Lettera a Babbo Natale

Maglia n°1 degli Orlando Magic, ma non è Tracy McGrady, ma bensì un Penny Hardaway d'annata

In una NBA sempre più in debito di talento ci sono una decina di giocatori che erano speranze o promesse di altissimo livello che per motivi diversi, non sono riusciti a portare a compimento quel processo di maturazione in cui credevano le squadre che li hanno scelti al momento del loro arrivo nel mondo dell'NBA. Sarebbe un bel regalo se Santa Claus con un semplice schiocco delle dita annullasse tutto il passato di questi 10 ragazzi, rendendoceli come sparavamo che fossero.

1) Michael Olowokandi : prima scelta assoluta del draft del 1998, considerato ormai da tutti, il più grande flop cestistico degli ultimi 20 anni, fu scelto dai Clippers in un draft che vide entrare nell'NBA gente del calibro di Pierce, Jamison, Carter, Nowitzki, Bibby, il che non fa che peggiorare le cose, la verità  però è che qualsiasi altra squadra avrebbe fatto la stessa scelta dei Clippers, prendendosi un rischio su un giocatore che a livello pratico, nonostante il giorno del draft avesse 23 anni compiuti (un anno più dei normali senior del college), era reduce da soli tre anni di basket giocato.

Tutti dicevano che poteva solo migliorare, che il suo processo di maturazione cestistica era solo all'inizio. Invece dopo un lustro abbondante di gioco i risultati sono sotto gli occhi di tutti, uno solo discreto squarcio di stagione nel finale del campionato 2001-02, e poi nulla. Molti davano la colpa all'ambiente bistrattato dei Clippers, ma dopo il trasferimento a Minnesota si è capito che quello era l'ultimo dei problemi.

Il problema è soprattutto mentale, in attacco sa il fatto suo (spesso però se lo scorda), in difesa è semplicemente irritante, poi ha un tasso di sopportazione per i piccoli infortuni con cui deve per forza convivere un atleta di alto livello come un professionista dell'NBA pari allo zero. Risultato una grande speranza si è trasformato in un grande problema, che alle soglie dei trenta anni sarà  difficile da risolvere.

2) Darius Miles : anche lui scelto dai Clippers (ma va !), nel 2000, e anche in questo caso i Clippers non fecero nulla di scandaloso, perchè il draft del 2000 è stato sicuramente il più povero dell'ultimo ventennio, e quindi scegliere un liceale al n° 3 ci stava eccome, anche perchè c'erano altre franchigie che avrebbero fatto salti mortali per averlo come i Magic e i Bulls, gli stessi Nets che sceglievano per primi, cambiarono idea in fondo confortati dalle condizioni di salute buone di Martin reduce da un brutto infortunio.

Miles per di più esordì con una stagione eccellente, vicina ai dieci punti di media, nonostante entrasse dalla panchina come riserva di Lamar Odom, lui e l'altro rookie Quentin Richardson erano la vera forza di quei Clippers, poi dalla sua seconda stagione qualcosa si è rotto, durante quella stagione le sue cifre non hanno prodotto miglioramenti sensibili, alla fine venne ceduto ai Cavaliers in cambio di Andre Miller, cosa che sembrava la sistemazione ideale per lui, invece nulla due anni incolori, adesso che è nella sua quarta stagione le cifre rimangono quelle della prima, cosa che per un ex liceale significa fallimento Ultimamente lo abbiamo visto scaldare tristemente la panchina più del dovuto a Cleveland, e addirittura sono arrivati i primi DNP della sua carriera.

Finirà  presto sul mercato ancora, perchè in estate è in scadenza di contratto, ma di quello splendido giocatore che tutti speravano diventasse, è rimasto solo un eccellente difensore (ci mancherebbe altro con quel fisico), con un tiro imbarazzante e una attitudine di gioco penosa. Però i suoi 22 anni, sono tutti dalla sua parte, se Cleveland lo lascerà  andare, sicuramente qualcuno che scommetterà  su di lui ci sarà .

3) Eddie Griffin : appena tagliato da Houston che nel 2001 per averla si era resa protagonista di uno degli scambi più scellerati dell'ultimo decennio, cedendo ai Nets Richard Jefferson, Jason Collins e Brendan Armstrong, affare che però al momento sembrava tutto dalla parte di Houston, perchè Griffin reduce da una stagione a Seton Hall, ad un mese dal draft era dato da tutti come la prima scelta assoluta, veniva paragonato come talento a Rasheed Wallace, solo che alla fine a Wallace è finito per assomigliargli per altre ragioni.

Atleta filiforme, alto sui 2,08, tutti dicevano che 10 chili in più sarebbe diventato dominante nell'NBA nel ruolo di ala grande. I suoi numeri del primo anno non erano ne carne ne pesce, anche perchè spesso veniva fatto giocare da ala piccola, poi i Rockets sono rimasti travolti dal ciclone Ming, lui sembrava l'uomo adatto per affiancarlo sotto le plance, ma i tanto attesi progressi non arrivano.

Finisce l'anno con l'amaro in bocca per Houston che non va ai playoff, arriva Van Gundy che di lui non ne vuole nemmeno sentire parlare, prima lo vuole mandare a Philadelphia per avere Eric Snow, poi a Boston con Mobley per il duo finito ai Cavs Eric Williams Tony Battie, lui risolve da buon cowboy il tutto facendo scappare un colpo dalla suo “colt” che per poco non colpisce la sua ragazza. Cominciano i problemi legali e finisco quelli con il basket. Nonostante tutto in molti ci scommetteranno sopra, a poche ore dal taglio ci sono molte squadre (Boston, Cleveland, Atlanta e Memphis su tutte) che potrebbero a presto offrirgli una chance perchè in fondo ha solo 21 anni.

4) Kwane Brown : altra primissima scelta, nel 2001 l'allora GM dei Washington Wizard, tale Michael Jordan decide che il giocatore più talentuoso dell'anno è lui, un primo anno imbarazzante, diventerà  la prima scelta con le cifre peggiori della storia, nella sua seconda stagione parte forte, ma i lampi durano meno di un mese, ritorno nell'anonimato, quest'anno nella stagione che dovrebbe segnare la sua consacrazione ha addirittura finito per perdere il posto in quintetto.

In teoria i suo numeri sono i migliori della sua carriera, ma una prima scelta che nel suo terzo anno non segna nemmeno 9 punti, non esiste proprio, tanto più che negli ultimi due anni altri due ex liceali come Amare Stoudamire e LeBron James, hanno definitivamente abbattuto a suon di canestri, rimbalzi e assist il muro di diffidenza verso il liceali da parte degli addetti ai lavori dell'NBA.

Rimane un grande enigma, costantemente paragonato agli altri due liceali scelti dai Bulls nel solito draft Eddy Curry e Tyson Chandler, solo che gli altri due qualche timido (molto timido) segnale di miglioramento lo hanno fatto vedere, lui purtroppo no, e questo è il motivo per cui probabilmente verrà  ceduto. Non ha difetto in particolare, a differenza ad esempio di Miles che non ha un tiro nemmeno decente, ma è un'insieme di cose che non convivono e che alla fine lo rendono un giocatore meno utile di mestieranti come Etan Thomas che gli ha rubato il posto. Probabilmente ha bisogno di un cambio di squadra, anche perchè Eddie Jordan non crede più in lui. Per ora rimane il più grande errore di Michale Jordan.

5) Caron Butler : Miami è una realtà  in netta crescita, dopo una pessima partenza nelle prime due settimane, gli Heat si sono ripresi e da allora viaggiano oltre il 50% di vittorie, grazie alle straordinarie prestazioni di Wade, purtroppo quella che era stata l'unica nota lieta della scorsa stagione Caron Butler, si sta un po' perdendo, anche per colpe non sue.

Innanzitutto è reduce da un infortunio, è appena rientrato e se fisicamente pare a posto, non riesce proprio trovare il feeling con il canestro. Poi il fatto di giocare in una squadra atipica come gli Heat attuali, dove in quintetto partono Grant da centro che però è un'ala grande, Odom da ala grande, che però è un'ala piccola e Wade che gioca da play nonostante al college giocasse addirittura da ala piccola, in tutto questo vortice tecnico, Butler gioca comunque nel suo ruolo naturale, ma probabilmente l'intesa con i compagni che stanno adattandosi al nuovo ruolo tarda ad arrivare.

Infine le presunte voci di mercato, che da tempo lo vogliono ai Cleveland Cavaliers (io fossi in lui li preferirei alla grande a Miami), insomma un'insieme di fattore che hanno fatto si che quello che doveva essere il principale terminale offensivo di Miami in questa stagione, navighi su cifre irrisorie come dimostrano i quasi 11 punti in meno a sera rispetto alla scorsa annata, passando da 15,4 punti a sera a 4,4. Sia chiaro la sua è una crisi provvisoria se ce ne è una, ma nel dubbio vogliamo sperare che torni alle sue cifre il prima possibile.

6) Nikoloz Tskitishvili : che gli Italiani siano un popolo che con dei soldi di mezzo si frega male si sa: Skita è il simbolo delle fregature tirate agli americani dagli europei. Qualcuno da noi in Italia conosceva Skita come giocatore? No nessuno era solamente famoso perchè gli Americani si interessavano a lui, alla Benetton hanno preso la palla al balzo, lo hanno messo sotto contratto con una sontuosa NBA Escape (ovviamente a carico di chi lo avrebbe scelto), poi lo hanno messo sotto le cure, soprattutto pubblicitarie di uno come l'attuale coach di Phoenix Mike D'Antoni, che in America aveva un po' di credito, il resto lo ha fatto Gherardini, altra persona molto stimata al di la dell'oceano.

Risultato dell'operazione il ballerino georgiano è stato scelto al numero 5 del draft 2002 praticamente a scatola chiusa, davanti a gente come il suo compagno Nenè, Amare Stoudamire e altri giocatori risultati al loro primo anno molto migliori di lui.

Il tutto nasce dal più grande equivoco dell'ultimo lustro, ossia il fatto che gli americani cercano in Europa gente sopra i 2,10 che sappia fare il centro, ormai rarità  in USA, mentre gli Europei continuano ad offrire all'NBA gente sopra i 2,10 che gioca da ala piccola, come Skita, Lampe e Carpakaba, è ovvio che nell'NBA di oggi quando giochi da ala piccola rischi di marcare gente come Carter, TMac, Kobe e Pierce, troppo più veloci di questi giraffoni, che magari tecnicamente non hanno nulla da invidiare a molti loro colleghi, ma atleticamente non li vedono nemmeno.

Il tutto però potrebbe non essere da buttare, infatti tanto per iniziare a giocare Nikoloz, dovrebbe aver dalla sua parte un po' di fiducia di chi lo allena, cosa mai successa a Denver fino ad ora, ecco perchè si parla di un suo trasferimento a breve dal “babbo” D'Antoni che potrebbe solo rivitalizzarlo. Di sicuro dovrà  per sempre convivere con il fatto che è stato scelto prima di Amare, e tutti sappiamo che gli attuali Nuggets con Amare sarebbero già  una potenza.

7) Stromile Swift : scelto al numero due del draft del 2000 un pò a sopresa dagli allora Vancouver Grizzlies, reduce da un paio di stagioni discrete a Louisiana State, Stomile è l'ennesimo animalone secco, che corre, salta stoppa, in un ruolo non ben definito tra ala grande e centro che non ha un minimo di movimenti in post basso. Dopo una stagione di esordio disastrosa ha fatto vedere dei timidi progressi stabilizzandosi nelle ultime due annate sui dieci punti, il problema è che è praticamente offerto a tutti sul mercato da un anno e mezzo a questa parte, senza però che nessuno si faccia avanti concretamente.

Lo stesso West ha detto che le speranze per lui di rimanere a Memphis dopo la prossima estate (quando sarà  Free Agents) sono poche, dunque è facilmente ipotizzabile una trade che lo coinvolga prima di febbraio. Giocatore difficile da definire, forse però andava provato di più, magari per un periodo in quintetto base, ma il duo “matusa” Jerry West Hubie Brown, da questo punto di vista non ci sente. Difficilmente esploderà  e diventerà  un fenomeno, però con quel fisico, un gran bel difensore con una decina di punti nelle mani ci può scappare.

8) Jonathan Bender : altro ex liceale dato ormai per disperso, classe 1981, arrivato ai Pacers nel 99, che per averlo sacrificarono Antonio Davis quando era al massimo delle sue possibilità , di lui si parlava come la prima guardia di oltre 2,10, indicandolo come sostituto di Reggie.

Si sapeva che all'inizio avrebbe faticato, anche perchè nella sua stagione di esordio i Pacers volarono fino alla finale, dove lui gioco qualche sprazzo di gara, ma poi non ha mai trovato il modo di esplodere per diversi motivi, il primo è che nel triennio di Isaih Thomas è stato quasi dimenticato dal suo coach, poi si è ritrovato nella squadra con la rotazione di ali migliore della lega, con Jermaine O'Neal, Al Harrington, Ron Artest e Austin Croshere, alla fine la sua miglior stagione è stata il 2001-2002.

Quest'anno con l'arrivo del nuovo coach Carlisle, e il ritorno di Larry Bird come GM che lo aveva fortemente voluto ai Pacers nel 99 sembrava arrivato il suo momento, infatti in alcuni estivi per lui si parlava addirittura di quintetto insieme a Jermaine e Al Harrington, invece è arrivato un brutto infortunio da cui non si vede la fine. Lo attendiamo con ansia, perchè un potenziale come il suo non ce l'hanno in molti.

9) Penny Hardaway : gli ultimi due sono quelli che ti fanno male al cuore. Penny Hardaway è uno di quei giocatori che se fossero stati assistiti dalla salute avrebbero scritto sicuramente pagine importanti di questa lega. Arriva nel 93 ad Orlando, dove per averlo la notte del draft cederono niente di meno che Webber che scelsero al numero 1 a Golden State che scelse Hardaway al numero 3, Orlando ricevette da quello scambio anche tre future prime scelte.

Hardaway si impose alla grande da subito, nel suo primo anno con Shaquille O'Neal (al suo secondo anno di NBA) regalò ai Magic i loro primi playoff della storia, l'anno successivo addirittura i due trascinarono i Magic in finale contro Houston, Shaq dominava sotto le plance, ma il gioco lo comandava lui, un playmaker di oltre due metri, con tiro sicurissimo prontissimo in penetrazione, insomma a 23 anni era uno dei primi 10 migliori giocatori della lega con margini di miglioramenti da paura, la sua terza stagione ad Orlando fu statisticamente la migliore con oltre 20 punti a sera e oltre 7 assist di media, poi Shaq abbandonò i Magic per andare ad LA, Penny condusse i Magic di nuovo ai playoff dove al primo turno praticamente da solo per poco non sconfigge i Pacers, con due partite oltre i 40 punti e un paio di tiri della vittoria.

Ma qualcosa si si incrinando, arrivano i problemi fisici, ad Orlando capiscono che è il momento di cederlo, finisce a Phoenix dove però in regia c'è Kidd e quindi deve adattarsi al nuovo ruolo di guardia, non proprio congeniale a lui, ma a quel punto il suo fisico non risponde più, le ginocchia cedono, l'ambiente non lo ama e un probabile fenomeno diventa un normale giocatore. Un vero peccato perchè l'Hardaway sano visto fino al 97 adesso sarebbe con ogni probabilità  uno dei primi cinque giocatori della lega, e con ogni probabilità  TMac ai Magic non avrebbe la maglia numero 1.

10) Rasheed Wallace : per capire bene che tipo di giocatore potrebbe essere Rasheed Wallace riprendo due righe del “collega” Michele Morandi, da un suo recente pezzo su Wallace : “Pur in un ruolo, quello di ala forte, dove il talento abbonda, Wallace potrebbe essere il migliore in assoluto.

Ha i movimenti spalle a canestro di Tim Duncan, sa essere devastante a rimbalzo come Kevin Garnett, tira da 3 come solo Dirk Nowitzki sa fare”, io ci aggiungo che ha delle doti di passatore potenzialmente migliori di Webber, insomma prendete il meglio delle migliori ali grandi della lega mettetelo insieme, e ovviamente ne viene fuori il miglior giocatore della lega. Ma allora vi chiederete dove è il problema ? Semplice in “soffitta” ossia la sua testa.

Infatti Rasheed sembra preso da tutto fuor che dal basket, una sua recente dichiarazione sui giovani neri che a suo dire l'NBA sfrutterebbe è quanto di più chiaro possa essere, infatti qualcosa di giusto nella sua morale c'è solo che i ragazzi neri sfruttati guadagnano montagne di milioni di dollari, lui per primo per “disinteressarsi” del basket ne guadagna oltre 17.

Per lui stravedono tutti, in teoria perchè allo stato pratico nonostante il suo immenso talento nessuno, lo vuole nonostante la volontà  di Portland di cederlo sia evidentissima. In questo però credo che forse qualcuno stia sbagliando perchè in una NBA dominata dalle regole salariali prendersi carico per un anno e mezzo al massimo di un talento del genere potrebbe essere un rischio da correre, soprattutto per qualche realtà  della Eastern Conference, come i miei Celtics, io sinceramente uno scambio alla pari con Antoine Walker lo avrei rischiato, nella peggiore delle ipotesi tra due estati avevo una montagna di spazio salariale libero.

Ripeto questo con la testa di Marco Van Basten (lo sportivo più intelligente che io ricordi), era il giocatore più dominante dell'ultimo decennio.

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