Latrell Sprewell è già il beniamino del pubblico di Minneapolis!
Aiuto, chi ha capovolto la Midwest Division?
In un contesto in cui Denver, Utah e Memphis sono davanti ai campioni del mondo dei San Antonio Spurs, che giacciono all'ultimi posti, con un record vicino al 50%, Minnesota e i suoi problemi iniziali stupiscono fino ad un certo punto.
Dodici vittorie e otto sconfitte per una squadra reduce da un periodo difficile, al momento alla ricerca della sua identità definitiva. Non potrebbe essere altrimenti dopo aver cambiato 3 giocatori su 5 del quintetto ed aver dovuto affrontare gli infortuni di Szczerbiak e Hudson. E che nell'ultima settimana ha giocato tanto: 5 partite in 8 giorni, addirittura 4 in 5 giorni.
Tre sconfitte contro Indiana, New York e Dallas, quattro vittorie contro Memphis, Phoenix, Sacramento e LA Clippers. La squadra ha messo in luce tutti i limiti di un processo di crescita ancora in fieri. E le potenzialità di un "big three", offensivamente molto interessante.
E' un discorso già visto, altrove, altre volte: un sistema di gioco che, in assenza di stelle con tutti i parametri, salvo Garnett, funziona al meglio. Arrivano giocatori di nome e di peso ed improvvisamente la circolazione di palla cala paurosamente.
Come detto gli infortuni hanno pesato parecchio, ma non sarà certo il rientro del piccolo Walter, a rendere più fluida la manovra. Gli effetti di questo problema sono sotto gli occhi: la percentuale di tiro dal campo, comunque buona, del 45,1% dal campo, cala paurosamente nei quarti periodi delle partite perse. Media agghiacciante: 37,4% per 19 punti in 17 gare.
Contro New York, non esattamente la miglior squadra della NBA, Minnesota ha subito un tremendo parziale di 22-8 negli ultimi 6 minuti ed ha lasciato la vittoria, dopo esser stata avanti 84-75. Stesso discorso contro Dallas, rimonta subita di 13 punti, Sacramento, 12,la prima gara stagionale, persa in casa, e Utah, 9 punti. Tutte sconfitte che cambierebbero leggermente il record attuale.
Due i problemi evidenti: il ruolo di ala piccola e lo spot di centro. Il ruolo di numero tre è diviso fra Trenton Hassle e Fred Hoiberg, due giocatori molto diversi. Il primo tende a cominciare la partita, gioca una media di 22 minuti a partita con 3 punti. Il secondo finisce spesso le partite, essendo, almeno in teoria, un tiratore e quindi meno battezzabile dalle difese.
Per il "sindaco", comunque, 27 minuti e quasi 9 punti a partita. Nella recente sconfitta di Dallas, il rookie Howard ha propiziato la rimonta segnando 10 punti, marcato dall'ex Indiana e Chicago.
Nella vittoria contro Phoenix, invece, le cose sono andate meglio: "Abbiamo eseguito - ha detto alla fine Garnett - esattamente come ci eravamo preparati a fare in allenamento lavorando su quest'aspetto". Saunders, dal canto suo, ha dato credito alla capacità della squadra di giocare in transizione.
Secondo discorso: Michael Olowokandy. The "kandy man" sta deludendo: per lui 21 minuti, il meno utilizzato fra gli starter, 6 punti e 2,5 rimbalzi a partita. Di per se direbbe tutto. Se non fosse che son già state 4, su 15 totali, le partite concluse senza nemmeno un rimbalzo. Addirittura 6 le gare concluse con più falli che carambole. Sintomo di un'intensità che lascia abbastanza a desiderare.
Kevin Mc Hale sull'argomento è stato chiaro: "Ci attendiamo di più - ha detto - deve dare maggiore contributo." Minnesota sull'africano ha puntato forte. Mc Hale personalmente ha puntato forte, al di là del contratto. L'agente di Olowokandy è Bill Duffy, quello di Nesterovic, per intenderci. Amico personale di Mc Hale.
E' evidente che nell'estate in cui Nesterovic è andato via, l'ex Boston ha creduto nel suo "amico". Si è fidato e ha preferito il suo assistito ad altri giocatori che stanno dando molto contributo. L'impressione che il giocatore da in campo è sempre la stessa: fondamentali rivedibili, di chi ha chiaramente cominciato a giocare troppo tardi per superare un certo livello. Ed una forza fisica inferiore alla media degli uomini della sua stazza. Per conferma osservare dove il giocatore tende a ricevere la palla, quando va in post basso. La sua posizione non è mai particolarmente "deep" profonda.
Di certo l'operazione al ginocchio subita questa estate ha lasciato qualche strascico. Ma attualmente sembrano confermate le voci, maligne, che uscivano lo scorso anno dai corridoi dei Clippers: "Date pure un contratto a quello li; così l'inganno sarà finalmente smascherato." Tant'è vero che i problemi attuali sono all'altro ginocchio. La diagnosi di tendinite, viene dalla scarsa convinzione di medici che non sanno cosa sta succedendo.
Il discorso è importante anche perché i cambi in front line sono Trent e Madsen, non esattamente il massimo, come tecnica e statura. Il secondo attualmente è infortunato. Le partite le comincia spesso Ervin Johnson che però ha minutaggio limitato.
Altro discorso: Latrell Spreewell. Dopo la partita contro la sua ex New York, Scott Layden ha antipaticamente fatto notare che secondo lui il confronto fra Spree e Van Horn nemmeno si pone. A favore del mormone ovviamente.
Discutibile. Latrell sta dando contributo discontinuo, segna 15 punti a gara, ma tira con un orrendo 39,1% dal campo. Il suo apporto è più complessivo ma la forbice fra gli alti e bassi, in questo inizio è stata notevole. Nelle ultime uscite, però, la percentuale di tiro si sta notevolmente alzando. Mostrando Spreewell per quello che è: fuoriclasse all'ennesima potenza.
Nondimeno il suo ingaggio, esattamente come quello di Cassel, va valutato in prospettiva. Prospettiva playoffs. La vera nemesi di questa franchigia. Spreewell e Cassell son due uomini da playoffs. Lo sono sempre stati. Il primo lo ha dimostrato a New York è questo non glielo può togliere nessun Layden. Cassell si è sempre esaltato sotto pressione. Ha una percentuale molto alta di successi nelle gare7.
Questi giocatori sono stati presi in quest'ottica. Però, vista la situazione attuale della midwest, con Denver, Utah e la stessa Memphis, competitive oltre le aspettative, la post season dovrà esser conquistata. Difficile ipotizzarli eliminati.
Ma la storia insegna che è di sicuro meglio assicurarsi una posizione fra le prime quattro, per non affrontare una corazzata fuori casa al primo turno. In questo senso la strutturazione della squadra si è definita: nelle ultime partite Garnett, Sprewell e Cassel hanno trovato grande equilibrio reciproco.
Nella vittoria di Sacramento Kevin è stato decisivo con due bombe per mandare la gara al supplementare. Spreewel ha completato l'opera. I tre hanno segnato 96 punti complessivi. Record di franchigia.
Contro i Clips di nuovo Spree e "the revolution" hanno mantenuto la squadra in linea di galleggiamento. Ma il quarto periodo è stato il regno esclusivo di Cassel: 15 punti, 10 consecutivi, per la rimonta. Prima del decisivo buzzer-beater di Garnett. Chiaro che al loro rientro, Szczerbiak ed anche Hudson, dovranno adattarsi a questa mutata realtà .
C'è di nervosismo ai T-Wolves sulla questione playoffs. A partire dal proprietario, passando per Mc Hale, sino a Garnett che, necessariamente, si gioca gran parte della sua credibilità ad alti livelli. Non dovrebbe esser così, perché il suo contributo è ai limiti del leggendario: al solito, 23 punti, 14 rimbalzi e 4,6 assist.
Non può essere discutibile un giocatore così. Il proseguo della stagione ci dirà se sarà stato in grado di far crescere il collettivo attorno a lui. Ma questa volta il supportino cast è immensamente più qualificato.