Orange Bowl Preview

Chris Rix (16) e Brock Berlin: tra le due squadre c'è grandissimo rispetto.

Uno degli appuntamenti più attesi della stagione di College Football è sicuramente l'Orange Bowl, la celebre partita di Miami, giocata per la prima volta nel 1935: il vecchio Orange Bowl Stadium e, dal 1996, il Joe Robbie Stadium (Pro Player Stadium) hanno testimoniato memorabili incontri che saranno per sempre ricordati con affetto; per confermare il prestigio di questo evento è sufficiente ricordare i 15 titoli nazionali assegnati nell'Orange Bowl, record assoluto per la NCAA.

Il prossimo 1° gennaio andrà  in scena la settantesima edizione di questa storica partita (72esima se si considerano anche i due Palm Festival del 1933 e 1934), che presenterà  il classico derby tra Miami Hurricanes (#10) e Florida State Seminoles (#9), un accoppiamento gradito da ben pochi: Miami e Florida State si sfidano regolarmente ogni anno, ma soprattutto dalla prossima stagione saranno rivali di conference nella ACC; inoltre, è già  stato stabilito che le due formazioni si incontreranno nella prima partita del 2004, quindi un ulteriore scontro diretto sarebbe stato evitato volentieri, soprattutto dai due allenatori.

Purtroppo il Fiesta Bowl, che aveva un diritto di precedenza nelle scelte, ha selezionato Ohio State, obbligando gli organizzatori dell'Orange a preparare l'ennesima partita tra le due potenze della Florida; il sogno di presentare la rivincita del passato Fiesta Bowl tra Hurricanes e Buckeyes è purtroppo rimasto tale.

Andiamo ora ad analizzare brevemente il cammino delle due squadre durante la stagione 2003, cercando di evidenziare pregi e difetti; per questioni puramente personali, iniziamo la presentazione con Florida State, formazione di cui sono tifoso.

Il 2002 era stato piuttosto deludente per FSU che, nonostante il titolo della ACC, aveva compilato un bilancio di 9-5 (culminato con la netta sconfitta contro Georgia nel Sugar Bowl), sicuramente al di sotto degli standard degli anni '90; all'inizio di questa stagione, molti addetti ai lavori avevano addirittura previsto il successo di un'altra squadra nella ACC, ritenendo che i ragazzi di Bobby Bowden non avessero più la forza per dominare come in passato.

Invece, FSU ha mantenuto il controllo sul raggruppamento, aggiudicandosi l'ennesimo titolo e lasciando le briciole alle rivali; tuttavia, la stagione dei Seminoles deve essere analizzata attentamente, senza lasciarsi ingannare dai semplici risultati.

Dopo le prime cinque settimane, Florida State aveva ottenuto altrettante vittorie, guadagnando la quinta piazza nei ranking nazionale: alcuni osservatori avevano addirittura ipotizzato sogni di Sugar Bowl, nonostante i Seminoles non avessero ancora affrontato avversarie degne di nota; l'incontro contro Miami dell'11 ottobre avrebbe dato sicuramente delle informazioni importanti sul reale valore di FSU, che tra l'altro stava attraversando un ottimo periodo di forma.

Purtroppo, le speranze di successo si sono infrante miseramente, poiché Miami ha mantenuto l'inerzia della gara per l'intera durata della partita, vincendo molto più nettamente di quanto dica il 22-14 finale; indubbiamente la fitta pioggia caduta su Tallahassee si è rivelata un ostacolo maggiore per FSU rispetto che per Miami, tuttavia sarebbe sciocco non evidenziare la chiara superiorità  degli Hurricanes.

In seguito alla battuta d'arresto contro i rivali, Florida State ha raccolto tre vittorie consecutive, che sono valse il #3 nei ranking, ma è incredibilmente scivolata contro Clemson, mettendo in serio pericolo il titolo della ACC: la partita successiva contro North Carolina State, squadra che stava attraversando un ottimo periodo di forma, era in pratica la finale di conference ed avrebbe assegnato un posto tra le magnifiche otto della BCS; al termine di una battaglia prolungatasi fino al secondo OT, i Seminoles hanno raggiunto una sudatissima vittoria, che ha chiuso i conti nel raggruppamento.

15 giorni dopo, i Seminoles hanno terminato la stagione regolare, visitando gli odiatissimi Florida Gators in un incontro che, come al solito, ha avuto uno strascico di polemiche: FSU ha portato a casa un'incredibile vittoria 38-34, che ha esaltato i tifosi di Tallahassee e fatto disperare quelli di Gainesville, rabbiosi per alcune discutibili scelte arbitrali.

FSU, quindi, ha completato la prima stagione da 10 vittorie dal 2000, risultato che le è valso il #9 nei principali ranking nazionali: eppure, nonostante l'ottimo bilancio (senza dubbio, i tifosi avrebbero firmato per questo record), si potrebbe ancora recriminare per l'inopinata sconfitta contro Clemson, in cui i Seminoles hanno davvero giocato in maniera pessima; in caso di successo, Florida State avrebbe potuto rientrare nel ballottaggio per il Sugar Bowl.

Nel bene e nel male, il protagonista principale del 2003 è stato sicuramente il QB Chris Rix, che con il 57% di completi e 22 TD, ha disputato una buona stagione, nonostante il comportamento deficitario nelle due sconfitte: Rix è un buon regista, tuttavia non ha le abilità  per architettare una rimonta (a parte quella clamorosa contro Florida) e, se messo in difficoltà , tende a forzare e commettere errori. A parziale scusante di Rix è il deficitario gioco sulle corse dei Seminoles, infatti, il miglior RB della squadra è il senior Greg Jones, che in stagione ha collezionato appena 580 yards.

La difesa è comunque di ottima fattura, anche se non sempre ha convinto pienamente: le prime dieci partite avevano entusiasmato gli addetti ai lavori, ma le ultime due sono state piuttosto mediocri, in particolare quella contro NC State, che è riuscita a segnare 44 punti, conquistando oltre 500 yards.

Tuttavia, il reparto guidato dal defensive coordinator Mickey Andrews ha senza dubbio disputato una stagione soddisfacente, soprattutto se paragonata con quelle degli ultimi due anni: gli otto seniors hanno dato il loro contributo con estrema efficacia, distinguendosi in molte partite, in particolare il tackle Darnell Dockett, il linebacker Michael Boulware ed il defensive back Stanford Samuels.

Passiamo ora agli altri protagonisti dell'Orange Bowl, vale a dire i Miami Hurricanes, che dopo alcuni anni complessi trascorsi in probation, sono tornati in vetta al College Football; ovviamente il merito va dato al coach Larry Coker, che dal suo arrivo nel 2001, ha riportato in auge un glorioso programma che stava attraversando un difficile periodo: alla sua prima stagione sulla panchina degli Hurricanes, Coker ha conquistato il titolo nazionale, per poi raggiungere il BCS National Championship Game anche nel 2002.

Nonostante il roster fosse sicuramente inferiore rispetto alle passate annate, alla vigilia della nuova stagione regnava un certo ottimismo tra i tifosi degli Hurricanes: le sette vittorie iniziali avevano convinto sia allenatori, sia giornalisti, che avevano inserito Miami in seconda posizione nei rispettivi ranking, dietro la possente Oklahoma.

In verità , c'erano stati alcuni campanelli d'allarme (ad esempio il sudato successo contro West Virginia), ciononostante l'ottima prova contro i Seminoles sembrava avere spianato la strada verso il Sugar Bowl: invece, gli Hurricanes hanno iniziato il mese di novembre con due sconfitte consecutive contro Virginia Tech e Tennessee, le prime in regular season dal 2000, che hanno incrinato la fiducia di Miami; solo grazie ad un successo su Pittsburgh nell'ultima settimana, gli Hurricanes sono riusciti a conquistare il titolo della Big East e guadagnarsi un posto nei Bowl BCS.

Il compito di sostituire due colonne come il QB Ken Dorsey e il RB Willie McGahee non era sicuramente facile, ma purtroppo la loro assenza si è fatta sentire: in cabina di regia, Brock Berlin ha disputato una stagione piuttosto altalenante, come dimostrato dalle statistiche, che presentano più intercetti (15) che TD (12); anche il gioco sulle corse non è stato così dominante, infatti, le 850 yards di Jarrett Payton sono un risultato appena sufficiente.

Se l'attacco ha sofferto parecchio, la difesa invece si è mantenuta su alti livelli ed è stata la chiave per le 10 vittorie finali: l'MVP stagionale di squadra è stato senza dubbio il DB Sean Taylor, junior che dovrebbe essere una prima scelta nel prossimo draft NFL; Taylor, tra l'altro, è stato il grande protagonista della partita di regular season contro FSU, con 2 intercetti, di cui uno riportato in endzone. Nel reparto difensivo si sono distinti anche alcuni junior, come ad esempio il lineman Vince Wilfork e il defensive back Antrel Rolle, i quali dovrebbero rendersi eleggibili per il prossimo draft della NFL, quindi lasceranno il college anzitempo.

Dopo aver presentato le due squadre, è necessario cercare di prevedere lo svolgimento della partita: come abbiamo analizzato, nessuno dei due attacchi è veramente dominante, visto che i due QB, se messi sotto pressione, commettono diversi errori; di conseguenza non sarebbe sbagliato per entrambi gli allenatori, pensare a fermare prima di tutto il gioco avversario sulle corse, per poi obbligare i due registi a lanciare.

I due attacchi dovranno evitare i turnovers, che come al solito sono le chiavi di ogni partita decisiva: durante l'incontro dell'11 ottobre FSU è stata condannata principalmente dalle numerose palle perse, causate dalla difesa degli Hurricanes.

In chiusura di presentazione, è interessante presentare un aspetto molto importante delle sfide tra Florida State e Miami: nonostante esista una chiara rivalità , tra le due squadre e tifoserie è presente un grande rispetto reciproco; indubbiamente la formazione vincente ha il diritto di prendere in giro l'avversaria, tuttavia pochissime volte si esce fuori dalle righe, soprattutto tra i tifosi meno giovani.

Le due squadre, infatti, riconoscono sempre i meriti e i valori altrui, quindi una sconfitta è comunque accettata con sportività ; per i Seminoles, ad esempio, è molto più difficile da digerire un risultato negativo contro i Florida Gators, con cui invece esistono numerosi attriti, mentre un successo è celebrato per un'intera stagione.

Forse tra i tifosi di FSU più giovani ci sarebbe l'interesse di trasformare il rapporto con Miami in una vera e propria rivalità , soprattutto perché negli ultimi quattro anni i Seminoles hanno sempre perso contro gli Hurricanes; inoltre, va considerato che l'ingresso di Miami nella ACC potrebbe avere dei risvolti anche tra le tifoserie.

Curiosità  e statistiche:

– I Seminoles, avendo una posizione migliore nel ranking BCS, sono considerati squadra di casa, quindi indosseranno la maglia scura.

– Il bilancio complessivo della sfida tra FSU e Miami è favorevole agli Hurricanes, che hanno vinto 27 partite su 47: l'ultimo successo dei Seminoles risale al 1999.

– Nella sua carriera da allenatore, Bobby Bowden ha completato un bilancio di 17 vittorie, 5 sconfitte ed 1 pareggio nei bowl disputati; la percentuale di vittoria (76.1%) è la migliore di sempre nella NCAA.

– FSU si è qualificata per la quinta volta in sei anni ad un bowl della BCS, risultato unico nella NCAA.

– Escludendo la sconfitta contro Ohio State dello scorso anno, Miami ha vinto gli ultimi 5 bowl disputati.

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