Tmac non riesce proprio a far vincere i suoi Magic, che intanto hanno scaricato Doc Rivers
Come sempre nel mondo sportivo appena qualcosa non quadra, il primo a rimetterci è l'allenatore, infatti tre panchine sono già saltate nell'NBA e se l'esonero di Bill Cartwright era preventivabile prima dell'inizio dell stagione, quello dell'ex coach dell'anno Rivers era un po meno atteso, come quello di Frank Johnson a Phoenix, autore di un'ultima stagione molto positiva grazie all'energia portata da Amare Stoudamire.
I Bulls, squadra ormai in fermento da più di un lustro, ovvero da quando Jordan lasciò a sedere in terra Bryon Russel a Salt Lake City, hanno affidato il loro tatno talento ad uno degli uomini più duri dell'intero panorama dei Coach, quello Scott Skiles, odiato addirittura da Jason Kidd. Skiles è un allenatore totalmente all'opposto di Bill Cartwright, Bill era uno dalla parte dei giocatori, ma probabilmente essere dalla parte di ragazzi di poco più di venti anni che però devono capire quasi tutto dell'NBA per ora non aveva pagato, quindi ecco che Paxons, affida i suoi tanti gioielli in erba ad uno a cui le ragioni da ragazzini dei vari Chandler, Curry e company, non interessano minimamente.
Il cambiamento è stato completato spedendo l'indesiderato Jalen Rose a Toronto insieme la promettente Lonny Baxter e a Marshall, in cambio dell'ottima coppia di lunghi Antonio Davis – Jerome Williams e dell'inutilizzato da sempre Chris Jeffries.
I Bulls con questo scambio affiancano al duo mai esploso Tyson Chandler e Eddy Curry un giocatore capace di insegnargli “a stare al mondo”, prevedibile una rotazione a tre con Davis che parte dalla panchina cambiandoli entrambi, il problema è però che sia Chandler e Curry, quando giocano senza l'altro in campo sembrano dei fenomeni, ma insieme in tre anni non sono riusciti a mettere insieme 10 minuti di basket decente, quindi il ruolo di Davis, ma anche del cagnaccio Williams sarà soprattutto quello di insegnare ai ragazzi a convivere cestisticamente.
A tal proposito è intervenuto anche l'ex storico GM Krause, affermando che la cessione di Brand ai Clippers per Chandler è stato un mezzo disastro, non tanto per il potenziale talento di Tyson, quanto perchè sia lui che il coach credevano che non ci sarebbero stati problemi a far crescere due lunghi contemporaneamente. Invece non è stato così, e se Curry fosse stato affiancato a Brand per tre anni i Bulls si ritroverebbero senza dubbio la coppia di lunghi più forti dell'est, peraltro entrambi bravissimi a giocare spalle a canestro. Insomma nel 2001 il nostro bravo Krause fu colpito anche lui dalla smania di giugno da draft.
Il mercato però a detta di tutti non è sicuramente chiuso, perchè in molti danno per scontata la cessione entro marzo di Jamal Crawford, irrequieto ragazzo, ma anche l'unico vero attaccante del roster dei Bulls, solo che di lui come playmaker non si fidano e vuoi perchè Hinrich sta crescendo davvero nel ruolo, vuoi perchè arrivano notizie sempre più confortanti sul recupero di Jay Williams, ecco che alla fine Crawford sarà ceduto prima di febbraio anche perchè essendo in scadenza si rischierebbe molto di più portando sotto contratto fino a giugno.
Per chiudere il discorso dei Bulls, mi piace evidenziare una cosa che rende bene l'idea di quale sia l'ambiente a Chicago e soprattutto delle poche certezze che hanno: lo scorso anno Jay Williams disputò una stagione senz'altro sotto le attese, lo gettarono nella mischia da subito creandogli intorno un dualismo stupido con Crawford, poi in gennaio si infortunò, da allora senza che il suo rendimento ne crescesse ne diminuisse, fu tolto dal quintetto e distrutto psicologicamente perchè sembrava che Crawford fosse davvero il loro play del futuro, mentre Crawford fino ala trade line di febbraio veniva sostanzialmente offerto a tutti.
Il buon finale di stagione di Crawford però non servì a lui per avere fiducia completa, perchè quando Williams si infortunò in moto ecco che i Bulls al draft scelgono un'altro playmaker, la posizione di Crawford vacilla, per ora è in quintetto, ma Kirk preme, Paxons lo vuole cedere, perchè in questo momento i Bulls credono fortemente che il loro futuro regista sia Jay Williams. Lo so il discorso è un po contorto, ma la realtà e che i Bulls su un ruolo chiave come quello della regia cambiano idea una volta al giorno arrivando addirittura a giustificare una stagione disastrosa, con la mancanza di Williams, giocatore che lo scorso anno fu quasi escluso dalla rotazione. Sarà ma credo che i problemi del post Jordan siano lontani dalla risoluzione.
Passiamo ai Magic, autori di un'inizio di stagione che definire disastroso è un complimento, magari tutto sta andando storto, però è opinione comune che tutti i problemi in sospeso sono venuti a galla contemporaneamente, e in tutto ciò credo che Doc Rivers da poco silurato a favore dell'ex Coach dei Sixer Johnny Davis, avesse colpe marginali.
Infatti dopo una decina di giorni di silenzio Rivers ha rilasciato dichiarazioni sulla situazione dei Magic: secondo lui il motivo del suo esonero non è tanto il pessimo inizio, quanto la sconfitta nei playoff di maggio contro Detroit, infatti Rivers ha ammesso che il GM Gabriel volesse già licenziarlo allora, solo che si sarebbe messo contro tutto lo spogliatoio.
Sulla cessione di Darrell Armstrong Rivers ha ammesso di aver deciso lui, cedendo a malicuore il giocatore a cui era più legato per responsabilizzare di più Tracy McGrady, facendolo diventare il leader assoluto dei Magic, cosa per ora non riuscita, Rivers stesso ha ammesso di aver sottovalutato il problema del playmaker, infatti credeva che Gaines si adattasse molto meglio al ruolo, invece Gaines che a Louisville giocava da guardia, a poco a vedere con la cabina di regia, l'unica alternativa a roster è Tyronne Lue, solo che lui tirerebbe una volta al secondo, e quindi non è di molto aiuto ai compagni, alla fine è stato messo sotto contratto Rod Strickland che a Orlando si è presentato con la massima umiltà chiedendo subito il n°1 sulla maglia (quello di McGrady), come se nulla fosse.
Infine Rivers ha detto che lui non voleva per nulla Howard, che è un grande giocatore, ma finisce solo per pesatre i piedi a Gooden, che ha già i suoi bravi problemi in difesa, ma lo scambio che probabilmente ha cambiato faccia ai Magic è stata la cessione di Mike Miller, che ha rotto un equilibrio di spogliatoio che forse era la sua forza.
Ma cosa fare adesso per raddrizzare la stagione di Orlando ? Intanto TMac ha chiesto rinforzi da subito, perchè nel 2005 sarà FA ed ha ventilato senza mezzi termini la possibilità di partire, quindi se Gabriel si mette sul mercato è possibile che la prima scelta del prossimo draft (che rischia di essere la prima) sia la contropartita per arrivare a qualche giocatore di grido, magari scontento della realtà in cui gioca. In estate poi si cercherà qualcosa nel mercato dei Free Agents, qualcuno sussurra che con l'arrivo di Bonzi a Memphis il ritorno di Mike Miller sia cosa fatta, ma quello che serve davvero è un playmaker vero.
Anche Phoenix dopo un inizio incerto, hanno pensato bene di procedere all'esonero dell'allenatore, il nostro Mike D'Antoni prende il suo posto. La situazione a Phoenix è ovviamente molto diversa da quella di Magic e Bulls, perchè prendere un mese incerto ad est non ti compromette molto, lasciandoti comunque la possibilità di risollevarti, ad Ovest la faccenda è diversa, e un record sul 40% ti mette in fondo alla tua division. Difficile capire cosa cambierà tra Johson e D'Antoni, di sicuro gli infortuni nonhanno aiutato l'ex varesino, così come l'inizio di Mike non sarà dei più semplici dato che Amare è fuori fino a metà gennaio.