Da chi possono andare i Lakers nei momenti di crisi? Il centro pare affidabile…
Lakers 98 @ Golden State Warriors 107
Houston Rockets 99 @ Lakers 87
Boston Celtics 82 @ Lakers 105
BUON ANNO da Los Angeles!!!
E' arrivato anche nello stato più trendy dell'unione il momento di festeggiare l'arrivo del 2004 ed in casa Lakers l'attualità può lasciare per qualche momento il passo ad un breve riflessione sull'andamento dell'annata.
Per i ragazzi di Phil Jackson, è bene dirlo da subito, il 2003 non sarà certamente un anno da ricordare.
La squadra veniva da un triennio di vittorie. Come ampiamente già analizzato, nell'ultima stagione sono stati gli Spurs a costringere i Lakers a cedere il passo sul gradino più alto del podio.
Infortuni, scarsa forma dei senatori e magagne varie sono giunte al pettine e la dirigenza ha dovuto pesantemente intervenire sul mercato per adeguare la squadra alle aspettative di un pubblico, che certo non può essere paragonato a quello di piazze più calde come New York o Boston, ma che è ormai abituato ad essere la prima forza di riferimento della Pacific Division.
I nomi di Gary Payton e Karl Malone sono serviti a rinfocolare nel pubblico l'aspettativa di una stagione da dream team, ma è cronaca degli ultimi giorni, fra il dire ed il fare c'è sempre di mezzo il proverbiale mare.
La partenza è stata convinta, un paio di sconfitte giusto per ricordarsi di essere umani e poi è stato facile incorrere in una striscia di vittorie notevole a cavallo fra novembre e dicembre.
Solo quindici giorni fa, moltissimi osservatori avevano cominciato a perorare la tesi dell'annata sul velluto, della squadra senza rivali.
Invece, proprio mentre ci si apprestava ad approntare un fine anno trionfale, qualcosa si è inceppato nel meccanismo giallo viola.
E questa è la cronaca di queste ultime giornate di basket.
Il bilancio dell'ultima settimana, quella di Natale, ha ricalcato, in peggio, i guai che già erano emersi nelle sconfitte patite precedentemente contro Dallas e Portland.
Prima è arrivata la sconfitta contro i Golden State Warriors, poi quella contro i Rockets, squadra più solida dei colleghi californiani ma senza dubbio dall'attacco meno talentuoso, infine il parziale riscatto in casa è arrivato nella sfida sempre storica, contro i Boston Celtics del novello duo Pierce - Davis.
Al di là dei dati emersi dalle singole partite, è bene ricordare le dichiarazioni importanti emerse dallo spogliatoio angelino dopo le sconfitte che Santa Claus ha portato in dono.
Il primo ad esternare è stato proprio il coach zen, che con il suo personale incedere ha analizzato il motivo principale di malcontento visto dallo staff tecnico.
"La squadra è stata da tutti dipinta come la sicura dominatrice dell'anno. I ragazzi lo sanno e ne sono inevitabilmente condizionati.
In queste partite ho visto dei quintetti che hanno giocato come fossero stanchi. Il problema è che i miei giocatori non sono stanchi. Non possono esserlo. Eppure questa è l'impressione che danno e questo francamente è un problema che non mi aspettavo."
Un campanello d'allarme davvero importante visto anche il mittente dal quale arriva.
Un campanello che richiama alcune responsabilità precise, i qui nomi sono quelli di Payton e Malone e chiaramente quello di Kobe Bryant, il vero punto interrogativo di quest'anno, un problema che nasce quest'estate, ma che è veramente esploso soltanto questa settimana.
Dopo essersi arrabattato per tutto il primo mese di attività , negli ultimi impegni il malessere della guardia è finalmente stato ammesso e non c'è stato nessun buzzer beater a mascherare il problema.
"E' veramente un momento difficile per me." Ha dichiarato il numero 8 all'indomani della gara contro i Rockets - "In queste settimane il mio tempo è stato diviso fra un'aula di tribunale ed il campo e questo non mi ha permesso di allenare come avrei voluto il mio gioco. E' una situazione parossistica. Ci sono dei giorni nei quali non so bene cosa mi stia succedendo, mi ritrovo con la testa completamente svuotata nel corso di una partita e non so bene come ritrovare il giusto equilibrio che mi permetta di rendere per quanto vorrei. E' frustrante."
Certamente il problema di Bryant non sarà certamente un fattore che si estinguerà nel giro di pochi giorni. Per questo la squadra dovrà trovare in fretta i rimedi e le contromisure non tanto per capire come far fronte al problema, quanto per capire come giocare e vincere anche senza il miglior marcatore della scorsa stagione.
La presenza del miglior Glove e del miglior Postino rimedierebbe certamente allo scarso e altalenante rendimento del presunto stupratore di Eagles County, ma in queste ultime partite è stato il nervosismo a regnare incontrastato nei bilanci e nei recap dei due nuovi acquisti in casa Lakers.
A fronte di queste preoccupazioni, una notizia senza dubbio positiva è il rientro atteso come imminente di Rich Fox, giocatore che manca addirittura dalla serie persa nella scorsa primavera contro i San Antonio per il noto problema al tendine d'achille ma la cui capacità di mentale e la spinta emotiva potrebbe essere un tassello senza dubbio prezioso per la seconda fase della regular season, quella da sempre targata giallo viola.
Il meglio della settimana: La nota più positiva di questa difficile settimana è stata senza dubbio la reazione di carattere fatta vedere dalla squadra nella sfida casalinga contro gli arcirivali dei Celtics. Sette uomini in doppia cifra, con Shaq come sempre sugli scudi, ma soprattutto una difesa finalmente all'altezza. Da segnalare nella serata anche la bella prova di Gary Payton, bello carico e linguacciuto come nelle migliori serate made in Seattle.
Il peggio della settimana: Inutile dire che le due sconfitte di fila patite a cavallo di Natale hanno fatto male. Lasciare che l'attacco dei Rockets, fino a questo momento uno dei più problematici della lega, facesse il bello ed il cattivo tempo sulle assi dello Staples, grazie in particolare ad uno Yao davvero maturo ed un Steve Francis finalmente in palla non ha giovato al morale dei Lakers, mentre è solo da elogiare nella sfida contro i Warriors, la prestazione di Dampier, sempre più centro di valore anche nel panorama ricco della Western Conference.
E adesso?
La stagione dei giallo viola comincia adesso.
Dopo l'inizio in pompa magna e la delusione di questa chiusura di 2003, i Lakers adesso sono una squadra più terrestre, certamente una delle favorite al primo spot dei play-off ad Ovest, ma terrestre.
Con il 2004 il calendario di L.A. porterà le sfide tutte esterne di Seattle, Clippers, Minnesota e Denver. Molto interessante come banco di prova per testare la propria consistenza post festività .
Alla prossima"