una vittoria e due sconfitte per i Knicks dopo l'arrivo di Starbury
In queste settimane, tra Natali, Capodanni e Befane, oltre ai doni portati dal nuovo GM Isaiah Thomas, c’è stato pure il basket giocato.
Dopo aver parlato abbondantemente dello scambio che ha portato Stephon Marbury nella Grande Mela (http://www.playitusa.com/articolo.php?id=1494), qui in sede di report analizziamo le partite disputate.
Facciamo un passo indietro a quasi due settimane fa…
New York umilia gli Orlando Magic a domicilio per 114-86, grazie al 55% dal campo, di cui 15 tiri da tre realizzati. Di questi, Frank Williams ne mette quattro chiudendo con 18 punti.
Keith Van Horn, in un momento di grazia, ne mette 19 con 10 rimbalzi, mentre Allan Houston chiude a 18. Per Orlando, Tracy McGrady gioca solo 11 minuti per un infortunio, agevolando così il dilagare dei Knicks, che vanno anche a +34 a sette minuti dalla fine.
Si chiude così il viaggio a sud di tre partite, culminato con altrettante vittorie (Miami, Memphis ed appunto Orlando), in cui i Knicks sono stati sotto nel punteggio complessivamente per 18 secondi, cioè nel 2-0 iniziale contro i Magic.
La striscia positiva non si ferma ed a farne le spese sono ancora i Miami Heat: secco 102-73 al Madison Square Garden. Van Horn ancora scatenato ne mette 22 con 10/16 al tiro, Shandon Anderson 21 dalla panchina. Partita praticamente già decisa nel primo tempo, con i padroni di casa che controllano nel secondo.
Da vero veterano la prova in regia di Williams, che mette sempre nel giusto ritmo i tiratori, specialmente Van Horn. Ma proprio “Nitti” si infortuna al polso.
Dopo una serie di quattro vittorie consecutive, evento che non accadeva da 23 mesi, New York cade in casa contro i Chicago Bulls.
Assenti Williams e Houston per il solito ginocchio, i Knicks escono sconfitti 99-104, nonostante 25 punti di Van Horn ed uno spettacolare Dikembe Mutombo: 15 punti più 16 rimbalzi.
Gara equilibrata, con i Bulls che arrivano al massimo vantaggio (98-91) a 1:21 dal termine.
New York torna anche a –1, ma poi nel finale Jamal Crawford continua nell’opera di demolizione del duo Howard Eisley-Charlie Ward portando a casa la vittoria per i suoi.
E’ il giorno dell’esordio di Mookie Norris (11 minuti, 5 punti), arrivato dagli Houston Rockets insieme a John Amaechi (subito tagliato) per Clarence Weatherspoon.
Antonio McDyess, al centro di molte voci di mercato, accusa la pressione e chiude con la peggior prestazione dell’anno, proprio quando il suo apporto serviva maggiormente, viste le assenze.
Dyce chiude con un punto ed un rimbalzo, tanto che Don Chaney, il giorno dopo, ha con lui un colloquio privato per tranquillizzarlo.
Intanto, però, Thomas ammette che ci sono team interessati a McDyess.
La gara successiva è il derby contro i New Jersey Nets.
Ancora assente Williams, Jason Kidd brutalizza la coppia dei due playmaker newyorkese: chiude con 35 punti, di cui 19 nell’ultimo quarto, ergendosi a protagonista nel parziale 17-2 finale che chiude di fatto i giochi sull’85-95.
Mutombo resta in campo 42 minuti, regalando 10 stoppate ma, “casualmente”, nel momento in cui è panchinato da Chaney, i Nets mettono il turbo e piazzano il parzialone di cui sopra.
McDyess rinasce sul piano dei numeri (14 punti e 11 rimbalzi), ma manca della necessaria aggressività sotto i tabelloni. Ancora ottimo Van Horn (21 punti e 11 rimbalzi), ma davanti ad un Kidd così, i Knicks si inchinano.
Arriva poi lo scambio che porta Marbury, Penny Hardaway e Cezary Trybanski.
In poco meno di 20 ore, i tre si imbarcano su un volo da Phoenix per New York, effettuano le visite mediche e riprendono l’aereo per andare a Cleveland.
Il tutto, unito al non aver mai visto in allenamento i nuovi compagni, contribuisce alla vittoria dei Cavaliers per 96-107.
Marbury si presenta così: prima azione della gara, stoppata di Mutombo, fast break condotto da “Starbury” che inventa un passaggio per Van Horn che, facile, appoggia al tabellone.
Seconda azione, pick-and-roll con Kurt Thomas e tiro dalla media, a segno.
Il resto, però, è da dimenticare, come i 58 punti del frontcourt dei Cavs. Marbury chiude con 3/9 dal campo (ma anche 8 assists), idem la prestazione balistica di Penny
“E’ molto frustrante. Volevo vincere con tutto me stesso all’esordio. Significa tutto per me essere tornato a New York… un sogno diventato realtà !” dice Marbury alla fine.
Ma il sogno di Marbury si trasforma in incubo proprio al suo esordio al Garden. I Knicks perdono 79-111 contro gli Houston Rockets dell’ex rimpianto coach Jeff Van Gundy.
I Rockets, se ci passate l’eufemismo, partono “a razzo”: la gara inizia con un 23-2 clamoroso, in cui Chaney non riesce a fare un aggiustamento tattico che sia uno, tanto che il NY Post titolerà : “Chaney rovina la festa a Stephon”.
New York va all’intervallo sotto di 17, ma i canti “Fire Chaney” di un Garden realmente tutto esaurito sono già iniziati da un bel po’.
I Knicks chiudono con il 33% dal campo, peggiore prova stagionale. Ma il 33 è un numero ricorrente nella gara, visto che gli ospiti vanno anche a quel vantaggio.
Marbury fa 3/12, a cui aggiunge però 10 assists. Malissimo anche Hardaway che sbaglia i primi cinque tiri tentati, finendo poi con 1/8. Houston si fa trascinare nel baratro e pure lui ha percentuali da fame: 3/11.
La chimica di squadra è ancora lungi dall’esserci ed a salvarsi è ancora una volta Van Horn: 17 punti e 11 rimbalzi, tanto da zittire le tante cassandre che prevedono un triste esistenza dello Sceicco Bianco accanto a Starbury, visti i precedenti in New Jersey e le parole non proprio di stima che il prodotto di Coney Island aveva riservato all’ex compagno di quei tempi.
Il momento più spettacolare del match è così stata la presentazione di Marbury ad inizio gara, quando lo speaker gli ha dato il benvenuto: “At guard, from Georgia Tech, WELCOME HOME, number three, Stephon Marbury!”.
Durante la “Caporetto” newyorkese, il pubblico ha potuto vedere Thomas passeggiare nervosamente in uno dei soliti tunnel del Garden che portano al campo, luogo in cui Zeke segue le partite.
Alcuni testimoni hanno addirittura riferito di un diverbio avuto dal GM con un tifoso che, con la canotta di Ward, accusava Thomas del recente scambio.
Il tifoso è stato allontanato prontamente dalla security, non prima che Isaiah si sia trasformato nel Robert De Niro di turno, tuonando un “Ce l’hai con me?” di Taxi Driveriana memoria.
Davvero incontentabile il pubblico…
Dopo questa sconfitta, pareva imminente il licenziamento di Chaney. Nella successiva gara contro i Milwaukee Bucks, però l’allenatore era ancora al suo posto… e finalmente i Knicks sono tornati alla vittoria (94-88).
Marbury non tira molto bene, chiude con 14 punti e 11 assists ma pure 6 palle perse. Bene Houston a quota 26, ma il vero dominatore è Kurt Thomas: 28 punti e 16 rimbalzi, migliore prestazione stagionale di “Dirty Kurty”. Finalmente si vede un buon Hardaway: 14 punti dal pino, di cui 6 nell’ultimo quarto.
Ma non sono state tutte rose e fiori. Dopo un vantaggio di 14 punti nel primo quarto e 12 nell’ultimo, i Bucks pareggiano a 3 minuti più spiccioli dalla sirena di fine match. Un jump shot di Houston e un paio di liberi scacciano la paura e Marbury può festeggiare la prima vittoria al Garden.
C’è poi un infortunio al ginocchio per Van Horn, uscito dopo 22 minuti, ma l’entità della botta non si sa ancora.
Continuano intanto i rumors.
Alcuni vogliono Thomas impegnato a convincere Doc Rivers a salire sulla barca-knicks, ma anche Brendan Malone (assitente di Chaney e ex assitente di Isaiha ai Pacers) è un nome gettonato, così come Mike Fratello.
Sul fronte mercato, si continua a lavorare con i Blazers per Rasheed Wallace. Il GM di Porland ha ammesso che le trattative sono a buon punto e spera che si raggiunga un accordo, ma forse alla fine arriverà una sign-and-trade estiva. Ultimamente, però, si è inserita nella trattativa Dallas per una trade Wallace-Antwan Jamoson.
Un altro rumor delle ultime ore è quello che vorrebbe Darius Miles a New York in cambio di Frank Williams e Michael Doleac.
Vedremo, dal momento che le mosse di mercato non sembrano finite lì, ma quello che oggi ogni tifoso dei Knicks vuole, è un regalo fuori stagione: il licenziamento di Don Chaney.