Steve Francis, tanta classe ma non al servizio della squadra…
Houston @ Minnesota 75-92
Houston @ Cleveland 89-85
LA Clippers @ Houston 85-99
Houston @ Phoenix 87-102
Indiana @ Houston 79-71
Houston @ LA Lakers 99-87
Houston @ Denver 94-95
Può una squadra "normale", un gruppo di campioni o presunti tali messo insieme con l'obiettivo di raggiungere i playoffs, andare nella tana del lupo, a Los Angeles dagli imbattibili Lakers, uscire dallo Staples Center vittoriosa e poi, soltanto 24 dopo, inciampare malamente sull'ostacolo Nuggets in Colorado, facendo crescere a dismisura i dubbi circa la sua reale forza? Ebbene, i Rockets targati 2003-04 sono capaci anche di questo e ormai i tifosi non sanno più cosa pensare.
La mancanza di progressi da parte della squadra sta iniziando a preoccupare anche Van Gundy, alla sua prima stagione in Texas e fini qui non troppo entusiasta del modo di porsi in campo e della tenuta mentale dei propri giocatori.
"In questo momento il nostro più grande avversario sono i nostri dubbi, dobbiamo giocare con maggiore fiducia, credendo in ciò che facciamo. L'inconsistenza del nostro gioco è generata unicamente dai nostri dubbi" - l'analisi del coach.
"Non siamo egoisti nel nostro modo di giocare - l'opinione di Maurice Taylor - è il dubbio che si insinua nelle nostre menti nei momenti decisivi il vero problema".
Riguardo la manovra offensiva, spesso troppo poco lucida ed organizzata, Van Gundy ritiene che il motivo sia da ricercare nella scarsa coesione tra i giocatori: "Spesso non ci facciamo trovare al posto giusto e gli schemi non vengono eseguiti bene. L'attacco non è rappresentato solo dall'uomo con il pallone ma anche dagli altri quattro compagni che devono farsi trovare pronti facendo alla perfezione il loro lavoro".
La mia scarsa stima nei confronti di Steve Francis è ormai arcinota e mi continuo a chiedere dove possano arrivare i Rockets finché l'arancia verrà gestita da un giocatore dalle grandi doti tecniche ma povero di razionalità e non in grado, a mio parere, di gestire l'attacco quando la palla scotta e pesa come un macigno.
Il bilancio degli ultimi 15 giorni è presto riassunto: 4 sconfitte in 6 partite e una grande difficoltà nel mettere la palla nel cesto, a fronte di una difesa la quale, salvo la figuraccia al cospetto dei Suns si è spesso comportata più che discretamente.
Nella gara contro i Lakers, Yao Ming era riuscito a mettere in difficoltà Shaq con il tiro da fuori mentre contro Denver la Grande Muraglia è stata spesso servita dai compagni sotto canestro, visto che gli avversari di turno, Marcus Camby, Nene e Chris Anderson, rispetto a The Diesel, sono dotati di una maggiore rapidità nei movimenti.
"Come allenatore, devo cercare di trarre vantaggio dai punti di forza dei miei giocatori. Sarebbe stupido tenere Yao nei pressi della linea del tiro libero in costante transizione ma sarebbe altrettanto sbagliato non sfruttare le possibilità offerte dal contropiede. Ogni squadra deve essere in grado di ottenere il massimo dalle diverse situazioni che si prospettano nell'arco di una gara e questo è ciò che stiamo tentando di fare".
Le parole di coach Jeff sono chiare. Resta da vedere sei giocatori riusciranno a recepirle.
Dopo una giornata di riposo, oggi la squadra riprendeva gli allenamenti in vista della sfida con Seattle in programma lunedì al Toyota Center.
In chiusura, una piccola ma significativa nota spetta a Patrick Ewing, assistant coach dei Rockets ma soprattutto grande amico dello sfortunato Alonzo Mourning. Prima che il donatore venisse trovato all'interno della famiglia del mago di Zo, lo stesso ex centro dei Knicks si era offerto per aiutare l'amico in difficoltà , dimostrano che certi valori, al di fuori di un mondo tutto stelle e lustrini come quello dello sport professionistico americano, esistono ancora. Bravo Pat!
Stay tuned e Buon Anno a tutti!