La locandina del film con Shaquille O'Neal in primo piano
BASTA VINCERE
Titolo originale: Blue Chips
Anno: 1994
Genere: Commedia/Drammatico
Regista: William Friedkin
Attori: Nick Nolte, Mary McDonnell, J.T. Walsh, Ed O'Neill, Penny Hardaway, Shaquille O'Neal, Bob Cousy
“Si può scendere più in basso?”. Con queste ficcanti parole il film entra subito nel vivo con una sfuriata e conseguente strigliata di orecchie nello spogliatoio di una squadra di basket.
Pete Bell (Nick Nolte) è allenatore della Western University, squadra di college che non raggiunge buoni risultati da molto tempo. In passato l'università aveva vinto due campionati nazionali e ben otto tornei regionali, il programma si era sempre distinto per pulizia e correttezza.
Vic (Bob Cousy) è il direttore atletico, nonché confidente e amico di Bell e durante una loro chiacchierata emergono i due punti che non spingono Bell a giocare sporco e reclutare irregolarmente. Bell afferma che “Se non rispetto le regole e mi beccano potrei finire per non fare più l'allenatore” e conclude stucchevolmente dicendo qual'è il vero motivo che lo porta a non trasgredirle “Potrei farla franca”.
La stagione volge al termine e la prima partita raccontata nel film è un vero disastro con Bell che viene espulso perché in un momento di rabbia da' un calcio alla palla fino a scaraventarla in tribuna.
La formazione non sta attraversando un momento brillante sicché Bell deve mettersi in caccia di elementi validi per il futuro. Li trova ma per ingaggiarli viola le leggi dell'etica interne dell'NCAA, rischiando oltretutto di essere punito civilmente e penalmente.
Happy (J.T. Walsh) un ex studente molto ricco e socio dell'ateneo è una figura sporca e convince Bell a reclutare giocatori promettendo loro regali e soldi, manovre vietate dal regolamento NCAA. Vengono ingaggiati tre giocatori ai quali sono promessi ponti d'oro e soldi facili.
Butch (Penny Hardaway) è una vera e propria stella delle scuole superiori, chiede una casa ed un lavoro per sua madre. Un giocatore di French Lick, Ricky Roe (Matt Nover) (città che ha dato i natali a Larry Bird, il quale fa da comparsa mentre tira a canestro su un campetto locale) chiede dei soldi in contanti e un trattore per suo padre.
Nel frattempo Nolte aveva reclutato anche Neon (Shaquille O'Neal), un giocatore molto grezzo e lontano dai riflettori del grande pubblico che però non aveva voluto nulla in cambio; i soci del college gli regalano lo stesso una macchina sportiva. Neon finge di essere un analfabeta, non passa l'esame d'ammissione al college, va a ripetizione dalla moglie del coach ma poco dopo, spinto anche da una scommessa fatta con Bell, si rivela essere un ottimo studente, gabbando un po' tutti.
La squadra vince molte partite, Butch è scontento e se ne vuole andare ma non può perchè la madre perderebbe il lavoro e la casa.
Nel frattempo Bell scopre che un giocatore della propria squadra, Tony (Anthony C. Hall), aveva pilotato il punteggio di una partita in passato. Al tempo si era alzato un vero polverone ma le accuse non avevano trovato riscontro e lo scandalo delle partite truccate era finito nel dimenticatoto.
Degne di nota alcune comparsate quali quelle di Dick Vitale nei panni di sé stesso, Rick Pitino, Bobby Knight, Jerry Tarkanian e Jim Boeheim che nella finzione allenano le squadre reali, quindi interpretano sé stessi. Nella squadra dei Dolphins, allenata da Bell, spiccano oltre ai già citati Penny Hardaway e Shaquille O'Neal, anche Mitchell Butler (ex Portland Trail Blazers) e Richard Petruska (ex Atlanta Hawks).
Tutto il film è imperniato anche sulle vicende di Bell con la ex moglie Jenny (Mary McDonnell), il rapporto tra loro è tormentato e proprio la passione dell'allenatore per il basket che sfocia nel fanatismo puro, allontana i due. Vivono separati e hanno alle spalle due divorzi ma tra loro c'è ancora del tenero, tuttavia Bell le mente a proposito del reclutamento dei giocatori e le bugie da lui raccontate incrinano irrimediabilmente il legame.
Ad un certo punto Nolte non ce la fa più a vincere in modo sporco e convoca una conferenza stampa dopo una partita, dichiara che ci sono state delle irregolarità e si ritira dalla professione. Il film si conclude con Nolte che si reca su un playground locale dove stanno giocando dei bambini e li aiuta nei vari fondamentali, ritornando così alla purezza originaria del gioco.
“Ho sempre voluto sorprendere il pubblico e l'ho fatto sorprendendo, in qualche modo, l'obiettivo della macchina da presa che è in fondo il primo spettatore del film”. William Friedkin è un cineasta straordinario, autore di due pellicole memorabili quali “Il braccio violento della legge” ma soprattutto”L'esorcista”.
Il regista è molto efficace nel raccontare visivamente le fasi di gioco del basket, i tempi dell' Esorcista sono, purtroppo per lui, sempre più lontani anche se il “prodotto” finale risulta piacevole e un manifesto sincero contro le reali frodi sportive in seno all'NCAA.
Il film ha grinta pura, ha mordente, denuncia il mondo delle scommesse e delle irregolarità sportive inoltre Nolte si cala perfettamente nella parte, è tormentato per quello che sta facendo e si lascia trasportare dagli eventi, affrontandoli di petto e con coscienza solo nel finale.
Il titolo in italiano non è certamente una traduzione fedele all'originale ma è efficace e immediato tuttavia ci sono alcuni spunti particolari e indiscrezioni.
Tra le curiosità , un errore grossolano; alla fine del film, durante la partita decisiva, il commentatore del palazzetto dice che gli Indiana sostituiscono il numero 20 Greg Graham con il numero 40 Calbert Cheaney. Non è assolutamente vero perchè subito dopo l'annuncio, la scena che si presenta è quella del numero 20 Greg Graham che marca un giocatore della squadra avversaria e intanto Calbert Cheaney rimane in campo, di conseguenza la squadra di Bob Knight sarebbe in campo in sei, cosa impossibile.
Western University è un nome immaginario ma molto probabilmente, anche se non si hanno prove certe, l'ateneo in questione è la reale UCLA che in passato si era macchiata di vere o presunte azioni illecite. Oltretutto l'appellativo Western è un chiaro riferimento alla collocazione geografica di UCLA, nella costa Ovest.