NBA oggi: un uomo, una squadra

Ottima giornata per Ricky Davis contro Milwaukee, ma per il momento rimane l'unica

Boston Celtics @ Houston Rockets 97-93
Boston Celtics @ Milwaukee Bucks 103-111
Houston Rockets @ Boston Celtics 95-80
Boston Celtics @ Orlando Magic 118-124

È possibile che una squadra NBA si trovi in enormi difficoltà  se un giocatore ha un infortunio, seppur non grave, ad un dito della mano sinistra? Si, se si parla dell'NBA attuale e se l'infortunato è il tuo miglior giocatore.

Non c'è niente da fare, la decisione è stata presa anni fa ed indietro non si può tornare: poche stelle, una, massimo due per squadra col massimo salariale, tre sono già  troppe, ed il resto buoni comprimari che si accontentano di una quantità  di briciole più o meno variabile.

I Celtics di stelle in questo momento ne hanno una, lo conosciamo bene e risponde al nome di Paul Pierce. Ne avevano un'altra, ma per ragioni già  affrontate in questa sede è stata scambiata. Ora forse ne abbiamo una seconda (Davis) e forse ne avremo un'altra (Welsch), ma per il momento ce n'è solo una.

Sia chiaro, Pierce è un gran bel giocatore, forte, solido, intelligente, completo, per lunghi tratti anche immarcabile, ma è solo. Se s'infortuna lui, la squadra, costruita attorno a lui, si disunisce, non trova il suo appoggio naturale, la sua à ncora di salvezza, la sua ragione di vita.

È così che un banale intervento su una palla persa durante la partita contro Milwaukee causa al giocatore un infortunio al dito medio ed anulare della mano sinistra. All'inizio sembra un infortunio da poco, ma si capisce subito che non è una cosa che possa guarire dall'oggi al domani.

Dopo poche ore l'infortunio non gli permette neanche di prendere la palla in mano ed i risultati sul campo si vedono nella successiva partita contro Houston: 1 su 10 dal campo e soli 4 punti con conseguente sconfitta Celtics. Nella successiva 7 su 26 e nuova sconfitta: in due partite ha collezionato un orribile 22% dal campo.

Nonostante questo, Pierce rimane il beniamino del pubblico, perché? Semplice: un giocatore qualunque avrebbe marcato visita, ed il suo infortunio ne aveva tutte le caratteristiche, nessuno gli avrebbe contestato alcunché se si fosse curato per bene le dita, ma lui no, non vuole abbandonare il campo, è un combattente, un lottatore, proprio come piace alla gente di Boston. "Non sarei mai riuscito a tenerlo fuori dal campo" è stato il commento di coach Jim O'Brien.

Come in tutte le cose della vita, ci sono i lati positivi e negativi. Per un giocatore che rimane a riposo a causa di un infortunio la sua salute ne giova, ma non dà  un esempio d'attaccamento alla maglia al di sopra della media. Per un giocatore come Pierce che non molla per nessuna ragione (un altro che mi viene in mente è Allen Iverson), il suo stoicismo è da esempio ai compagni di squadra, ma rischia d'accorciarsi la carriera. I tifosi Celtics ricorderanno come un idolo per molti, che risponde al nome di Larry Bird, ha visto una carriera più corta di quella che avrebbe potuto essere proprio per lo stesso motivo.

"Il gonfiore è sceso" ha dichiarato Pierce prima della gara contro Orlando, ma era chiaro che non poteva essere al meglio fisicamente "penso che sia stato un nervo che ha intorpidito la mia mano". Questa notizia tranquillizza i tifosi biancoverdi, è probabile che già  dalla prossima gara rivedremo il miglior Pierce.

"Quando hai un obiettivo in questa lega e giochi 82 partite, dire che dominerai tutte le 82 partite è ridicolo. Ora sto avendo il mio brutto periodo stagionale e nelle ultime due gare non ho giocato il mio miglior basket, ma la cosa non mi fa scoraggiare. Le sconfitte sono già  dimenticate e guardo avanti senza scuse, pronto a lottare accanitamente". Che i compagni di squadra imparino dal loro capitano.

Già  ad inizio settimana ha avuto un problema al piede destro a causa di un pezzo di vetro incastrato nella calza del piede. Purtroppo Pierce non se ne è accorto subito, così il vetro gli ha lasciato una piccola escoriazione sulla pianta del piede, un punto molto delicato.

Pierce si consola con il premio di giocatore della settimana (scorsa): è l'unico della Eastern Conference ad aver ricevuto quest'onorificenza quest'anno.

Andiamo a vedere le evoluzioni del quintetto-base durante e dopo la sospensione di Baker. A parte i ruoli di Pierce, James e Welsch, inamovibili per il momento, Mark Blount ha mantenuto il posto in quintetto passando da centro ad ala grande con una certa facilità  (da parte del coach), mentre l'altro spot per i lunghi se lo sono scambiato Walter McCarty e Chris Mihm.

Non è chiaro il motivo di questi tentennamenti, ma la sensazione è che O'Brien, fedele alla sua natura conservativa, consideri ancora poco integrati i nuovi arrivi per fidarsi troppo di loro. Concorso di colpa lo ha il calendario, molto fitto finora per i Celtics. Si consideri che Boston è stata la prima squadra che ha raggiunto le 41 partite, metà  di quelle in programma durante una stagione regolare completa.

"Ci colpisce drammaticamente per un buon numero di ragioni" commenta O'Brien "uno è il fattore-fatica. Due la non possibilità  d'allenarsi". In effetti questo è un problema se bisogna recuperare un infortunato, inoltre non c'è stato il tempo di svolgere degli allenamenti continuativi con i nuovi arrivati. Quando, dopo la sosta dell'All-Star Game, ci sarà  più respiro, i giocatori si potranno riposare di più e, presumibilmente, i risultati di squadra saranno migliori.

È stato accennato Vin Baker prima, ora non si può non parlarne. Terminata la squalifica con la trasferta in Texas, nei successivi due appuntamenti Vin non ha messo piede in campo, nonostante fosse regolarmente in panchina. Il motivo ufficiale è che non si era allenato con la squadra, ma è chiaro che si è voluto in qualche modo far capire che certi errori non si devono commettere. Quando finalmente ha avuto il piacere di rivedere il campo nell'ultima partita della settimana, nei 17 minuti che è rimasto in campo ha scritto sul tabellino 4 su 6 dal campo, 4 su 4 ai liberi, 12 punti; buoni numeri, anche se lo 0 sui rimbalzi stona un po'.

"La cosa più bella è che sono felice d'essere tornato con la squadra, mi scuso con la mia famiglia e con i tifosi di Boston. Sono grato dell'opportunità  di reinserirmi nel gruppo. Questo è fondamentalmente tutto (quello che volevo dirvi)". Caro Vin, questa è la tua ultima occasione, un altro errore e sei finito (cestisticamente, ma probabilmente anche umanamente).

Quando è stato firmato lo scambio che ha portato, tra gli altri, Ricky Davis a Boston, la speranza era che il giocatore portasse in dote un gioco esplosivo. Gli inizi non sono stati esaltanti, ma forse le cose iniziano a cambiare. Nella gara contro Milwaukee ha segnato ben 33 punti con uno splendido 13 su 21 dal campo. "Grande gara dalla panchina" ha commentato O'Brien a caldo, ma allora perché non lo fa partire in quintetto?

I motivi sono diversi: prima di tutto il fatto che il susseguirsi frenetico di partite non permette di conoscere bene i giocatori, poi Davis non difende così bene come O'Brien vorrebbe, e poi Welsch dà  più affidamento, è più continuo e ha la difesa nel sangue. É solo una questione di tempo prima di vedere un ottimo Davis.

Marcus Banks sta migliorando sempre di più. Niente d'eclatante, ma i suoi miglioramenti sono costanti, e questo è un bene. Da tre partite è in doppia cifra di punti, il suo minutaggio è sempre superiore ai 20 minuti e nell'ultima partita ha avuto il suo massimo in carriera in punti (14) ed eguagliato il suo massimo in assist (6).

"Tempo fa giocava una buona partita, ma le successive tre le sbagliava. Poi una (buona partita) e due sbagliate. Adesso è una buona ed una non buona. Sarò contento quando giocherà  tre partite buone ed una non buona" commenta O'Brien su Banks. La strada è ancora lunga, ma sembra che sia quella giusta.

Ci sono stati altri infortuni del roster, come Jumaine Jones, con un nuovo leggero infortunio ancora alla spalla destra. Stesso infortunio alla stessa spalla per Marcus Banks, anche per lui niente di preoccupante.

Durante la trasferta nella città  texana una settantina di tifosi di Kendrick Perkins sono entrati al Toyota Center per applaudirlo. Purtroppo per loro Perkins era ancora in lista infortunati, ma nonostante il fatto che già  lo sapevano sono entrati comunque, forti del fatto che tutti i 70 biglietti erano stati pagati da Perkins stesso. Non è estraneo a tutto questo sapere che Perkins viveva a Beaumont, una cittadina vicina proprio ad Houston.

"Abbiamo profondità  del ruolo di cinque, così non so come impiegarlo se non sporadicamente" ha dichiarato O'Brien "a breve è chiuso, ma nel lungo termine, se lavorerà  sodo come sta facendo, potrà  essere un fattore".

"Mi va bene così" dichiara Perkins sul suo limitatissimo minutaggio "non c'è niente da fare. Devo mantenermi positivo e continuare a lavorare duro, sapendo che un giorno verrò ripagato". Possiamo già  considerare conclusa la stagione di Perkins.

L'NBA e le sue franchigie non perdono occasione di creare interesse attorno alle proprie squadre. In occasione dell'arrivo degli Houston Rockets a Boston si è celebrata la "Second Annual Asian American night", occasione di vedere all'opera il cinese Yao Ming e per coinvolgere anche la comunità  cinese a Boston. Tra le altre cose, nell'intervallo di metà  gara l'intrattenimento è stato fornito dai "Boston Free Masons" ed i loro ballerini del dragone, già  applauditi l'anno scorso, quindi confermati anche quest'anno.

L'arrivo di Marbury a New York ha fatto scendere Pierce dal sesto al settimo posto nel numero di voti per l'All-Star Game delle guardie della Eastern Conference. Triste il commento di Double-P: "non sono uno dei più popolari giocatori, la gente odia ancora il fatto che i Celtics hanno vinto tutti quei campionati, ma io farò quello che va fatto (in campo)". Pierce inoltre apprezzerebbe molto una chiamata, visto che si gioca a Los Angeles, la sua città  natale. Commentino: se non viene chiamato è uno scandalo, visto l'ottimo gioco che Pierce sta producendo quest'anno, ma non credo ci siano dubbi su una sua chiamata.

Un po' di respiro (per modo di dire, ovviamente) per i Celtics la settimana prossima:
domenica in casa contro San Antonio
martedì a Miami
venerdì in casa contro Washington

San Antonio ha una striscia di 3 sconfitte consecutive, è auspicabile che non ritrovi la vittoria proprio contro Boston domenica pomeriggio (18.30 ora italiana), poi ci sono due partite contro squadre che non stanno avendo una buona stagione, ma credo che purtroppo quest'anno ci sia poco da stare tranquilli, quindi le probabilità  di ritrovare una settimana positiva ci sono, ma l'incidente di percorso è sempre dietro l'angolo.

Un rapido sguardo alla classifica mostra come i passi falsi di questa settimana non hanno ancora compromesso la situazione di Boston: Phila non è riuscita a superare i Celtics, Miami non ha confermato i suoi progressi in termini di vittorie, mentre ci vorrà  tempo affinché i cambiamenti di New York si riflettano sulla classifica. Quindi per il momento le altre squadre hanno graziato Pierce e compagni, ma ora tocca a Boston non perdere il prossimo treno.

A risentirci la settimana prossima.

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