Jermaine O'Neal, il perno intorno al quale ruotano le fortune dei Pacers
Il fatto che i Pacers siano una squadra da rispettare è sotto gli occhi di tutti. Ma in che modo potranno Miller e compagni contenere lo strapotere delle rivali della Western Conference?
Innanzitutto va specificato che, attualmente, nessuna franchigia può seriamente competere con la corazzata Lakers; detto questo, le altre avversarie sono sì forti ma non invincibili e Indiana, in una ipotetica sfida al meglio delle sette partite, potrebbe sicuramente giocarsela fino in fondo con, tanto per fare qualche nome, Dallas o Sacramento, incontrando forse maggiori difficoltà al cospetto dei San Antonio Spurs, squadra non "dinastica (vedi L.A.)" ma pur sempre attrezzata per competere ai massimi livelli.
Bisognerà vedere se i ragazzi di coach Carlisle riusciranno a mantenere alti il ritmo di gioco e la concentrazione per tutto l'arco della stagione ma allo stato attuale delle cose la loro superiorità rispetto al resto dei contendenti sulla sponda atlantica è evidente. La classifica non mente e i Pacers possono guardare tutti dall'alto.
Secondo alcuni addetti ai lavori il potenziale di Indiana è lungi dall'essere stato rivelato nella sua interezza e tra qualche mese la squadra potrebbe aver raggiunto una forza ed una competitività maggiori, chiudendo finalmente il cerchio delle ultime tre stagioni, caratterizzate da delusioni e poco altro.
In questo scorcio di stagione uno degli atleti saliti alla ribalta è stato sicuramente Ron Artest, la cui aggressività in fase difensiva è andata di pari passo con una rinnovata propensione nelle azioni di attacco e proprio tale mix ha permesso al giocatore di conquistare il cuore dei tifosi ed ottenere anche qualche riconoscimento personale, come il titolo di Player of the Week della Eastern Conference ad inizio novembre.
"Voglio dimostrare tutto il mio potenziale - ha detto di recente Ron - e voglio scoprire dove io e la squadra possiamo arrivare. Quando la mia carriera sarà finita, potrò tornare a sporcarmi le mani giocando nei playgrounds, adesso invece io e il mio team abbiamo in mente di vincere il titolo".
Insomma, se in passato il comportamento di Artest aveva provocato più di un imbarazzo, oltre a diverse giornate di sospensione per "bad on court behaviour", adesso sembra che tutte le energie di cui è dotato vengano impiegate per il bene di Indiana, con buona pace dei suoi detrattori.
Dice di lui Jermaine O'Neal: "Ha un grande merito per quanto riguarda i risultati che stiamo ottenendo e una delle sue doti è la pazienza. Sa quando deve tirare, si prende i tiri che vuole ma senza esagerare".
Se Jermaine O'Neal e Ron Artest sono il presente e il futuro dei Pacers, Reggie Miller è, per usare un termine preso a prestito dallo sport nostrano, la bandiera della franchigia e merita ancora oggi, a 38 anni, il rispetto di tutti, compagni ed avversari.
"Non vorrei esaltarmi troppo per l'avvio di stagione. L'anno scorso eravamo partiti bene e poi sapete come è andata a finire. Ma c'è una differenza rispetto al passato. Abbiamo una maturità mai raggiunta prima e ciò e importante per ottenere grandi risultati."
"In quanto a Jermaine, beh, lui è stato l'elemento portante del team negli ultimi 3 anni. E' un All Star, l'ala grande dell'Est!".
I 10.6 punti di media realizzati da Hollywood Miller rappresentano il minimo in carriera per il campione di Indianapolis, ma la sua sola presenza in campo è garanzia di tranquillità per i compagni ed una costante preoccupazione per chi si ritrova a dover incrociare il numero 31 sul parquet.
Primi nella Eastern Conference ma ancora non in grado di spadroneggiare ad Ovest. Potrebbe sembrare una follia anche solo ipotizzare che il gruppo sapientemente plasmato da Carlisle (ottimo il suo lavoro a Detroit) possa giocarsi alla pari un'eventuale finale ma l'annata e ancora lunga e bisognerà vedere se la condizione fisica dei gialloviola sarà quella di adesso anche in primavera, quando il gioco si farà davvero duro.
Intanto, loro, i Pacers, non hanno intenzione di fermarsi e il nuovo allenatore sembra che abbia già ottenuto l'approvazione del veterano del gruppo: "Ci sa fare perché capisce chi è in forma e chi no. Inoltre si dimostra molto paziente, in particolare con i più giovani e lavora molto con loro".
C'è spazio anche per una battuta sul futuro: "Finché mi raddoppieranno e fino a quando continueranno a marcarmi stretto, strattonandomi, sarà sempre Miller Time!".
Stay tuned!