No, lei non gioca ma è l'unico volto felice dei Rockets di oggi!
Utah@Houston 101-107 (OT)
Houston@New Orleans 83-74
Detroit@Houston 80-86
Portland@Houston 91-93
San Antonio@Houston 71-67
Houston@San Antonio 73-86
Pensate, ero già a pronto ad aprire l'articolo con elogi a caratteri cubitali per le 4 W ottenute nei giorni scorsi quando, dopo aver dato un'occhiata al calendario, mi resi conto che Duncan aspettava al varco gli uomini di Van Gundy. Sperando in un'inversione di tendenza, aspettai trepidante l'esito delle due partite e, al termine delle stesse, non potei fare altri che constatare i limiti di questi Rockets.
La conferma dei timori già maturati nelle scorse settimane si è avuta al termine delle due sfide contro i San Antonio Spurs, disputate giovedì e sabato. I 141 miseri punti raggranellati dalla squadra di Van Gundy rappresentano senza ombra di dubbio la prova che qualcosa non funziona e se l'arancia fa fatica a circolare tra le mani di Yao e compagni, se la retina avversaria non viene smossa dal peso del pallone, allora lo spettro della quinta stagione senza playoffs ha tutto il diritto di far capolino tra le mura del Toyota Center, mentre sempre più tifosi chiedono a gran voce la testa dei colpevoli (e Steve Franchisenon è di certo in cima alle attuali simpatie di chi paga il biglietto sperando di assistere ad uno spettacolo quantomeno decente).Le quattro vittorie di fila ottenute, va ricordato, contro Utah, New Orlenas, Detroit, Portland avevano forse illuso tutto l'ambiente ma il doppio passo falso di cui sopra riporta a galla tutti i problemi che fin dall'inizio della stagione erano stati riproposti più volte dalla stampa del Texas.
"Non siamo una squadra forte dal punto di vista mentale, sia in difesa che in attacco", ha sentenziato senza peli sulla lingua l'ala Jim Jackson.
"Se vogliamo fare il salto di qualità dobbiamo dare un'occhiata al libro dei Lakers o degli Spurs. Anche quando devono lottare sanno sempre cosa va fatto".
"Non è un segreto il fatto che non stiamo giocando bene in attacco - dice Maurice Taylor - non abbiamo fiducia nel nostro sistema di gioco e non riusciamo a rendere le cose semplici. Non otteniamo nulla in transizione e non riusciamo a crearci canestri facili". Gli 8 (si, avete letto bene, otto!!) punti segnati nel primo quarto al cospetto di San Antonio rappresentano un inquietante segnale d'allarme e a questo punto non c'è più tempo per perdersi in esperimenti inutili: è arrivato il momento di dare uno scossone alla propria stagione o gettare alle ortiche l'ennesima occasione per rientrare nel giro che conta.
"Dobbiamo ricostruire le fondamenta del nostro team" - è il parere di Van Gundy ma chissà se il cantiere dei Razzi riuscirà a completare i lavori in tempo utile per non perdere la coincidenza con il treno che porta alla postseason.
Insomma, non c'è pace per la franchigia texana e la voglia di riscatto fa spesso a pugni con l'incapacità di trasformare i buoni propositi in vittorie. L'assenza di una vero leader (no, non è Francis) comincia a farsi sentire e tutta l'impalcatura messa in piedi dallo staff tecnico rischia ogni volta di crollare, a causa di palle perse che non dovrebbero, scusate il gioco di parole, essere perse, manovra offensive che fanno venire il latte alle ginocchia, e via dicendo.
Ciò che invece non manca mai, anche in momenti poco allegri come questi, è la grande organizzazione a livello di public relations che regge in piedi il fenomeno Rockets: si guarda già alla prossima gara contro i Timberwolves di KG e tutti gli aficionados sono invitati al Rockets Viewing Party, che si terrà martedì 16 dicembre alla Tavern on Gray. Ai clienti verrà offerta la possibilità di guardare l'incontro, partecipare a giochi e vincere qualche premio, in compagnia, e scusate se è poco, delle Power Dancers (vedi foto a margine); inutile dire che cibo e bevande a volontà riscalderanno i cuori dei più irriducibili, Garnett e Cassell permettendo"
Stay tuned!