Il meglio e il peggio dell’NBA

Stojakovic va a segno in bello stile.

PROMOSSI

Peja Stojakovic
Non è da poco che il serbo si è autorevomente ed inequivocabilmente appropriato dello scettro di miglior tiratore della lega, titolo che gli compete in modo indiscusso ed indiscutibile a prescindere dai cimenti all'ASG.
Recentemente ha ulteriormente alzato il livello del suo gioco, se continuasse con questo andazzo farebbe segnare una “career season” in tutte le categorie statistiche.

Ora come ora è il quarto miglior marcatore della lega (ma i primi tre si prendono moltissimi tiri più di lui), e un'altra statistica ci esemplifica ancor meglio la sua netta superiorità  sul resto della lega nell'ambito “balistico”: l'esterno dei Kings è secondo nella percentuale ai liberi (93%), nono per quanto riguarda i FG (50%) e diciassettesimo nel tiro da tre (41%); sommando insieme questi dati otteniamo la percentuale globale al tiro di un giocatore, che con un valore di 185.1 lo colloca saldamente in testa alla classifica, con circa 10 punti percentuali di vantaggio sul secondo, Brent Barry.

Volendo aggiungere la proverbiale ciliegina sull'altrettanto proverbiale torta, possiamo dire anche che nelle ultime due settimane ha viaggiato a 30 punti abbondanti di media, impreziosendole con 36 punti contro i Suns e 41 (career high) contro i Grizzlies.

La gara del quarantunello è però anche coincisa con uno dei rari momenti di “follia” di un giocatore normalmente correttissimo, che per uno spintone ai danni di un arbitro è stato sospeso per una gara, costringendo i suoi a fare a meno di lui proprio in vista di un importante scontro con i Mavs, che guarda caso hanno avuto la meglio.

Sam Cassell
Se ultimamente vi siete chiesti qual'è il miglior “combo” della lega, lasciate perdere i nomi più gettonati e puntate senza indugio sul duo Garnett-Cassell, che (almeno per quanto riguarda le cifre) distanzia nettamente ogni altra coppia d'assi dell'NBA.

Sempre strepitosi i numeri di KG, la cui grande continuità  rischia ormai di far passare prestazioni esaltanti per ordinaria amministrazione: nelle ultime due settimane 26 punti, 11 rimbalzi, 8 assists, 2 stoppate e 2 palle rubate di media. Tutto nella norma, direte voi, ed in effetti i migliori giocatori della lega sono lì proprio per deliziarci con questi fuochi d'artificio.

E' invece sicuramente notevole, anzi invero stupefacente, il rendimento tenuto nelle ultime partite da “Sam I Am”: 25 punti, 7 assists e 3 rimbalzi di media e un fantascientifico 69% dal campo, cifre che gli permettono di essere il quinto assistman della lega e l'undicesimo per percentuale ai FG, niente male per uno che sicuramente non è celeberrimo per la grande qualità  dei tiri che prende.

I tifosi dei Wolves gongolano grazie al dynamic duo e ad uno Spree in gran forma (anche se un po' troppo “carico” emotivamente), e si chiedono se questa squadra potrà  davvero fare la differenza quando tornerà  Szczerbiack, e quando si capirà  meglio se Olowokandi (al momento infortunato pure lui) possa davvero diventare un fattore in questa lega o restare una grande incompiuta.

Brad Miller
Le sue statistiche nelle ultime 6 partite parlano di 18.2ppg, 14.2rpg, 7apg, 2blpg… c'è bisogno di aggiungere altro? L'ex Pacer si è inserito alla perfezione nel sistema-Kings, in cui la palla gira che è un piacere (primissimi negli assists), e in cui per trovarsi bene più che essere superatleti occorre avere intelligenza tattica, visione di gioco e altruismo.

Insomma, Miller porta completezza, sobrietà  e un solidissimo gioco “all around” ad una squadra la cui più grande pecca è sempre stata quella di essere bellissima ma poco concreta quando conta. Rischia di suonare una bestemmia, ma… con un Miller così, chi sente la mancanza di Chris Webber?

Richie Frahm
I Sonics ci hanno preso gusto, e dopo Ronald Murray ecco un altro tiratore sopraffino pescato dalla “spazzatura” della lega, anche se la storia di Frahm è ancora più curiosa di quella del buon “Flip”.

Il ventiseienne rookie da Gonzaga l'anno scorso metteva in mostra i suoi talenti in Turchia, al Darussafaka; firmato da Seattle ad inizio di stagione, i primi due mesi della sua carriera NBA sembravano bollarlo come un giocatore da garbage time, uno di quei giocatori la cui unica funzione è tenere ben caldo il legno della panca e, quando occasionalmente chiamati a scendere in campo, fare di tutto per evitare il temutissimo “trilione”: per l'appunto fra Ottobre e Novembre il nostro ha segnato 14 punti spalmati su 12 partite, facendo registrare tanti trilioni (due, per non parlare di quelli solo sfiorati) quante triple messe a segno.

A Dicembre il suo minutaggio è più che raddoppiato (da 6 a 15 minuti per gara), ma soprattutto ha iniziato lentamente a farsi notare, fino ad esplodere in modo roboante il 20 Dicembre contro i Nuggets, data in cui ha tirato fuori dal cilindro la miglior prestazione al tiro vista finora in questa stagione: 32 minuti, 31 punti (più 5 rimbalzi e 3 assists), ma soprattutto dopo aver sbagliato la prima tripla ha sempre trovato il bersaglio: 4/4 da 2, 6/6 da tre, 5/5 ai liberi.

Certo, una rondine non fa primavera eccetera eccetera, e probabilmente il miglior tiratore da tre della storia di Gonzaga non sarà  altro che una meteora, un simpatico aneddoto sperduto all'interno di una lunga stagione: però il signorino in Dicembre sta tirando col 67% da due (30/54), il 60% da tre (20/33) e non ha ancora sbagliato un libero.

Elton Brand
Dal suo ritorno dopo l'infortunio al piede sta viaggiando a 18.2ppg, 13.1rpg e il 51.2% dal campo in 37 minuti. Lui stesso però dichiara di essere ben lontano dal 100% della sua forma, e di avere ancora molti margini di miglioramento: “Ora come ora sarò all'incirca al 70%, ci sono volte in cui cerco di esplodere e le mie gambe non rispondono come erano solite fare. E' per questo che sono molto sorpreso del mio rendimento, per cinque settimane non ho potuto nemmeno scendere in campo, nemmeno fare una corsetta: ho fatto un paio di allenamenti, poi mi sono buttato in campo ed eccomi qua. sono davvero sorpreso.”

In ogni caso anche l'essere al 70% delle sue possibilità  non gli ha impedito di regalare qualche bella soddisfazione alla sua squadra e a se' stesso: grazie al trio Maggette-Brand-Richardson i Clips hanno vinto 4 partite di seguito di fronte al proprio pubblico (l'ultima volta che era successo LeBron e Carmelo non erano ancora nati), all'interno di un momento da 6W e 2L, nonostante un calendario non agevole.

Per quanto riguarda le soddisfazioni personali, innanzitutto sono arrivati i complimenti di coach Dunleavy: “E' un Rodman che sa attaccare. Ho visto solo altri due giocatori con una determinazione paragonabile alla sua: Rodman e Moses Malone”.
Dopo la gara con gli Spurs, inoltre, si dice che Tim Duncan appena rientrato negli spogliatoi abbia mandato un addetto nello spogliatoio dei Clips con una richiesta: una scarpa autografata di Elton Brand.
Esiste qualche riconoscimento più autorevole per un giocatore NBA?

————-

RIMANDATI

Jarvis Hayes e Steve Blake
La stagione dei Wizards oscilla fra il pessimo e il disastroso, e le poche note positive vengono dai due rookies, che stanno trovando molto spazio grazie agli infortuni dei due giocatori più rappresnetativi della squadra, Stackhouse e Arenas.

Hayes aveva iniziato il campionato con il piede giusto, partendo quasi sempre da titolare al posto di Stack e fornendo ottime prestazioni, scomodando paragoni con Glen Rice e Mitch Richmond. Poi l'infortunio di Arenas ha cambiato tutto: senza il play titolare il gioco della squadra si è fatto di colpo più lento e prevedebile, Hayes non ha più trovato il ritmo, ed il suo rendimento è crollato fino quasi ad azzerarsi.

A Dicembre però coach Jordan ha dato fiducia e il posto da titolare a Steve Blake, molto altalenante nelle sue prime uscite nella lega; il segaligno ex compagni di Juan Dixon ha risposto alla grande: le cifre sono buone ma non sconvolgenti, però quello che conta è che i Wiz giocano un basket molto più rapido, piacevole ed efficace, e soprattutto conta il fatto che Hayes è improvvisamente rifiorito, e con Blake titolare è a 16.6 di media.
Il tutto non basta a far sorridere i tifosi di una squadra con pochissimi motivi per essere ottimisti, ma quantomeno rappresenta una schiarita in una stagione buia.

Orlando Magic
Dopo 19 sconfitte consecutive i Magic sembrano avere avuto un improvviso sussulto d'orgoglio, e dall'8 Dicembre hanno un ottimo record di 7W e 4L. Il tutto grazie ad un Gooden più convinto, ma soprattutto grazie ad un TMac da 28.8 punti, 7 rimbalzi e 7 assists nelle ultime 6 gare; nonostante tutto il principale imputato per l'apatia dei Magic dei primi due mesi resta ancora il numero 1, che continua a tirare male e soprattutto a calare di rendimento nel quarto periodo.

Il bello è che la matematica non preclude nessun obiettivo ai Magic, in questa pazza Division anche una squadra che non ha vinto una partita per due mesi rischia di potersi inserire nella lotta per i playoffs… d'altronde se davvero Orlando si rimettesse in carreggiata e mancasse di poco la post-season, questo non potrebbe che rendere ancora più insopportabile il rammarico per un inizio di stagione gettato alle ortiche.

Isiah Thomas
Fra tutti i possibili successori di “Bin” Layden, Zeke rappresenta sicuramente la scelta più discussa e discutibile, quella che fornisce i maggiori spunti di discussione. Innanzitutto è difficile immaginare un passaggio delle consegne più drastico, fra due soggetti con caratteri maggiormente agli antipodi: dal timido, introverso, insicuro (Layden) allo sbruffone, vulcanico, “trendy” e pieno di se' (Thomas).

Sicuramente l'ex play di Detroit è uno che sa riconoscere il talento quando lo vede (si confrontino i suoi draft ai tempi dei Raptors e dei Pacers con quelli del suo predecessore). Altrettanto sicuramente è un soggetto con cui è estremamente difficile relazionarsi, che in tutte le sue esperienze nelle stanze dei bottoni ci ha messo pochissimo tempo ad inimicarsi in modo insanabile l'ambiente che lo circondava.

Riuscirà  il nuovo GM a non farsi sopraffare dal proprio smisurato Ego, soprattutto considerando il clima bizantino che si respira alla corte della squadra di basket della capitale del mondo?

“Pieni poteri ad uno come Thomas” + “Atmosfera newyorchese D.O.C.” è una miscela altamente esplosiva, che può avere qualunque esito.

E' quindi impossibile predire il futuro a Thomas, quello che è certo è che di lavoro da fare ce n'è parecchio, a cominciare dalla “questione-allenatore”: Chaney non è l'uomo giusto al posto giusto, ma c'è il concreto rischio che, una volta esonerato il proprio coach, Thomas non sappia resistere alla tentazione di buttarsi subito nel doppio ruolo GM-coach (una ipotesi che potrerebbe alla rapida autodistruzione dei Knicks). In effetti da questo punto di vista non siamo partiti proprio col piede giusto, visto che le prime parole di Thomas da GM sono state “I love coaching” (con relativo arresto cardiaco per Chaney), anche se subito mitigate da frasi come “…ma sono anche innamorato del basket. Essere qui è una grossa responsabilità , noi tutti vogliamo che i Knicks vadano bene, quindi il mio compito sarà  aiutare Don a dare il meglio: dovrò allenare l'allenatore”.

La più grande sfida di Isiah sarà  però quella di ricostruire una squadra vecchia, debole, poco talentuosa, zeppa di doppioni e senza un vero leader. Una squadra da rifondare tecnicamente, ma soprattutto da ricostruire psicologicamente [vedi alla voce Spreewell].
Coraggio Zeke, dimostraci che tutto il male che si dice di te in giro è immeritato!

Reggie Miller
La Hall of Fame sta aspettando, ma il vecchio guerriero sembra ormai essere al crepuscolo della carriera: “Hollywood” non è più il tiratore letale di una volta (41% ai FG, minimo di carriera), non ha più minuti assicurati, insomma non è più determinante nel sistema-Pacers come una volta: nelle ultime 12 partite solo due volte sopra i 10 punti, e solo una volta sopra i 25 in tutta la stagione.

————-

BOCCIATI

Latrell Spreewell
Si parlava poc'anzi di come i Knicks siano una squadraccia non solo e non tanto dal punto di vista tecnico, quanto da quello dello spirito, della cattiveria agonistica, della voglia di dare tutto e non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.

Il tutto è chiaramente esemplificato dalla sfida contro i Wolves, sfida che vedeva il ritorno da avversario di Latrell Spreewell al Madison: nell'occasione, il buon (?!?) Spree aveva qualche soddisfazione da togliersi, e ha sfoderato una prestazione eccellente (31 punti e 14 liberi guadagnati, season-high); purtroppo però non gli è sembrata una rivincita sufficiente contro chi lo ha scaricato, è si è scatenato in una personalissima guerra di insulti: una volta adocchiato Dolan dietro alla panchina dei Knicks, lo ha ricoperto per minuti e minuti con le peggiori contumelie; quando Lon Kruger, assistant-coach dei Knicks, si è limitato a suggerirgli “dai Spree, pensa a giocare”. Questo ha fatto definitivamente perdere il senno a Spree, che ha vomitato la sua rabbia sul povero Kruger, aggiungendo altre oscenità  e gestacci nel silenzio di un MSG attonito, fino a che è intervenuto il fischio dell'arbitro a porre fine a questa squallida esibizione con un fallo tecnico.

Lasciamo un attimo perdere Spree, guardiamo ai Knicks e chiediamoci: è normale che di fronte a scene del genere, che si protraggono per svariati minuti, NESSUNO fra i bluarancio in campo e in panchina abbia avuto il coraggio di dire/fare qualcosa di concreto per rimettere Spree al suo posto? E' normale che l'unico a dire la sua sia stato un signore pacato e manierato, che peraltro è arrivato da poco e quindi non ha nemmeno vissuto la querelle-Spree sulla sua pelle?

Il carattere di una squadra si nota anche da queste cose, i Knicks hanno croniche carenze in materia di “cojones” e il compito principale di Thomas sarà  proprio quello di cercare di instilllare un po' di “testicolina” nel suo entourage: ve lo immaginate uno come Spree metter su una pagliacciata del genere quando Isiah giocava ancora, a casa dei Bad Boys? Credete davvero che avrebbe potuto riuscire a lasciare il palazzetto sulle proprie gambe?

Torniamo a Spree, anche se non c'è moltissimo da dire: il confine fra “grande carattere” e “testa di XXXXX”, fra “leader” e “mela marcia” è molto labile, e Spree ha un'altra volta confermato di stare dalla parte sbagliata di quel confine. Non è un leader, non è un carattere forte: è solo uno squallido esaltato, che si prende e si è sempre presto troppo sul serio.
Rispondere sul campo a chi non credeva più in te è da campioni, aggiungerci un po' di sano trash talk è la ciliegina sulla torta… ma scadere nelle scene isteriche, nell'insulto gratuito a una persona che non ha fatto niente di male, e soprattutto insultare apertamente e ripetutamente un pubblico che per anni ti ha idolatrato e che non più di un paio d'ore prima ti aveva attribuito una standing ovation da brividi durante il riscaldamento… beh queste non sono certo cose da Campioni (anche se certe scene danno il definitivo colpo di grazia ai pochissimi che credevano ancora che Spree sia davvero un Campione con la C maiuscola).

Terry Stotts
Esattamente un anno fa sostituiva l'esonerato Kruger, reo di aver promesso di raggiungere i playoffs, guidando invece la squadra ad un inizio di stagione da zona-retrocessione. I tifosi degli Hawks, che non sopportavano più Kruger (persona squisita e grande conoscitore del gioco, ma concettualmente e caratterialmente inadatto a fare l'HC nella lega), pensavano di aver toccato il fondo… si sbagliavano.

Un anno dopo, Stotts ha fatto persino peggio del suo predecessore a parità  di cammino, e ha perso ormai definitivamente la stima di dirigenza, tifosi e soprattutto giocatori, che ad intervalli regolari esternano sui mass-media il disprezzo per il proprio coach: le due bordate più fragorose sono arrivate dai due leader della squadra, Ratliff e Terry (posto che lo Sceriffo , che sarebbe il miglior talento della squadra, ha la leadership e la grinta di un capitello corinzio).

Ratliff: “Se continui a fare sempre le stesse cose e non funziona niente… cambia qualcosa! non è importante cosa cambi, l'importante è dare un segnale, una scossa; che so, panchina tutti i titolari ma fa' qualcosa, qualunque cosa. Restare lì seduti e stare a guardare tutto quello che ci succede è… terribile; semplicemente terribile”.
Più laconico Terry, dopo alcune dichiarazioni di Stotts che aveva dichiarato di non aver gradito come il suo play avesse giocato: “Beh, anche a me non è piaciuto per niente il modo in cui ci ha allenati. Non mi è piacuto neanche un po'”.

Con queste premesse, la domanda è d'obbligo: come può l'allenatore della peggior squadra della lega, sfiduciato dai suoi stessi giocatori, tifosi e dirigenti, restare ancora in sella? La risposta è semplice, ed è legata al fatto che quelli che di fatto sono i nuovi padroni degli Hawks (ovvero una cordata guidata da Steve Belkin, che ha concluso l'accordo con i vecchi proprietari già  a Settembre), non lo sono ancora di diritto: stanno attendendo che l'NBA espleti tutte le formalità  necessarie e dia l'ok definitivo… a quel punto è verosimile che la prima mossa della nuova dirigenza sarà  far saltare la testa di Stotts.

Layden / Dolan
E' finita l'era-Layden nella Grande Mela, è finita improvvisamente ma non certo fra le lacrime, visto che ormai da un paio di stagioni non c'era un solo tifoso, appassionato o addetto ai lavori in orbita Knicks che non chiedesse la testa dell'ex GM. L'accanimento nei suoi confronti è stato appassionato e crudele come solo a NY può essere, ma non si può definirlo ingiustificato: Layden ha preso in eredità  una squadra solida, “cattiva”, esperta, magari un po' vecchiotta ma comunque in grado di arrivare ad una finale NBA; in pochissimo tempo ha sbagliato praticamente ogni mossa possibile, trasformando la squadra in una accozzaglia di giocatori vecchi, senza mordente, quasi tutti clamorosamente strapagati.

La colpa delle disgrazie di una squadra gloriosa come i Knicks non può però ricadere solo su chi sta al timone, e risparmiare invece chi gli ha dato pieni poteri.

James Dolan ha sempre professato una linea di pensiero costante: io di basket capisco poco e nulla, mi limito a metterci i soldi e a fidarmi di quello che dicono gli esperti. Un buon alibi, che però non regge.
Gli insiders dicono che la realtà  è molto diversa: Dolan vede le vicende dei Knicks non come un fine, ma come un mezzo, per ottenere popolarità  e far parlare di se'; fu in gran parte sua la decisione di non procedere ad una drastica ricostruzione della squadra dopo la fine del ciclo-Ewing, preferendo navigare a vista, cercare di tenersi a galla in qualche modo, avendo come obiettivo non la grandezza assoluta ma solo la qualificazione alla post-season.

Con queste premesse, l'incarico per Thomas assume un significato particolare: Zeke non brilla certo per simpatia e capacità  di farsi benvolere da chi gli sta attorno, ma per quanto riguarda il far parlare di se' e calamitare l'attenzione dei media non è secondo a nessuno… Tutto sta a vedere se questa soluzione non finirà  per scoppiare fra le mani dello stesso Dolan, qualora Thomas dovesse risultare incontrollabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Informativa cookie

Per far funzionare bene questo sito, a volte installiamo sul tuo dispositivo dei piccoli file di dati che si chiamano "cookies". Anche la maggior parte dei grandi siti fanno lo stesso.

Cosa sono i cookies?

Un cookie è un piccolo file di testo che i siti salvano sul tuo computer o dispositivo mobile mentre li visiti. Grazie ai cookies il sito ricorda le tue azioni e preferenze (per es. login, lingua, dimensioni dei caratteri e altre impostazioni di visualizzazione) in modo che tu non debba reinserirle quando torni sul sito o navighi da una pagina all'altra.

Come utilizziamo i cookies?

In alcune pagine utilizziamo i cookies per ricordare:

  • le preferenze di visualizzazione, per es. le impostazioni del contrasto o le dimensioni dei caratteri
  • se hai già risposto a un sondaggio pop-up sull'utilità dei contenuti trovati, per evitare di riproportelo
  • se hai autorizzato l'uso dei cookies sul sito.

Inoltre, alcuni video inseriti nelle nostre pagine utilizzano un cookie per elaborare statistiche, in modo anonimo, su come sei arrivato sulla pagina e quali video hai visto. Non è necessario abilitare i cookies perché il sito funzioni, ma farlo migliora la navigazione. è possibile cancellare o bloccare i cookies, però in questo caso alcune funzioni del sito potrebbero non funzionare correttamente. Le informazioni riguardanti i cookies non sono utilizzate per identificare gli utenti e i dati di navigazione restano sempre sotto il nostro controllo. Questi cookies servono esclusivamente per i fini qui descritti.

Che tipo di cookie utilizziamo?

Cookie tecnici: Sono cookie necessari al corretto funzionamento del sito. Come quelli che gestiscono l'autenticazione dell'utente sul forum.

Cookie analitici: Servono a collezionare informazioni sull'uso del sito. Questa tipologia di cookie raccoglie dati in forma anonima sull'attività dell'utenza. I cookie analitici sono inviati dal sito stesso o da siti di terze parti.

Quali sono i Cookie di analisi di servizi di terze parti?

Widget Video Youtube (Google Inc.)
Youtube è un servizio di visualizzazione di contenuti video gestito da Google Inc. che permette a questa Applicazione di integrare tali contenuti all'interno delle proprie pagine. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Mi Piace e widget sociali di Facebook (Facebook, Inc.)
Il pulsante "Mi Piace" e i widget sociali di Facebook sono servizi di interazione con il social network Facebook, forniti da Facebook, Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante +1 e widget sociali di Google+ (Google Inc.)
Il pulsante +1 e i widget sociali di Google+ sono servizi di interazione con il social network Google+, forniti da Google Inc. Dati personali raccolti: Cookie e Dati di utilizzo. Privacy policy

Pulsante Tweet e widget sociali di Twitter (Twitter, Inc.)
Il pulsante Tweet e i widget sociali di Twitter sono servizi di interazione con il social network Twitter, forniti da Twitter, Inc. Privacy policy

Come controllare i cookies?

Puoi controllare e/o verificare i cookies come vuoi - per saperne di più, vai su aboutcookies.org. Puoi cancellare i cookies già presenti nel computer e impostare quasi tutti i browser in modo da bloccarne l'installazione. Se scegli questa opzione, dovrai però modificare manualmente alcune preferenze ogni volta che visiti il sito ed è possibile che alcuni servizi o determinate funzioni non siano disponibili.

Chiudi