I Lakers calano un poker

Ormai è ufficiale: quest'uomo è per tutti il beneficiato!

Lakers 90 @ San Antonio 86
Lakers 114 @ Dallas 103
Utah Jazz 92 @ Lakers 94
N.Y. Knicks 90 @ Lakers 94

Adesso ci si può anche cominciare a preoccupare.
Solamente un anno fa di questi tempi, quando si doveva iniziare un articolo sulla situazione degli allora campioni del mondo in carica dei Los Angeles Lakers, la frase che si sentiva ripetere di più era proprio questa.

La preoccupazione, non so se ve lo ricordate, era data dal semplice fatto che i Lakers erano e non mi sembra di esagerare, una squadra più cotta di un brasato delle mie parti.

Facendo un brevissimo salto nel passato, i Lakers erano ben sotto il 50 % di vittorie nel loro record, Shaq era grasso (senza mezzi termini), i veterani giocavano più da Clippers che da Lakers e non certo i Clippers onorevoli di quest'anno, Kobe tirava la carretta ma denunciava anche limiti di sovradosaggio ed egoismo un po' troppo pronunciati.

Solo la sferzata morale e verbale di Robert Horry aveva consentito loro di cominciare la risalita verso un posto utile nella corsa ai play-off.
Ed oggi?

Oggi la frase d'attacco di questo pezzo, guarda un po', è ancora di stretta attualità , ma con una sfumatura decisamente diversa: oggi sono le altre franchigie a dover cominciare a preoccuparsi.

Sì, perché se prima dell'inizio della stagione l'idea che i Lakers fossero davvero così forti era vista con scetticismo, oggi ci si comincia a domandare chi possa battere questi Lakers in una serata di vero impegno e soprattutto quali siano i margini di miglioramento che stanno di fronte ad un gruppo del genere.

Certo, l'età  media è alta, gli ego sono strabordanti, l'anno venturo o domani o fra un mese il giocattolo potrebbe rompersi, ma nel breve, ad oggi i Lakers sono davvero una squadra impressionante.

La settimana appena terminata, ha posto la squadra guidata da Phil Jackson davanti a quattro ostacoli niente male. Il primo è stata la visita a San Antonio per la terza sfida nel giro di solo un mese e mezzo contro gli Spurs.
La serie che l'anno scorso era stata palesemente sbilanciata dalla parte dei grigio neri, quest'anno ha regalato la terza emozione positiva ad L.A. che ha espugnato il campo dei campioni del mondo al termine di una partita intensissima.

Nei primi tre quarti, sono stati chiaramente gli Spurs ha fare la gara. Con il cuore e l'orgoglio hanno giustamente imposto il proprio ritmo così come lo avevano fatto per tutto il campionato 2002/2003 contro i rivali giallo viola.
La differenza però è arrivata nell'ultimo quarto.

Tim Duncan, immenso come suo solito con 30 punti e 15 rimbalzi, non ha trovato davanti a se l'attuale compagno Horry o magari un Samaky Walker.
Coach Jackson ha infatti affidato il compito di limitare il numero 21 avversario al qualcosa più di esperto Karl Malone, che ha svolto il lavoro per il quale ha rinunciato a 12 milioni di dollari e alla fine ha commentato: “Il coach mi ha preso da parte e mi ha detto, prendi i tuoi tiri non esitare. Non l'ho fatto” Al non esitante alla fine sono stati attribuiti 16 punti (8 nell'ultimo quarto) con 10 rimbalzi.

Meglio di lui alla fine ha fatto solo Shaquille O'Neal, autore di una gara arrembante ad una sola stoppata dalla tripla tripla (16 punti, 15 rimbalzi e appunto 9 stoppate).

Dopo una gara così, il rischio è quello di essere stanchi.
I Lakers hanno così deciso di partire fortissimo nella sfida all'American Airlines Center di Dallas.

Un primo quarto da + 11 di parziale (31 a 20) oltre ad un Kobe Bryant da 32 punti e uno Shaq da 25 + 19, hanno piegato le gambe del Mavs che nonostante la guida di Steve Nash, autore di 30 punti ma privi di Nowitzki, non hanno mai dato l'impressione di poter vincere.

Tutto diverso nella terza gara della serie.
Il pronostico azzardato dieci giorni fa, diceva che Utah poteva essere l'avversario più ostico per L.A.

Complice l'assenza per sospensione di Malone, i Jazz hanno reso pan per focaccia alla corazzata Lakers. Non c'è nulla da fare. La squadra di Sloan è veramente una meraviglia a vedersi. Gioca un basket pulito ma divertente, un tipo di gioco che fa esclamare: "ma allora anch'io potrei segnare in NBA!

Nonostante questo però, i Lakers hanno infilato la nona vittoria di fila grazie ad un tiro da 3 di Devean George (l'articolo dedicato arriverà  a breve, vedrete cari lettori di Play.it) che a 24 secondi dallo scadere ha fatto esplodere di gioia un Staples sempre più abituato alle cifre da sogno del quartetto d'oro: nella serata 19 punti per Kobe & Shaq, 15 per Payton e Medvedenko (!!) e 16 per il sovranominato George.

Resta da dire della decima vittoria in fila, conquistata la notte scorsa contro New York.

I Knicks orfani di Houston, hanno trovato una serata davvero magica della coppia Shandon Anderson – Howard Eisley, entrambi autori di 26 punti, ma si sono dovuti scontrare con un secondo quarto marcato Lakers da 35 punti a 16 di parziale e con l'ennesima prova corale (sembra uno scherzo a dirsi) che ha portato i 19 + 15 a referto di O'Neal, i 20 di Malone, i 21 di Bryant e i 12 di Bryon Russell venendo dalla panchina.

Il meglio della settimana: Miglior record della lega, va bene. Prove incoraggianti di Medvedenko dalla panca, benissimo. Russell sesto uomo di qualità , ancora meglio. Ma dite voi da quanto non si vedeva uno Shaq a questi livelli prima dell'inizio di febbraio. Allora è proprio vero che le chiappe gli scottavano lo scorso anno dopo la batosta contro l'ammiraglio.

Attualmente il capitano del gruppo, viaggia nettamente sotto media per quanto riguarda i punti per serata, ma era dal 2000 che non prendeva tanti rimbalzi e poi, chi si aspettava un livello di difesa di questo tipo?

Il peggio della settimana: facciamo gli avvocati del diavolo. I Lakers sono partiti forte e oggi paiono un gradino sopra tutti.
Cosa succederà  fra tre mesi? Si scioglieranno? Affioreranno i dissapori?

Nel frattempo da notare in negativo la gomitata assolutamente inutile di Malone (non si fa!) e lo scarso uso dei rookies da parte di coach Jackson. Se questo gruppo è davvero così forte, perché non provarlo con Walton da 3 nel primo quintetto? O magari qualche variazione sul tema con Pargo, Rush o Cook?

Mentre attendiamo risposte alle tante domande, i Lakers venerdì saranno ancora sul proprio parquet contro Dallas, per poi volare a Portland prima di una settimana di Natale quanto mai intensa: 4 partite in sei giorni: se non ne perdono almeno una, io mi preoccupo eccome"

Alla prossima"

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