Georgia Tech, la sorpresa

La tenacia difensiva di B.J. Elder, un vero mastino

Alla partenza di questa stagione era opinione comune che gli Yellow Jackets di Georgia Tech fossero una discreta squadra magari una squadra che poteva fare capolino di tanto in tanto agli ultimi gradini della Top 25 ma nessuno degli affermati columnist di oltre oceano come Andy Katz o Stewart Mandel si aspettava un primo scorcio di stagione di tale qualità .

Obiettivamente i dubbi erano ben fondati e riguardavano soprattutto la pochezza che i ragazzi di coach Paul Hewitt mostravano sotto canestro; dopo le dipartite dei due freshmen dell'anno della ACC Chris Bosh, dichiaratosi al draft e che si sta comportando molto bene in quel di Toronto, e di Ed Nelson, in anno sabbatico in attesa di risbucare con la canotta degli Huskies di Connecticut, il materiale sotto le plance era veramente ridotto ai minimi termini e consisteva nel lungagnone australiano Luke Schenscher, reduce da una assai deludente annata da sophomore ma che adesso sembra estremamente migliorato con quasi 10 punti di media a partita, nel solido Theodoris Tarver, attualmente ai box per noie alle ginocchia, e del role player Robert Brooks che risponde con poco meno di quattro punti a gara.

Per ovviare a questa carenza l'ex assistente di Steve Lappas a Villanova è dovuto ricorrere ad alcuni audaci esperimenti come spostare in quintetto come power forward Anthony McHenry, ex play che può giocare quattro ruoli molto solido in post o affidarsi a Clarence Moore, fisico da ala piccola ma probabilmente il miglior rimbalzista pound for pound della squadra. Ma il vero punto di forza degli Yellow Jackets è composto dal back court che con l'aggiunta del transfer Will Bynum può contare su cinque giocatori come l'ex Arizona, Marvin Lewis, Bj Elder, Jarrett Jack e Ishma'il Muhammad perfettamente intecambiabili e che possono fornire il proprio solido contributo ogni sera.

La vera rivelazione di questo inizio di stagione è il playmaker Jarrett Jack, reduce da una stagione da freshman inferiore alle attese, ma fino ad ora senza alcuna ombra di dubbio miglior giocatore della ACC e sta lottando con Jameer Nelson di Saint Joseph's per il riconoscimento di migliore playmaker dell'intero panorama del college basket e le statistiche che parlano di 13 punti e quasi 8 assist ad incontro sembrano dimostrarlo a pieno.

Il suo compagno di reparto e miglior marcatore del team con più di 15 punti di media è la shooting guard BJ Elder, definito da coach Paul Hewitt: “Il miglior segreto del college basket” e che oltre ad essere un buonissimo realizzatore (anche da fuori) è il miglior difensore della squadra; a giostrare come ala piccola troviamo Isma'il Muhammad, atleta cinque stelle e miglioratissimo rispetto alla passata stagione come dimostra il riconoscimento come MVP al preseason NIT (coronato portando i propri compagni alla vittoria grazie a 22 punti e 6 rimbalzi contro i Connecticut Huskies, allora numeri 1 del ranking), nonostante le grandi doti da verticalista deve ancora sgrezzarsi parecchio in quanto a tecnica.

Come cambi per il back court dal pino escono Marvin Lewis, sesto uomo di lusso anche se coach Hewitt lo fa quasi sempre partire titolare al posto di Isma'il e giocatore dotato di un'eccellente bidimensionalità  dal momento che può segnare sia da fuori che costruendosi un tiro nel traffico e soprattutto Will Bynum, arcinoto transfer dai Wildcats di Arizona da dove si è trasferito non, come molti erroneamente pensavano per la mancanza di minuti, ma per stare più vicino alla madre gravemente malata di diabete. L'arrivo nel campus di Atlanta del ex protetto di Lute Olson apre per Paul Hewitt prospettive veramente interessanti: infatti il coach cresciuto nell'area new yorkese facendo giocare Will come play con ottimi istinti realizzativi, e dando in tal modo minuti di riposo a Jarrett Jack, grazie al buon ball handling ed alla capacità  di pompare l'azione può liberare completamente BJ Elder da compiti di portare palla lasciandoli unicamente l'opportunità  di essere il go to guy della squadra.

Nonostante la partenza a razzo con le dieci vittorie a fronte di nessuna sconfitta (fra le prede oltre a Connecticut dove registriamo le parole quasi di resa di Jim Calhoun “ci hanno distrutto sotto ogni punto di vista sia quello fisico che quello mentale”, possiamo annoverare anche Texas Tech e Ohio State) Paul Hewitt continui a predicare modestia: ” Questo è soltanto l'inizio del campionato non dobbiamo troppo esaltarci ma avere solide basi su cui costruire il nostro proseguio di stagione”, gli Yellow Jackets sembrano poter andare molto lontano ed ambire a qualcosa di importante ma come si dice in questi casi se sono rose fioriranno.

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