carriera, da Garnett.
I puristi del gioco solitamente storcono il naso quando il parco marcatori è così sbilanciato. Il quarto marcatore della squadra non raggiunge la doppia cifra: si tratta di Gary Trent con 7,9 punti.
Non si preoccupa di quest'aspetto Saunders: "Non so se diventeremo – dice – un gruppo più bilanciato sotto questo punto di vista. Però credo che, oltre ai tre, quando saremo al completo e tutti in salute, avremo molti uomini pericolosi in attacco."
Il tecnico si riferisce essenzialmente a Troy Hudson e Wally Szczerbiack. Il play ex Orlando è appena rientrato nella contestatissima vittoria contro New Orleans. Le cose sono andate bene, a differenza dei due tentativi abortiti del mese di dicembre: 6 punti e 3 assist per lui, in 15 minuti. "Credo sia andato tutto bene - ha detto alla fine Hudson - All'inizio mi sono sentito un po' a disagio. Già due volte ero rientrato e non era andata bene. Ma questa volta, una volta sul campo non ho avuto problemi".
Discorso diverso invece per il piccolo Walter. Qualche giorno fa c'è stato l'ultimo consulto medico che ha dato il via libera al giocatore, infortunato all'alluce del piede. "Credo che la decisione - ha detto l'ala piccola - del rientro spetti al coach. Tornando a casa mi sono goduto una sensazione che non provavo da tempo. Poter guidare, scendere liberamente dal mio pick up, e camminare verso casa."
Con il rientro di Szczerbiack si definirà per intero l'equilibrio offensivo di Minnesota. Nella scorsa stagione, il figlio di Caramelo è stato la seconda opzione offensiva della squadra con 17,2 punti a gara. In sua assenza Spreewell e Cassel hanno "preso possesso della squadra". Di sicuro il suo ruolo non sarà più lo stesso. Già ora il supporting cast, Johnson, Hoiberg, Hassel, tocca pochi palloni. "Credo che spetti a me - assicura Szczerbiack - entrare e non toccare un meccanismo che senza di me funziona." Di sicuro, però, si dovrà scendere a patti.
Con il rientro di Olowokandi, previsto dopo la pausa dell'All Star Game, la squadra sarà al completo. Nel frattempo Minnesota giocherà 13 partite, 7 in casa, 6 in trasferta. Avversari di rilievo: Detroit, Los Angeles Lakers, che però difficilmente saranno al completo, Philadelphia. Due i back to back.
Flip Saunders ha la concreta possibilità di essere l'allenatore della Western Conference all'All Star Game di Los Angeles. Non ne è apparso elettrizzato, come da copione. Probabilmente pensa ad altro. Alla sua nona stagione nello stato dei laghi, finalmente, Sauders ha a disposizione un organico con la reale possibilità di lottare per il titolo.