Iverson in borghese vuol dire cattive notizie per i tifosi dei Sixers…
Altra settimana all' insegna del piccolo giallo riguardante il ginocchio di Allen Iverson. The Answer risente di una botta al ginocchio destro, e da sei partite non scende in campo.
Vuole recuperare al cento per cento prima di ricominciare, e questo è assolutamente comprensibile, ciò che suona strano a molti addetti ai lavori è la improvvisa "poca voglia" che sembra trasparire dal linguaggio del corpo "fuori dal campo" di Iverson.
Quando si parla del suo rientro o del suo infortunio il ragazzo di Hampton sembra dribblare qualsiasi cosa riguardante questi argomenti, e diventa generico e possibilista, non certo il suo classico modo di esprimersi.
In attesa del rientro (ancora da definirsi) di The Answer, i Sixers hanno concluso la settimana partendo per un viaggio a Ovest, che molto probabilmente si concluderà con una qualche sconfitta.
Persa la leadership nella Atlantic Division (oltre al danno la beffa!), la settimana di Philadelphia è stata, come spesso capita, senza infamia e senza lode.
Sconfitti 84-87 sul parquet incrociato del Fleet Center di Boston dai Celtics, i Sixers riescono a depauperare un vantaggio di 14 punti, cedendo di schianto nel finale anche grazie al solito grande Paul Pierce, vera e propria grande (e unica) icona del basket bostoniano.
Tra la mediocrità generale in contumacia Iverson (tanto per snocciolare una cifra, Glenn Big Dog Robinson 4 punti, con 2 su 11 dal campo), un fulmine sembra aver illuminato la Città dell' Amore Fraterno, con la superba prestazione del rookie da Creighton Kyle Korver, superbo tiratore piedi per terra ancora acerbo a questo livello di basket.
La sua prestazione sul parquet nemico è stata un percorso netto, 6 su 6 dal campo e 5 su 5 dalla lunetta, per 18 solidissimi punti che, nella pochezza attuale fa molto ben sperare.
Dopo due giorni si ritorna al Wachovia Center, luogo del misfatto qualche giorno prima, teatro di una grandissima prestazione di LeBron James che ha fatto entrare i Sixers nella storia dalla parte sbagliata, permettendo ai Cleveland Cavs di interrompere la striscia di sconfitte in trasferta che durava da 341 giorni, proprio in quel di Philadelphia.
Gli avversari di turno erano gli Orlando Magic, non esattamente quelli di Penny Hardaway e di Shaquille O' Neal del 94. Vittoria abbastanza agevole, un 95 a 73 che mette sugli scudi un Glenn Robinson da 22 punti con 10 su 20 dal campo, ma che allarga sempre di più il suo raggio di tiro, rinunciando ormai sistematicamente ad attaccare il ferro.
Ma se non attacchi il ferro o vai in post basso contro i Magic, probabilmente la squadra più sguarnita della Lega in front-line, che cosa fai contro i Lakers o gli Spurs, o anche solo con i Pistons? Lasciamo stare"
La partita contro Orlando è stata una semi-cicloturistica, i Sixers hanno avuto anche 28 punti di vantaggio, hanno tenuto Tracy McGrady a 8 su 25 al tiro per un totale di venti punti, hanno avuto il sempre solido Eric Snow con 14 punti e 14 assists, e ancora una volta si sono avvalsi di una grande prova dalla panchina di Kyle Korver, autore di 16 punti. Arriva Natale, si va in California.
Prima tappa lo Staples Center, quello però più abbordabile, quello bianco-rosso-blu dei Clippers. Più abbordabile sulla carta, il Wild Wild West infatti è assolutamente incomparabile al Poor Poor East. Morale: sconfitta 98-101 pur avendo sei giocatori in doppia cifra, Robinson 21, McKie 16, Snow 14 (e ancora 14 assists), Coleman 13, Thomas 10 (e 10 rimbalzi) e Dalembert 10.
Tutto ciò non basta contro un Q-Rich da 22, un Brand da 20 e un Maggette da 18, per una percentuale di squadra angelina dal campo del 48.7 per cento. Bell' inizio della trasferta all' Ovest. Che dire? Cosa fare? Chi pregare? Iverson, Iverson e Iverson.
E Billy King cosa dice?