Big Dog è tornato, ma ora manca Iverson!
Ci voleva proprio l' ausilio di una squadra come i Sixers per coadiuvare i Cavaliers nell' interrompere la striscia di sconfitte in trasferta, striscia che durava dal 12 gennaio scorso, 341 giorni, 34 partite in cui la squadra del Mistake on the Lake è salita sul pullman per l' hotel o per l' aeroporto dopo aver segnato meno punti degli avversari.
Con tutto il rispetto per i Cleveland Cavaliers e per LeBron James (autore di una magistrale partita, 36 punti di cui 12 nel quarto quarto, 14 su 24 da due e 5 su 7 da tre, come lui si autodefinisce, una prova da vero "natural born leader"), i Philadelphia 76'ers di questi tempi sono una squadra disastrata. Allena Iverson deve essere veramente innamorato della Città dell' Amore Fraterno per aver firmato il prolungamento del contratto.
Mi sento di dirlo: QUESTA SQUADRA FA SCHIFO.
Lascio uscire la parte più biecamente tifosa che c'è in me, non quella perennemente contro gli avversari storici, ma quella continuamente critica nei confronti dei miei colori, alla "tifosi del primo anello arancio", tanto per intenderci. Iverson è quello che è, uno dei migliori della Lega.
Derrick Coleman ormai è un giocatore finito, un former-player, e lo è già da almeno cinque anni. Glenn Robinson non ha voglia di giocare, non ha voglia di sbattersi, non ha voglia di lottare, non ha voglia (e non l' ha mai avuta) di tirare fuori i coglioni, e per le caratteristiche fisiche che ha, la sua carriera è in rapidissimo declino.
Aaron McKie, ormai è ufficiale, in realtà è l' uomo che stentava a Portland, e non quello del Miglior Sesto Uomo dell' Anno del 2001. Eric Snow è un grande uomo, un grande competitore, uno che non si tira mai indietro e che si applica alla morte, ma non è capace di giocare. Dalembert, Salmons e Korver sono discreti giocatori, ma non ti possono fare vincere un anello come sesto, settimo e ottavo uomo della rotazione.
Kenny Thomas e Marc Jackson fanno la loro parte, trasudano intensità (un po' sorprendente per Jackson), prendono i rimbalzi e talvolta segnano, ma non basta. E in aggiunta a tutto questo, mai un furto al Draft, mai una piacevole sorpresa che ti faccia dire : "Oh, guarda chi abbiamo pescato, questo può veramente fare la differenza!".
Chiaramente le cose non stanno proprio così, la visione è volutamente un po' distorta, ma purtroppo non va troppo lontano dalla realtà , ai Sixers dovrebbe essere dato sempre un "senza voto" ogni volta che in campo manca The Answer, ma le partite sfortunatamente per loro si giocano lo stesso, e si perdono lo stesso. Sembra che ad ogni sconfitta di Philadelphia ci sia un giocatore avversario che fa cose strabilianti.
Nella L casalinga contro Utah, Kirilenko ha fornito una delle sue migliori prestazioni in carriera, con 30 punti, 14 rimbalzi, 4 stoppate e 4 palle recuperate, mentre nella sconfitta contro i Cavaliers il buon LeBron ha dominato in lungo e in largo. Il problema è comunque sempre difensivo, con o senza Iverson.
Larry Brown a Phila ha avuto migliaia di meriti, grazie a lui Iverson è maturato e la squadra è diventata vincente, ma sul mercato, in questi anni, di errori ne sono stati fatti non pochi, sia da Brown sia dal front-office. Lasciare andare via giocatori di grande intensità e attitudine difensiva come George Lynch, Matt Harpring (ora anche grande realizzatore offensivo) e Raja Bell (letteralmente trovato per caso ed ora titolare di una buona carriera Nba) è stato un grossolano errore ed ora, tenendo conto dell' effetto domino di tutti questi scambi, i Sixers ne stanno pagando le conseguenze nella propria metà campo.
Aspettiamo che ritorni Iverson, certo, altro non si può fare, ma intanto si approssima una trasferta all' Ovest, vediamo come "i capolisti della Atlantic" se la cavano.