Kwame Brown avrebbe tutto per fare bene, ma la testa pare proprio di no…
Chissà se da quando al draft di 2 anni fa Michael Jordan ha scelto Kwame Brown qualcuno abbia capito cosa ci sia nella testa del primo liceale draftato con il pick numero 1" quello che è certo è che forse neanche lui sappia perché un giorno sembra poter diventare il padrone dell' area pitturata del MCI Center mentre il giorno dopo non ha nemmeno voglia di alzarsi dal letto la mattina.
Non sa nemmeno lui perché un giorno dichiara: "Io non posso giocare con i giocatori che entrano dalla panchina, non sono adatto a quel tipo di gioco, non sono un role player" e il giorno dopo invece se ne viene fuori tutto sorridente e gioioso con: "Sono soddisfatto di questo mio utilizzo, entrando in corso d' opera con la seconda unità sono più tranquillo, so che comunque la palla verrà a me e sono maggiormente responsabilizzato in attacco"" questo è, signori, Kwame Brown!!
A monte di questo discorso c'è la strategia "bench-to-the-butt-to-the-brain" ideata da Eddie Jordan che italianizzata diventa "visto che in quintetto fai schifo adesso ti siedi". L' anno scorso l' ex liceale aveva impiegato 16 partite prima di perdere il quintetto, quest' anno ha allungato di 2 match, ma il discorso di fondo è sempre quello: lo sconforto nel vederlo non giocare aveva consumato la pazienza del coach.
Quello che invece è cambiato rispetto alla stagione scorsa è stata la reazione a questa decisione, non sapremo mai come vadano ripartiti i meriti tra un Quami più maturo o un Jordan più psicologo e più player-coach del suo predecessore, fatto sta che dalla bocciatura dello starting five sono arrivate tre prestazioni molto promettenti contro Milwaukee, Indiana e Orlando che lo hanno visto viaggiare sui 18 punti con il 66% dal campo e con il suo season-high di 14 rimbalzi contro Orlando (vabbè" non è un test provante per un lungo ma fanno comunque morale e sono indice di presenza importante).
Certo che tre partite non possono essere del tutto indicative su un cambio di rotta, però è significativo come ci sia stata reazione alla decisione di panchinarlo e di come stavolta non si siano svolti drammi all' interno della sua testa… e quando tutto sembra iniziare ad andare per il verso giusto eccolo risprofondare nell' anonimato con due match (quelli contro Minnie e Knicks) che lo vedono evoluire in prestazioni grigie con 1/4 e 1/5 dal campo, beh… ci vuole pazienza, molta pazienza per evitare di aggiungerlo all' elenco che per il momento comprende Ben Wallace, Rasheed Wallace e Chris Webber e per evitare che percorra la strada percorsa da altri due illustri high-schooler come Jermaine O' Neal e Tracy McGrady….non rischiare cioè di tradarlo per far raccogliere ad altri il lavoro fatto fino ad ora.
5 partite prima che Brown perdesse il suo posto nei primi 5, era toccato a Brendan Haywood: il prodotto di North Carolina, fortemente voluto da MJ, continua il suo lento vivere nei Washington Wizards, anche per lui è la terza stagione tra i pro ed in tre anni non c'è stato un barlume di miglioramento, spiace essere così duri ma le cifre parlano chiaro e se per Kwame ci possono essere tutte le attenuanti del caso, per Brendan non si vede ancora l' inizio dell'ascesa.
Si parlava di cifre: 5,1 (primo anno), 6,2 (secondo anno), 4,9 (terzo anno) sono la media punti nei tre anni, 5,2 (primo anno), 5 (secondo anno), 4,7 (terzo anno) sono i rimbalzi, e dopo aver viaggiato nelle prime 2 stagione con il 50% dal campo ora tira con un magro 42% il tutto condito da un minutaggio che non può che diminuire (solo 16 minuti in campo per lui) visto il poco impatto sulla partita in entrambi i lati del campo.
Le cifre impietose quindi non lasciano molta speranza se a questo si aggiunge anche il fatto che pure lui non è che sia dotato di grandissimo carattere" viene da sé il pessimismo; eppure il pacchetto di lunghi di Washington non è che sia così proibitivo e bloccante, tanto che ora nello starting five partono Etan Thomas e Christian Laettner o Jared Jeffries.
Lo stravolgimento della rotazione attuato da coach Jordan trova radici nel far fronte ai grandi infortunati dei Maghi Stackhouse e Arenas la cui assenza ha indebolito e di molto il potenziale offensivo della squadra: il problema dal di fuori è che non c'è per nulla chiarezza sui piani di recupero e mentre per Jerry magari nel weekend ne sapremo di più (è in programma una visita al medico che lo ha operato a New York), per Gilbert invece lo staff ha commesso un errore degno del miglior Alfano, è stato fatto rientrare in fretta e furia solo dopo un allenamento sostenuto con la squadra per rischiarlo (chissà perchè poi??) contro i Wolves, risultato partita incolore condita da molte perse e il riacuttizarsi del dolore non ancora guarito che lo hanno rispedito diritto in injured list!!
Il loro posto in quintetto è stato preso da Hayes (e questo si sapeva sin dall' inizio") e da Steve Blake: il ragazzo "di casa" ha mantenuto le aspettative che il coaching staff aveva intravisto in preseason facendo addirittura dichiarare giorni fa a Jordan: "È il giocatore che più si avvicina ad Arenas, finchè Gilbert starà fuori sarà lui il play titolare", la sua intensità difensiva e la sua capacità di passare la palla lo hanno portato in quintetto sopravanzando nel ruolo Whitney e Knight.
Comunque al di là della bontà dei sostituti è chiaro che stando così le cose di vittorie ne arriveranno poche e le poche che arriveranno saranno una manna dal cielo, le difficoltà offensive sono molto evidenti tanto che spesso si fa fatica a superare gli 80 punti, il record di 7-14 non è un granchè, ma se si tiene botta fino a quando torneranno a pieno ritmo gli infortunati illustri (senza rischiarli a caso…) magari si potrà recuperare il terreno perduto, d' altronde all' Est tutto è possibile!!