Dopo una giornata in viaggio, ecco come Kobe ha chiuso la gara con Denver
Dallas Mavs 110 @ Lakers 93
Lakers 108 @ Portland Trail Blazers 112
Denver Nuggets 99 @ Lakers 101
Phoenix Suns 101 @ Lakers 107
Il grande Gianni Brera ha in più occasioni sentenziato che la vita del giornalista, bravo o mediocre che fosse, era comunque una vita grama.
Per il maestro di tante generazioni di scribacchini, pre e post internet, il destino piuttosto ribaldo che attendeva il cronista quando si azzardava a formulare un qualsiasi pronostico, era quello di essere puntualmente smentito.
Fedeli a questo assioma, questo sì mai smentito, i Lakers questa settimana hanno deciso di regalare parecchio carbone ai tanti cronisti e osservatori che ne avevano già decretato l'infallibilità quasi papale con una settimana dura e che ha fatto scoprire loro per la prima volta in questo festoso ultimo scorcio di 2003, il vocabolo crisi.
Quattro partite giocate, due vinte due perse.
Fino a qui nulla di clamoroso, un bilancio se si guarda da lontano ancora accettabile, ma se si va a guardare con il supporto della lente di ingrandimento, ecco che si scopre che in ogni partita dei giallo viola, qualche magagna è toccata loro in sorte e che anche nelle serate positive la coperta, per la prima volta dalla sconfitta contro gli Spurs è sembrata pericolosamente corta.
Andiamo con ordine.
La serie non proprio nera, ma di un grigio plumbeo, dei Lakers è cominciata con la sfida che lo scorso anno nel aveva decretato una effimera rinascita.
Ospitando in casa i Dallas Mavericks, già sconfitti due volte in altrettanti confronti, i Lakers pensavano senza dubbio di poter allungare ancora la propria striscia di vittorie casalinghe.
In fondo Dallas potrebbe essere il prototipo della squadra adatta ad essere maltrattata dagli angelini: gruppo talentuosissimo, dedito all'ignoranza difensiva, estremamente dipendente dagli esiti del proprio tiro da fuori e privo di un centro, Bradley a parte, che possa riempire degnamente l'area.
Squadra atipica perciò. Ed è proprio su questa atipicità che la compagine di Marc Cuban e della famiglia Nelson ha fondato la sua rivincita sui rivali californiani.
In una serata di grande spolvero dei tiratori texani, Walker e Nowitzky, entrambi a quota 27 punti segnati con l'apporto non secondario di Steve Nash, i Mavs hanno disposto dei padroni di casa in modo relativamente facile facendo riscoprire a Bryant e soci una certa allergia ad attaccare la zona ed in particolare una mancanza di feeling con il canestro amico del numero 8.
Se a questi dati si aggiungono le espulsioni di Gary Payton, mai in gara, la brutta serata di Malone, anche lui piuttosto nervoso e un solo quarto giocato con un po' di rabbia agonistica (il secondo) ecco che la sconfitta diventa una casa piuttosto prevedibile nonostante i 25 punti con 14 rimbalzi di O'Neal e le buone prove venendo dalla panchina di Russel e Rush.
Nella gara successiva è arrivata la seconda sconfitta di fila. Un risultato che è bene dirlo, ci può sempre stare, soprattutto visti gli avversari e il terreno di gioco, ma che in questa settimana appare davvero un po' più sanguinosa del previsto.
Si parlava di talento e di atipicità come armi per scardinare la corazzata Lakers, ma allora chi meglio dei Blazers per mettere sotto i rivali della Pacific Division?
La partita è stata piuttosto bella, forse la migliore del lotto recente di gare per L.A. Il pubblico del Rose garden deve avere apprezzato il modo nel quale Fallace si è ricordato di essere ancora una grande star nonostante tanti altri pensieri incamerando 28 punti oppure il modo nel quale Bryant ha dimenticato i guai al tiro di 24 ore prima segnando 35 punti e forzando al pareggio i Lakers nel convulso finale.
Peccato per Kobe e per Shaq (22 per lui) che oltre a 'Sheed la serata abbia sorriso anche al compagno di merende Stoudamire, che ha chiuso la contesa con 25 punti all'attivo e due bombe nell'ultimo minuto.
I Lakers senza vittorie per la prima settimana dell'anno si sono rintanati nello Staples Center in attesa dei Nuggets, per riscattare il bilancio gramo dei giorni precedenti. La partita è stata bella e spettacolare.
La nota a margine più interessante della giornata però è venuta dall'agenda del numero 8 dei Lakers.
Il 19/12/2003 di Kobe ha previsto parecchio Colorado nei suoi impegni.
Sveglia presto, viaggetto di 1000 miglia per presenziare all'udienza di Eagle County, rientro in serata (forse pranzo al sacco), entrata a partita già cominciata, gara discreta ma obiettivamente un po' scollegata e lampo finale con un buzzer beater che ha dato la vittoria per 101 a 99 ai suoi.
Sì, la giornata di Bryant non è stata esattamente normale, ma la vittoria contro i Nuggets, probabilmente la nota più lieta nel panorama Ovest fra le squadre emergenti insieme a Memphis, ha rappresentato da un lato un campanello d'allarme, dall'altro una grossa ventata di sollievo e una prestazione di carattere che fa bene all'ambiente.
Per la cronaca da segnalare che l'aria Holliwoodiana ha fatto piuttosto bene a Carmelo Anthony, visto che il suo referto finale ha parlato di 24 punti con 5 rimbalzi e solo 2 palle perse.
Questa notte è andata in segna la quarta sfida in cartello, quella con i Suns dell'idolo italico D'Antoni.
La vittoria è arrivata senza enormi patemi, i Lakers hanno messo in campo una discreta prova corale, ma sono state due le note stonate della serata.
La fino ad oggi mancanza di infortuni è stata rimossa da una distorsione al ginocchio occorsa a Karl Malone dopo soli 5 minuti, mentre dal punti di vista tecnico i Lakers hanno evidenziato ancora una volta una certa incapacità di gestire vantaggi nel terzo e ultimo quarto.
Il meglio della settimana: al di là delle preoccupazioni che una vittoria sul filo di lana da sempre ad uno staff tecnico, questa settimana non è possibile non elogiare Kobe Bryant. Dopo avere praticamente bucato la partita con Dallas, la guardia angelina è sembrato punto sul vivo e ha messo in cantiere due gare folli ma appassionanti. Prima 35 punti in faccia a Portland, poi la pazza corsa per giocare contro Denver. Non c'è che dire, il numero 8 sta cercando di non far pesare i suoi guai giudiziari sulla squadra!
Il peggio della settimana: dopo tante settimane sugli scudi, questa volta Karl Malone ha vissuto un periodo davvero sfortunato. Nell'ultima partita il suo primo infortunio vero da molti anni a questa parte, ma prima di questo tre partite nervose, non disciplinate in particolare quella con Dallas, gara nella quale ha rischiato (e cercato) seriamente l'espulsione. Speriamo che la pausa (non troppo lunga) gli faccia bene, la sua esperienza, ormai è dimostrato è uno degli ingredienti più importanti della ricetta Lakers 2004.
E adesso? I Lakers ora avranno modo di festeggiare il Natale solamente fino al pomeriggio del 25. I ragazzi di coach Jackson dovranno scartare in fretta i doni per poi tuffarsi nella sfida contro i Rockets, seguita da quella contro Boston il 28. Dopo l'ultimo dell'anno si ricomincerà con quattro trasferte. I Lakers sono tornati sulla terra, vedremo come sarà il loro commino prossimo venturo.
Alla prossima" e BUON NATALE a tutti!